interviste
17 Ottobre 2025Farmacisti a Partita IVA: costi e responsabilità, collaborazione nei turni più difficili, trasparenza nei compensi e soddisfazione professionale. Autonomo ma parte integrante del team. Giovanni Amato, presidente di Afalp, racconta la realtà di un nuovo modo di lavorare, tra sfide e opportunità per le farmacie

Flessibilità oraria, collaborazione nei turni più scomodi, autonomia e gestione del tempo e dei costi, sono alcuni aspetti della vita professionale del farmacista che ha scelto di lavorare come libero professionista. A parlarcene è Giovanni Amato, presidente di Afalp Associazione Farmacisti Liberi Professionisti, in un’intervista in cui spiega come la figura del farmacista che lavora “a Partita IVA” sia sempre più diffusa e funzionale per garantire continuità al servizio farmaceutico, in un momento di carenza di personale. Competenza, disponibilità e fattore umano sono gli elementi che caratterizzano questa modalità ma anche soddisfazione personale e professionale.
Dottor Amato che cos’è Afalp e perché si è resa necessaria come associazione professionale?
Afalp è una realtà associativa unica nata per tutelare e valorizzare la figura del farmacista libero professionista (LP). Conta circa 200 iscritti a livello nazionale e, grazie all’impegno del collega fondatore ed ex presidente Dott. Vincenzo Serafino, ora consigliere dell’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Roma, molti colleghi LP iscritti sono stati coinvolti nella realizzazione di progetti in fase di avanzamento. Inoltre, l’associazione lavora giornalmente per offrire agli iscritti convenzioni per differenti tipi di assicurazioni, assistenza contabile e legale e per differenti supporti di lavoro (camici, materiale vario). L’obiettivo è dare visibilità e strumenti concreti a una figura ormai indispensabile nella farmacia moderna”.
Negli ultimi anni molte farmacie faticano a reperire personale. Il farmacista libero professionista è una risposta? Può rappresentare una risorsa stabile e integrata nel team, a supporto della continuità del servizio?
“Il farmacista libero professionista si inserisce in maniera armonica nei contesti lavorativi in cui rappresenta una risorsa preziosa. È un professionista formato, autonomo nello svolgere la sua attività con un’esperienza arricchita proprio dal fatto di aver lavorato in tante realtà diverse.
È disposto a coprire turni che il resto dello staff ha difficoltà o poco interesse a fare e quindi può contribuire alla serenità dell’ambiente lavorativo. È importante non creare conflittualità tra titolari, dipendenti e liberi professionisti: la categoria deve essere unita e collaborare come un’unica entità per rafforzare il ruolo del farmacista nel sistema sanitario ed offrire il miglior servizio possibile all’utenza finale. Peraltro nelle farmacie in cui operiamo difficilmente si sono creati conflitti o malcontenti associati alla tipologia di figura che opera, che semmai dipendono dalle relazioni interpersonali che si istaurano. La figura del farmacista LP è un elemento di supporto e di sostegno anche per il Ssn. Non va demonizzato”.
Quale contributo offre il farmacista libero professionista alla continuità e alla qualità del servizio offerto dalle farmacie?
“La figura del LP nasceva proprio come sostituzione di colleghi assenti per ferie/malattia o semplicemente per gestire meglio lo staff nei turni festivi e garantire una qualità di vita al personale della farmacia. Ora è una figura che, anche per la carenza di personale, si è evoluta e la presenza di LP nelle farmacie è più frequente, ma, in molti casi, serve anche ad ampliare i servizi oggi offerti da moltissime farmacie. Difatti in molti facciamo consulenze specialistiche che toccano i diversi aspetti dei bisogni di salute e di assistenza del paziente che entra in media nelle farmacie italiane, andando spesso oltre il “semplice lavoro da banco”. Sicuramente la gratificazione economica ci spinge ad accettare con più facilità turni scomodi, come appunto weekend e notturni, rendendo, per altro. più equilibrato e meno pesante le turnazioni dei farmacisti collaboratori”.
Le tariffe dei farmacisti liberi professionisti sono spesso oggetto di discussione. Qual è la realtà dei compensi percepiti e da quali fattori dipendono?
“La Gazzetta Ufficiale stabilisce una paga minima oraria di 30 euro, ma nella realtà le tariffe variano in base a numerosi fattori. Non si deve far credere che un libero professionista lavori abitualmente per 45 euro l’ora: in alcune regioni queste cifre non si raggiungono. Le variabili che incidono maggiormente sono il monte ore mensile assegnato, la distanza da coprire per raggiungere il luogo di lavoro – spesso con trasferte che richiedono alloggio o un contributo per le spese – la complessità dei turni (notturni, festivi o nei weekend) e, soprattutto, il grado di specializzazione del professionista, che può offrire consulenze capaci di contribuire alla crescita dell’attività”.
Lavorare come libero professionista con Partita IVA in farmacia è spesso percepito come una scelta economicamente vantaggiosa, ma quali sono in realtà i costi e le responsabilità che comporta?
