Oncologia, novità terapeutiche e ruolo del farmacista clinico nella gestione dei trattamenti
È arrivato alla sesta edizione il convegno nazionale della rete oncologica SIFaCT, un'occasione per fare il punto su percorsi terapeutici, dalla diagnostica ai nuovi trattamenti, fino alle cure palliative
Attività di supporto all'oncologo, grazie all'esperienza in ambito farmacocinetico e farmacologico e nella rilevazione ed interpretazione delle reazioni avverse ai farmaci, attività di educazione al paziente, nel sensibilizzare all'importanza dell'aderenza alle cure, fino ai ruoli nella gestione di farmaci sempre più costosi e nell'ambito della ricerca clinica: sono alcuni degli aspetti che coinvolgono una figura professionale sempre più specializzata, quella del farmacista SSN in ambito oncologico. A fare il punto sui percorsi di cura e su come e dove il farmacista si inserisce nei team di presa in carico del paziente è stato il sesto convegno nazionale della rete oncologica SIFaCT (Società Italiana di Farmacia Clinica e Terapia), che si è tenuto a Bari, il 17 e il 18 giugno scorsi, "un appuntamento ormai consolidato per quel che riguarda le attività in ambito di farmacia oncologica di SIFaCT, che complementa le attività di SIFaCT nella rete professionale di farmacisti oncologi e nella ricerca real world", come ha evidenziato Francesca Venturini, presidente della Società, che ha aperto l'incontro.
In pandemia, con l'impegno dell'oncologia meno spostamenti fuori regione dei pazienti
A fare gli onori di casa sono state le dirigenti degli Ospedali di Bari. Patrizia Nardulli, direttore della UOC Farmacia dell'IRCCS Istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari, ha sottolineato il costante impegno dell'oncologia anche negli anni della pandemia. In contesti, come quello pugliese, il costume dei pazienti di spostarsi in altre regioni in cerca di cure, si è notevolmente ridotto. Le oncologie si sono pertanto trovate a dover far fronte a un aumento di prime diagnosi e terapie. La pandemia, poi, secondo Nardulli, ha fatto capire che "c'è un crescente bisogno di oncologia di prossimità, di territorio, con il farmacista che deve avere un ruolo centrale all'interno dei team di cura che seguono il paziente sia in ospedale che a domicilio". Il convegno è stato preceduto dalla Masterclass SIFaCT in Farmacia Clinica Oncologica, un momento di attività formativa interprofessionale, vista la partecipazione di farmacisti ospedalieri accanto ad oncologi ed oncoematologi, con un approccio clinico che ha utilizzato il metodo della medicina di simulazione, "per far sentire i partecipanti come fossero nelle loro strutture", come sottolineato da Venturini.
Novità terapeutiche e ruolo del farmacista in team di cura e gestione dei trattamenti
L'incontro ha dato prima di tutto la possibilità, ai farmacisti, di aggiornarsi sulle tante novità in ambito oncologico, con la presentazione di Vito Lorusso, direttore dell'Unità Operativa di Oncologia Medica dell'Istituto Tumori Giovanni Paolo II IRCCS di Bari, che ha fatto il punto sui principali risultati mostrati all'incontro annuale dell'American Society of Clinical Oncology (ASCO) 2022. Dopo questa panoramica, il convegno è entrato nel vivo andando ad affrontare, più nello specifico, i temi della diagnostica, con le analisi genetiche che consentono di sfruttare al meglio le terapie di precisione, fino all'immunoterapia, con le combinazioni e i relativi problemi sulla sicurezza. Come discusso durante il convegno, il farmacista esperto in oncologia è entrato ormai a far parte di team multidisciplinari e dei Molecular Tumor Board, che affrontano specifici casi clinici e all'interno dei quali è importante avere una figura esperta di early access, cioè l'accesso precoce a terapie innovative, fra arruolamento nelle sperimentazioni cliniche, attivazione di usi compassionevoli o accesso a fondi pubblici (es. fondo AIFA 5%) per la sostenibilità delle nuove terapie; tutti aspetto gestiti dal farmacista, come ha sottolineato Carla Masini, Direttore di Farmacia dell'IRCCS Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori (IRST) Dino Amadori di Meldola, in apertura della prima sessione del convegno.
