Farmacista vaccinatore. Medici: coinvolgere farmacie e parafarmacie ma con presenza del medico
Per i medici il coinvolgimento delle farmacie nella campagna di vaccinazione non può escludere la supervisione del medico: il farmacista non garantisce sicurezza
La giusta esigenza di accelerare e ampliare la campagna di vaccinazione e la platea dei vaccinatori coinvolgendo i farmacisti e le farmacie dovrebbe includere anche le parafarmacie ma non può andare a discapito della sicurezza escludendo la supervisione del medico: il farmacista non può garantire la sicurezza nella fase dell'anamnesi e in caso di reazione allergica da inoculazione del vaccino. Queste le posizioni espresse da Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri, e dal sindacato medico Snami, all'indomani dell'approvazione del Decreto-Legge "Sostegni" che, sottolinea il sindacato, "annulla la precedente norma che prevedeva le vaccinazioni in farmacia solo in presenza di un Medico".
Anelli (Fnomceo): imprescindibile il tema della sicurezza
Per l'Ordine dei medici il coinvolgimento delle farmacie, nella fase emergenziale, è comprensibile, e, anzi, "perora l'ampliamento delle disposizioni alle parafarmacie". Ma, aggiunge, "solo per durata della fase emergenziale. E sempre sotto la supervisione e in presenza del medico, che possa valutare lo stato di salute del cittadino, raccogliere il consenso informato e intervenire subito in caso di necessità". Per il presidente Filippo Anelli «resta imprescindibile il tema della sicurezza. Il vaccino è un farmaco e deve essere somministrato solo previa prescrizione del medico, ossia dopo la valutazione anamnestica e clinica. Sempre cioè sotto la supervisione, in presenza, di un medico, che possa raccogliere il consenso informato, valutare lo stato di salute del paziente e gestire in maniera pronta eventuali effetti collaterali. Questo prevede l'Agenzia italiana del farmaco che espressamente raccomanda, in caso di somministrazione del vaccino, assistenza medica urgente se si manifestano sintomi di grave reazione allergica». E aggiunge: «Accogliamo con favore l'individuazione di nuove sedi vaccinali e il coinvolgimento di tutti i professionisti, dei farmacisti e degli infermieri, in una sinergia di competenze peculiari e specifiche. Anzi, riteniamo che, alle 19.000 farmacie territoriali, vadano affiancate le parafarmacie, e in particolare quelle dei centri commerciali, facilmente accessibili e con spazi esterni adeguati a ospitare, in sicurezza, grandi quantità di persone. Questo anche per coinvolgere tutti i 70mila farmacisti di comunità, senza preclusioni. Riteniamo, tuttavia, che occorra un modello organizzativo unitario a livello nazionale, in grado di coordinare tutti i professionisti che hanno offerto la loro disponibilità, garantendo, nel contempo, la sicurezza delle cure. Per questo in tutte le sedi vaccinali, e quindi anche nelle farmacie e nelle parafarmacie, la sicurezza della prestazione dovrà essere una certezza. Sicurezza che, come sancito anche dalle autorità regolatorie all'atto dell'immissione in commercio dei preparati e dal Ministero della Salute, passa attraverso diversi step, che, tutti, richiedono la presenza del medico. Solo il medico possiede, per formazione e per legge, le competenze necessarie per questi interventi e per decidere propedeuticamente quali pazienti debbano essere vaccinati in ambiente protetto, e cioè in ospedale o negli hub vaccinali. Pertanto, al fine di contemperare la giusta esigenza di accelerare e di rendere capillare sul territorio la campagna di vaccinazione, chiave risolutiva per uscire dalla pandemia, con l'ineludibile dovere di garantire la sicurezza dei cittadini e delle cure, invitiamo a un'attenta valutazione e riesame delle modalità di attuazione del D.L. sostegni».
Snami: così si va verso esercizio di abuso di professione
Il Decreto Sostegni "di fatto annulla la precedente norma che prevedeva le vaccinazioni in farmacia solo in presenza di un Medico" sottolinea il sindacato autonomo Snami in una nota. "Non possono essere sdoganate, neanche in momenti di emergenza nazionale, figure non mediche, paventando così l'esercizio di abuso di professione. È necessario moltiplicare il numero di chi vaccina. I medici di Medicina generale e medici di altri comparti hanno dato la loro disponibilità per cui non corrisponde a verità che manchi chi dovrà vaccinare, ma manca l'organizzazione. Concentriamo le vaccinazioni in strutture specifiche destinate a queste attività con personale infermieristico, di segreteria, con la presenza del medico rianimatore e l'ambulanza per operare continuativamente e in sicurezza. Come Snami siamo stati i primi a denunciare il tentativo continuo delle regioni di "deviare" le vaccinazioni anti-Covid verso i nostri studi anche quando non abbiamo un'organizzazione logistica con infermiera e personale di segreteria. Su questo aspetto non possiamo transigere - conclude lo Snami - abbiamo firmato un accordo nazionale ben preciso e i tentativi delle regioni di declinare accordi che non privilegino il vaccinare nei centri vaccinali non possono essere accettati e vanno denunciati alla pubblica opinione".
TAG:VACCINAZIONE, FARMACISTI, VACCINAZIONE IN FARMACIA, VACCINO ANTI-COVID-19
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A cura di Redazione Farmacista33
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