“Chi sceglie di lavorare come libero professionista deve essere consapevole di affrontare costi che un collaboratore dipendente non sostiene. Il contributo ENPAF, per esempio, si paga per intero, come un titolare di farmacia (circa 5.800€ annui). C’è la possibilità di avere una riduzione dell’85%, qualora si abbia un contratto da dipendente (part-time) per almeno 6 mesi e 1 giorno nell’anno solare in cui si vuole ottenere la riduzione. Va considerato il costo del commercialista, con spese tra 600 e 2.000 euro l’anno a seconda del regime fiscale. In più ci sono le assicurazioni obbligatorie, come la RCP e, talvolta, la copertura infortuni (250–1.800 euro annui). Inoltre, il farmacista LP ha rapporti di lavoro più flessibili, ma anche più instabili. Gli accordi tra farmacie e LP, anche quelli formalizzati da lettere d’incarico (non obbligatorie e puramente informali), non prevedono preavvisi né tutele paragonabili a quelle del CCNL. Il LP non gode di ferie o malattie retribuite. Per approfondire ulteriormente questo e altri temi inerenti alla libera professione abbiamo aperto un gruppo Facebook “Farmacista Freelance”, fondato dal collega Sergio Cattani, che conta circa 6.000 iscritti tra LP, collaboratori e titolari”.
Nella sua esperienza di farmacista libero professionista ha incontrato difficoltà nel creare un rapporto stabile con la clientela? Come vive il contatto umano con i cittadini, pur nella discontinuità degli incarichi?
“Credo sia importante non confondere l’abitudine a vedere lo stesso volto dietro al banco con la fidelizzazione, cioè la relazione significativa tra il professionista e il paziente. La vera fidelizzazione non dipende dal tempo trascorso nella stessa farmacia, ma dall’empatia e dalla professionalità che il farmacista riesce a trasmettere al banco. Colleghi che da anni lavorano stabilmente nella stessa farmacia sono volti familiari per i pazienti che ne noterebbero subito l’assenza ma anche i liberi professionisti, in pochi incontri, possono invece a instaurare un legame autentico di fiducia.
Emerge tra i farmacisti dipendenti un tema di carriera e gratificazione professionale. Accade anche per i liberi professionisti o c’è un qualche valore aggiunto?
“Le gratificazioni sono molteplici. In primis, la libera professione lo si fa per scelta. Un altro aspetto è la gestione del tempo, consapevoli che non lavorare significa non guadagnare. Ma l’aspetto più importante è la crescita professionale e umana. Confrontandosi con molteplici realtà, si ha modo di incontrare altri professionisti, apprendere modi diversi di gestire le farmacie, acquisire quindi nuove competenze. Inoltre, si impara rapidamente a gestire i vari tipologie di pazienti che cambiano anche a pochi chilometri di distanza nella stessa città”.
Dal punto di vista economico e normativo, quali aspetti deve considerare una farmacia che decide di collaborare con un farmacista libero professionista?
Su questo aspetto abbiamo chiesto al titolare della Farmacia Portuense, Gianluca De Filippis di darci il suo punto di vista, ecco la sua risposta:
Dal punto di vista finanziario, il farmacista a Partita IVA costa di più nell’immediato, ma se si considerano i risparmi sugli oneri sociali, il Tfr, le malattie, le ferie e i permessi dei dipendenti tradizionali, la differenza è contenuta. Inoltre, il professionista è motivato a lavorare bene perché la continuità della collaborazione dipende dalla qualità del suo operato. Sul piano normativo, il titolare deve comunicare mensilmente alla ASL il nominativo e gli orari svolti dal collaboratore, e le ore lavorate devono essere limitate per evitare il rischio di instaurare un rapporto di lavoro subordinato occulto, come tale sanzionabile per i mancati adempimenti previdenziali nei confronti del farmacista. Aspetti che meritano un approfondimento dedicato.
Se l'articolo ti è piaciuto rimani in contatto con noi sui nostri canali social seguendoci su:
Oppure rimani sempre aggiornato in ambito farmaceutico iscrivendoti alla nostra newsletter!
POTREBBERO INTERESSARTI ANCHE
30/10/2025
Le organizzazioni sindacali dei dipendenti di farmacia hanno chiesto un incontro con Federfarma sul tema degli adempimenti delle farmacie per garantire “prestazioni indispensabili” e “servizi...
A cura di Redazione Farmacista33
30/10/2025
La Fofi invita i sindacati a valutare il passaggio dei farmacisti dipendenti al comparto sanitario ma anche l’introduzione di un’indennità professionale già nel rinnovo contrattuale in corso,...
A cura di Redazione Farmacista33
29/10/2025
Il 6 novembre, giorno dello sciopero di 24 ore dei farmacisti le farmacie, pur nel rispetto dell’astensione proclamata dai dipendenti per il rinnovo del CCNL, sono tenute ad assicurare il servizio...
A cura di Redazione Farmacista33
29/10/2025
Per Federfarma lo sciopero dei farmacisti del 6 novembre indetto dai sindacati Filcams, Fisascat e Uiltucs e la “costante rigidità” delle tre sigle stanno solo rallentando le...
A cura di Redazione Farmacista33

©2025 Edra S.p.a | www.edraspa.it | P.iva 08056040960 | Tel. 02/881841 | Sede legale: Via Spadolini, 7 - 20141 Milano (Italy)