Farmacisti
13 Settembre 2023 Sono ancora poco applicate le novità introdotte dal nuovo Contratto nazionale delle farmacie private: il riconoscimento del livello Q2 per i servizi gestiti, l’adesione all’assicurazione. Il punto di vista dei farmacisti non titolari
Restano ancora sottoutilizzate le novità introdotte dal nuovo Contratto nazionale delle farmacie private: il riconoscimento del livello Q2 a farmacisti che gestiscono uno o più servizi all'interno della farmacia è applicato in pochi casi, pochi dipendenti hanno aderito all’assicurazione e in pochi hanno compreso le differenze tra il precedente ente bilaterale e l’attuale Ebifarm. A raccogliere il polso sulla base di richieste di informazioni e chiarimenti pervenuti è il Sinasfa che segnala una “poca chiarezza” nei dettami del Ccnl “scarsa conoscenza” da parte dei dipendenti. Un ulteriore quadro aggiornato arriva anche da una survey condotta dal Movimento nazionale dei liberi farmacisti.
Poca chiarezza e conoscenza delle novità introdotte dal rinnovo del Ccnl
Il riconoscimento del livello Q2, come sottolinea Francesco Imperadrice, presidente del Sinasfa, “viene dato a pochi, ma ogni farmacista dipendente ormai si occupa di gestire almeno un servizio sanitario erogato dalla farmacia in cui lavora. Il Q2 è un riconoscimento professionale per chi fa uno o più servizi, non bisogna fare discriminazioni: chi si occupa di servizi in farmacia merita il riconoscimento del livello Q2 e gli va concesso. Nel contratto però non c’è chiarezza e non si evince con precisione a chi va riconosciuto e questo lascia una libera interpretazione”.
Anche sulla copertura assicurativa c’è poca adesione: “Molti colleghi non sanno che c’è oppure non sanno come usarla – aggiunge Imperadrice – hanno difficoltà a registrarsi sul sito della compagnia, con il risultato che non ne usufruiscono”. È cambiato anche l’ente bilaterale, “ora la contribuzione non è più su base volontaria ma è una quota fissa, molto contenuta, ma tra i colleghi c’è molta confusione su cos’è Ebifarm”. L’ente bilaterale previsto nell’ultimo rinnovo del Contratto, lo si ricorda, si occupa di promozione di studi e ricerche sul settore delle Farmacie; sviluppo di nuovi progetti in materia di conciliazione vita-lavoro e di welfare; gestione di iniziative in materia di formazione e riqualificazione professionale, erogazione di sussidi e prestazioni in favore dei lavoratori; relazione annuale su buone prassi ed eventuali criticità.
Mancato riconoscimento del livello tra le cause della carenza di farmacisti
A dare uno spaccato dello stato di applicazione delle novità del contratto è anche una recente survey condotta online dal Movimento nazionale liberi farmacisti su un campione di 610 farmacisti equamente suddivisi per genere, area geografica. L’85% dei farmacisti che hanno risposto lavora in una farmacia che eroga servizi ma solo nel 23% dei casi c’è stato il passaggio al livello Q2. Nei restanti casi non c’è stato e tra questi il 59% non ha avanzato la richiesta al datore di lavoro. Il restante 41% che ha fatto la richiesta ha avuto nella maggioranza dei casi (62,5%) una risposta di rinvio a un successivo momento. Un 8% dei datori ha risposto che non ci sono le condizioni economiche, il 25% non ha concesso il passaggio. La survey ha sondato anche le aspettative dei farmacisti di fare carriera nella farmacia e il 77% dice che non ce n’è nessuna, il 23% qualcuna. “Probabilmente – commenta Mnlf - tra le motivazioni per cui attualmente vi è scarsa disponibilità di farmacisti sul territorio e una diminuzione degli iscritti alle facoltà, risiede nella scarsa attenzione che le aziende ripongono nei livelli retributivi e in un CCNL che proprio nella disposizione più innovativa (livello quadri Q2), dopo due anni, ha fallito per la non applicabilità delle stesse aziende. Sino a quando la maggioranza delle farmacie italiane continueranno a ritenere il proprio organico laureato come una semplice "forza lavoro" e non quel valore aggiunto che dovrebbe, la "penuria" di farmacisti continuerà”.
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