Vaccini, dispensazione e screening. Cittadinanzattiva: consolidare ruolo svolto da farmacie in pandemia
Le farmacie nel "Rapporto civico sulla salute 2023" di Cittadinanzattiva: consolidare esperienza pandemica con vaccini e distribuzione dei farmaci
Lo svolgimento di vaccinazioni anti Covid-19 e antinfluenzale, nonché l'apertura a ulteriori vaccinazioni quali Herpes zoster, Hpv e Pneumococco in farmacia rappresentano una strategia di facilitazione alla vaccinazione "con specifico riferimento al fattore della prossimità dei servizi che erogano prestazioni a favore della prevenzione". Una prassi avviata in fase emergenziale da consolidare per rendere l'accesso alla vaccinazione più vicino alle persone e raggiungere le tanto agognate coperture vaccinali. Lo ribadisce Cittadinanzattiva nel suo "Rapporto civico sulla salute 2023", presentato oggi a Roma presso il Ministero della Salute, nell'ambito di una giornata dedicata a "Urgenza sanità".
Consolidare e ampliare vaccinazione in farmacia: aprire ad altri vaccini
Nel documento, che indica 5 chiavi per superare l'urgenza in sanità (Lea; liste di attesa, risorse umane e tecniche; diritto alla sanità digitale per ridurre la burocrazia; percorsi di cura e assistenza dei malati cronici e rari; riforma dell'assistenza territoriale prevista dal Pnrr) il capitolo dedicato alla prevenzione con vaccini e screening oncologici, include un passaggio che richiama le attività di vaccinazione in farmacia e le possibili estensioni di tale prassi. Cittadinanzattiva reputa questo un ambito di ulteriore analisi, oltre all'allineamento degli standard di qualità dei servizi vaccinali già consolidati.
Nel Rapporto vengono richiamati i dati emersi dal ° Rapporto sulle Farmacie di Cittadinanzattiva: la vaccinazione anti Covid-19 è erogata nel 38,2% delle farmacie coinvolte nell'indagine e la vaccinazione antinfluenzale nel 39,6% dei casi. "In pratica, la farmacia che ha deciso di aprirsi alle vaccinazioni non ha perso tempo nel mettersi a disposizione del Piano nazionale vaccinale anche sul versante delle vaccinazioni cosiddette di routine". In questi casi, secondo la normativa, Il farmacista può vaccinare solo persone di almeno 18 anni di età e le farmacie che intendono offrire la vaccinazione antinfluenzale devono necessariamente offrire anche quella contro il SARS CoV-2, mentre le farmacie che già offrono la vaccinazione COVID non sono tenute a offrire anche quella antinfluenzale. La formazione necessaria al farmacista di comunità o al farmacista volontario per l'esecuzione della vaccinazione antinfluenzale comprende i due corsi, realizzati dall'ISS e dalla FOFI, dedicati alla vaccinazione contro il SARS CoV-2 e un terzo modulo dedicato specificamente all'antinfluenzale. Una piccola percentuale di cittadini è ancora all'oscuro dei servizi di vaccinazione nelle farmacie (4,9% antinfluenzale e 3,4% anti Covid-19) mentre la percentuale di fruitori va dal 17,2% per quanto riguarda l'antinfluenzale, al 22,2% per la vaccinazione anti Covid-19 ricevuta in farmacia. La prossima sfida sarà sicuramente un maggior coinvolgimento delle farmacie nelle cosiddette vaccinazioni routinarie a cui si aggiunge la possibilità di aperura a ulteriori vaccinazioni quali Herpes zoster, Hpv e Pneumococco a cui più della metà dei farmacisti è favorevole (dal 54,5% al 58,1%), così come il 70% circa dei cittadini che vedrebbero molto bene il coinvolgimento delle farmacie nelle tre vaccinazioni.
Distribuzione dei farmaci: valorizzare esperienze efficaci e renderle sistemiche
Altro ambito in cui non bisogna "permettere che quanto di positivo è stato realizzato per i cittadini/pazienti si perda" riguarda la distribuzione dei farmaci. "Se negli anni si è incentivata la distribuzione diretta dei farmaci presso le strutture sanitarie (farmacie ospedaliere e del SSN), durante l'emergenza da Covid-19, si è ampliata l'erogazione di farmaci tramite le farmacie di comunità o aperte al pubblico (distribuzione per conto o DPC), quei medicinali che generalmente venivano erogati direttamente dalle strutture pubbliche, ovvero quelli destinati al trattamento dei pazienti in assistenza domiciliare, residenziale e semiresidenziale o consegnati al momento della dimissione ospedaliera per garantire la copertura del primo ciclo di terapia". Nella fase endemica del Covid-19, scrive Cittadinanzattiva "non dobbiamo permettere che quanto di positivo è stato realizzato per i cittadini/pazienti si perda, anzi abbiamo il compito di valorizzare le esperienze efficaci e renderle sistemiche, renderle una prassi consolidata e omogenea. Abbiamo da tenere poi in considerazione un cambio di paradigma delle cure, secondo quanto indicato dal PNRR e dalla riforma dell'assistenza territoriale, che tendono alla prossimità e che si spostando verso il cittadino. Pertanto, è necessario dare coerenza alle intenzioni anche attraverso un ripensamento della modalità di dispensazione del farmaco, prediligendo una distribuzione presso le farmacie territoriali o presso le case della comunità, soprattutto, ma non solo, per quei pazienti più fragili o per chi non necessita di un controllo clinico ricorrente".
Screening oncologici: sinergia con farmacie per migliorare adesione
Altro ambito in cui Cittadinanzattiva coinvolge le farmacie è quello degli screening oncologici: "Occorre recepire i bisogni degli utenti per garantire un'offerta di qualità e adeguati livelli informativi e comunicativi - si legge nel capitolo dedicato - rafforzando lo scambio di competenze e informazioni fra tutti gli attori del sistema. Una forte sinergia con le farmacie può migliorare l'adesione ai programmi di screening, fornendo supporto informativo alla popolazione target e facilitando la partecipazione al test di primo livello per il tumore colorettale".
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A cura di Redazione Farmacista33
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