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Farmacisti

17 Maggio 2022

Carenza farmacisti, tasso disoccupazione ai minimi. Tra nuovi ingressi e cancellazioni, ecco il quadro


Il tasso di disoccupazione, che fino a pochi anni fa aveva attirato le attenzioni della categoria, è, oggi, pari a circa il 2%, il più basso in assoluto mai registrato


L'aumento delle richieste di farmacisti sul territorio è un trend percepito e segnalato in vari contesti e da diverse analisi, tanto che c'è chi inizia a parlare di una vera e propria carenza. Anche il tasso di disoccupazione, che fino a pochi anni fa aveva attirato le attenzioni della categoria, è, oggi, pari a circa il 2%, «il più basso in assoluto mai registrato» spiega Emilio Croce, presidente Enpaf, in un intervento a Farmacista33, in cui traccia un quadro. Ma quali possono essere i contorni e le ragioni del fenomeno?

Carenza farmacisti, dal calo demografico ai prepensionamenti le possibili origini

«Oggi» spiega Croce «molti esercizi farmaceutici presentano difficoltà nell'assumere personale laureato ed è indiscutibile che ci sia carenza di farmacisti, in conseguenza del trend demografico in atto - va ricordato che il nostro Paese sta attraversando un calo demografico senza precedenti -, della apertura di oltre mille farmacie sul territorio nazionale a seguito del concorso straordinario, dell'avvento delle società di capitali nella gestione delle farmacie, del pensionamento nel sistema generale obbligatorio gestito dall'Inps di numerosi colleghi che hanno beneficiato della quota 100 per ottenere la pensione anticipata. Sulla base dei dati di bilancio 2021, approvato di recente dal Consiglio Nazionale dell'Enpaf, il numero dei colleghi che, dai nostri archivi, risultano disoccupati è meno di 1.900, su oltre 99 mila iscritti. In buona sostanza, il tasso di disoccupazione è circa il 2%: il più basso in assoluto mai registrato». Un dato positivo per la categoria, visto che fino a poco prima della crisi sanitaria era stata segnalata una crescita per questo valore - anche se con un trend, rispetto all'andamento complessivo di altri settori del Paese, meno rapido.

Il quadro tra iscritti, pensionamenti e cancellazioni

Ma quale è, allo stato attuale, la situazione degli iscritti all'Ente e quale quello delle uscite dalla professione, tra pensionamenti e cancellazioni? «Tra il 2020 e il 2021 l'incremento degli iscritti è pari a 1.329 unità. In particolare, l'Ente ha registrato 3.763 nuove iscrizioni (nel 2020 erano 3.917) con 2.434 cancellazioni, in leggera contrazione rispetto all'anno precedente. Nel 2021 il numero degli iscritti deceduti, pari a 202 unità, è il dato più alto dell'ultimo quadriennio. Nello stesso anno, oltre 1.400 colleghi sono andati in pensione e di conseguenza, la gran parte di essi ha provveduto a richiedere la cancellazione dall'Ordine e il numero di coloro che, con età inferiore a 50 anni, si sono cancellati è pari a circa 1.000 unità. Sulla base di tali dati emerge che le cancellazioni di coloro che sono in piena attività di lavoro è inferiore all'1% del totale degli iscritti e la causa determinante, in molti casi, deriva dall'avvio di una nuova attività per la quale non è necessaria l'iscrizione all'Albo».

Croce: quota contributiva di solidarietà non è la criticità

Da Croce arriva poi una riflessione: «La quota contributiva Enpaf di solidarietà prevista per i dipendenti e disoccupati non può rappresentare di per sé la causa delle cancellazioni tenendo conto, peraltro, che nel comparto sanitario il nostro Ente prevede un contributo di solidarietà che è il più basso in assoluto, di gran lunga inferiore, ad esempio, a quello versato dai veterinari non iscritti all'Enpav, pari a 227 euro annui. Non spetta all'Ente discutere sul tema dell'inscindibilità tra l'iscrizione all'Ente e iscrizione all'Ordine, trattandosi, come è noto, di materia sottratta alla competenza regolamentare dell'Enpaf e rimessa alla esclusiva potestà legislativa del Parlamento. Non posso, tuttavia, non rilevare che anche laddove nei primi anni '90 l'inscindibilità venne superata, come nel caso dei veterinari, l'Enpav ha dovuto poi introdurre, per i non iscritti, un contributo di solidarietà superiore al nostro, come sopra evidenziato. Vorrei ricordare che l'Ente, nel corso del 2021, ha erogato prestazioni per oltre 167 milioni, di cui 4,5 milioni a titolo di indennità per i colleghi colpiti da Covid, inclusi i lavoratori dipendenti già coperti dall'Inps. Forse le motivazioni che inducono alcuni colleghi a cancellarsi non sono riconducibili esclusivamente al "nodo Enpaf" (cfr Farmacista33 5 maggio) che il Cda dell'Ente ha contribuito a risolvere, attenuando al massimo l'obbligo contributivo per chi gode di altra previdenza obbligatoria, e riconoscendo, al contempo, le tutele di welfare allargato senza alcun onere aggiuntivo per tutti gli iscritti, anche ai contribuenti di solidarietà. Se si intende superare l'attuale assetto ordinamentale, per scindere l'obbligo di iscrizione all'Ordine con quello di iscrizione all'Enpaf, occorre attivare una iniziativa legislativa: solo il Parlamento è competente in materia».

Francesca Giani

TAG: DISOCCUPAZIONE, FARMACISTI, ENPAF

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