Molecular Tumor Board, strumento di governance della medicina di precisione
A riportare un esempio pratico di Molecular Tumor Board (MTB) è stato Giancarlo Pruneri, direttore del Dipartimento di Patologia Diagnostica dell'IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, secondo il quale gli MTB "non sono laboratori che creano dati, ma uno strumento di governance della medicina di precisione che ha il compito di far fronte ai costi dei farmaci e alla complessità del sistema". Questi gruppi, inoltre, "non devono essere una sovrastruttura dei team multidisciplinari, ma li devono affiancare". Infine, è importante che gli MTB "abbiano accesso a database prospettici, producano report di analisi e facciano rete con e tra i laboratori".
Angelo Claudio Palozzo, past-president SIFaCT, ha ricordato anche l'intervento del farmacista nel trattamento di patologie concomitanti, verificando le interazioni tra farmaci, oltre alle attività pratiche di dosaggio e mantenimento della posologia. I farmacisti ospedalieri, poi, possono aiutare i medici nella gestione di nuove tossicità, cercando alternative terapeutiche, soprattutto nei trattamenti di supporto.
A proposito di gestione delle tossicità, Lorenzo Gasperoni, sempre dell'IRST di Meldola, ha parlato dell'erogazione delle terapie orale come un importante punto di contatto con il paziente e dell'importanza, per il farmacista, di conoscere i sintomi associati a questi farmaci e i modi per monitorarli e gestirli. In questo ambito, il farmacista deve anche educare il paziente a segnalare precocemente eventuali reazioni avverse, valutando l'aderenza e raccogliendo informazioni su eventuali cambiamenti di dosaggio.
La figura del farmacista clinico nella ricerca e il futuro della governance con il PNRR
La seconda giornata del convegno ha affrontato il tema delle cure palliative e dell'importanza di prendere in carico subito il paziente ("cure simultanee"), una strategia che dà beneficio anche nella sopravvivenza, come sottolineato da Cosimo De Chirico, direttore dell'Unità di Cure Palliative della ULSS 4 Veneto Orientale, secondo il quale il farmacista, oltre che nell'operatività quotidiana, è fondamentale anche per il monitoraggio dell'appropriatezza prescrittiva, tramite l'analisi della letteratura e la lettura dei dati di consumo.
A sottolineare, poi, il ruolo centrale del farmacista in ambito di ricerca clinica è stato Alessandro Cafaro, dell'IRST di Meldola, che ha presentato i risultati dello studio "Pembroreal", promosso da SIFaCT, uno studio di real life, osservazionale, retrospettivo e multicentrico, , che ha valutato l'effectiveness e la sicurezza di pembrolizumab in un contesto real world, cioè nella pratica clinica; sono stati arruolati pazienti trattati in prima linea di tumore del polmone non a piccole cellule avanzato metastatico, con e senza associazione a chemioterapia.
In totale, lo studio, ancora in corso per la parte di monitoraggio, ha coinvolto 1.159 pazienti, da una prima analisi non sovrapponibili a quelli inclusi nei triasl registrativi. Il vantaggio di questo studio, al di là dei risultati su efficacia e sicurezza delle terapie, è che "ha consentito di raccogliere dati utili per il paziente, che vuole sapere cosa succederà nelle situazioni non selezionate e nelle diverse pratiche di intervento, che per l'amministratore e le autorità regolatorie, che possono ricavare i tempi di trattamento e la conseguente spesa, nel contesto non ideale del clinical trial". come ha concluso Cafaro.
In apertura della giornata dei lavori, invece, Alice Borghini, dirigente AGENAS, ha presentato quella che sarà l'organizzazione di Ospedali di Comunità e Case di Comunità, come previsto nell'attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che deve essere presentato a fine giugno. A fronte di specifici rilievi, si è messo in evidenza che, nonostante si tratti di un'organizzazione ben strutturata e particolareggiata a livello di figure professionali coinvolte, il farmacista non è citato espressamente accanto ai medici di medicina generale, agli specialisti, anche psicologi, e agli infermieri. Il convegno, dunque, è stata l'occasione per sollevare il problema dell'assenza di questa figura professionale, soprattutto alla luce della funzione di queste 'strutture' nell'erogare le terapie.
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A cura di Redazione Farmacista33
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