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20 Novembre 2021

Terza dose vaccino, anticipato avvio per over 40. Ipotesi su nuovi obblighi


Anticipato al 22 novembre l'avvio della somministrazione della terza dose ai soggetti nella fascia di età compresa tra i 40 e i 59 anni. Ecco le indicazioni

Anticipato al 22 novembre l'avvio della somministrazione della terza dose ai soggetti nella fascia di età compresa tra i 40 e i 59 anni - inizialmente fissato al 1° dicembre - che va comunque offerta dopo sei mesi dalla conclusione del ciclo vaccinale primario. A dirlo è una circolare di ieri del commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo. "Il richiamo è decisivo" è stato il commento del Ministro alla salute, Roberto Speranza, "e dobbiamo fare crescere sia le prime sia le terze dosi". Intanto, in seno al Governo continua il lavoro per definire la strategia di contrasto al virus dei prossimi giorni.


Dose booster: anticipati al 22 novembre gli over 40

La necessità di queste ultime settimane è quella di "accelerare la campagna di somministrazione dei richiami per mantenere una elevata protezione individuale nei soggetti già vaccinati con il ciclo primario e ridurre il più possibile la trasmissione di Covid-19 nella popolazione". Per questo, con la circolare trasmessa dal commissario straordinario, è stato reso possibile "anticipare al 22 novembre l'avvio della somministrazione della dose booster per i soggetti codi età compresa tra i 40 e i 59". La condizione è che siano trascorsi "almeno sei mesi dal completamento del ciclo primario" di vaccinazione e che possano essere rispettate "le priorità della campagna vaccinale". Alla base c'è "l'evoluzione del quadro epidemiologico delle ultime settimane, con il progressivo incremento dell'incidenza settimanale di nuovi casi e la crescita dei contagi", nonché "le attuali evidenze che mostrano, dopo circa sei mesi dalla vaccinazione, un iniziale decadimento del livello di efficacia dei vaccini nei confronti delle forme sintomatiche, pur mantenendo una elevata capacità protettiva nei confronti delle forme severe". D'altra parte, la "disponibilità di vaccini è ampia", così come "elevata la capacità di somministrazione dei punti vaccinali attualmente operativi". Una decisione presa in accordo con il ministero della Salute: "La curva del contagio sale nel nostro Paese e, ancora di più, nei Paesi europei vicini all'Italia" ha detto ieri il ministro. "Il vaccino è lo strumento principale per ridurre la diffusione del virus e le forme gravi di malattia. È giusto, quindi, anticipare la campagna per i richiami vaccinali per la fascia d'età 40-59 anni". L'attenzione "va tenuta alta e occorre insistere sulle vaccinazioni": a ieri "avevamo l'86,86% delle persone vaccinabili che hanno fatto la prima dose. Questi numeri non sono ancora un punto di arrivo e dobbiamo fare crescere sia le prime dosi sia le terze dosi".


Costa: valutare obbligo per chi lavora con il pubblico

In merito alla terza dose, ieri è stato toccato un picco, con circa 160mila somministrazioni a livello nazionale. Dal commissario Figliuolo è stato comunque assicurato che "entro fine anno sono in arrivo altre 8,6 milioni di dosi di vaccini". Intanto, come già anticipato, il Governo è sempre al lavoro sull'ipotesi di dare una sforbiciata alla durata del Green Pass e sul provvedimento che potrebbe sancire l'obbligatorietà della terza dose per i sanitari - un obbligo che, secondo quanto trapela dalle agenzie, potrebbe scattare già a partire dal 1° dicembre. Proprio sull'obbligatorietà del vaccino il dibattito è aperto: "Siamo stati il primo Paese in Europa a introdurre l'obbligo vaccinale contro il Covid-19 per i sanitari e non escludo si possa valutare se è opportuno introdurre l'obbligo per altre categorie che hanno un contatto costante con il pubblico, le forze dell'ordine, coloro che operano nella grande distribuzione" ha detto il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, ai microfoni di Radio anch'io su Rai Radio 1. "Sono tutte valutazioni che dobbiamo fare al momento opportuno".


Spallanzani: auspicabili vaccini disegnati su varianti. Si vada verso richiami annuali

Sul punto si è registrata anche una presa di posizione dell'INMI Spallanzani, che, in una nota, ha avanzato anche l'ipotesi di andare verso una vaccinazione annuale: "I dati, in coerenza con quanto osservato in altre aree geografiche, mostrano un graduale aumento del rischio di infezione ed una graduale, anche se meno marcata, perdita di protezione nei confronti della malattia con il passare del tempo, in particolare dopo 5-6 mesi, dal completamento del ciclo vaccinale. Questa situazione è più evidente nelle fasce di età più anziane ed in particolare nella fascia di età maggiore di 60 anni. Ciò sottolinea la necessità di investire tutte le risorse necessarie per garantire in primo luogo a queste fasce di popolazione (oltre che ai soggetti fragili di qualsiasi età ed agli operatori essenziali: sanitari, forze dell'ordine, operatori scolastici) la somministrazione della dose booster e cercare di garantire la piena copertura entro il mese di gennaio. Allo stato attuale delle conoscenze appare ipotizzabile che in seguito si possa passare ad una rivaccinazione annuale per garantire una adeguata copertura della popolazione. Sarebbe inoltre auspicabile l'allestimento e l'impiego di vaccini specificamente disegnati per le varianti virali predominanti per garantire una copertura ancora maggiore, e l'estensione dell'obbligo vaccinale che includa le tre dosi ad altre categorie a particolare rischio o a stretto contatto con il pubblico. Andrebbe infine studiata una strategia di profilassi sui soggetti fragili e immunodepressi che non rispondono alla vaccinazione che potrebbe includere l'impiego degli anticorpi monoclonali, di recente approvati da EMA anche come strumento di profilassi".

Francesca Giani

TAG: COVID-19, VACCINO ANTI-COVID-19

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