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16 Gennaio 2025Si torna a parlare di Assistente di farmacia come possibile risposta alla carenza di farmacisti. Luca Pieri, presidente di Assofarm, la rilancia ma le sigle delle parafarmacie dicono no, è una proposta pericolosa
La carenza di farmacisti continua a essere un tema con cui le farmacie devono fare i conti, anche alla luce del calo di laureati: -20% in 5 anni registrato nel 2023 (secondo dati presentati dalla Fofi in audizione in Commissione Affari sociali). Una possibile risposta tornata sotto i riflettori del settore è la proposta dell’Assistente del Farmacista. A riparlarne, nuovamente, è Luca Pieri, presidente di Assofarm, che a maggio 2024 aveva proposto questo profilo professionale “figura già collaudata in altri paesi europei e che verrebbe formata attraverso una laurea breve” e a suo avviso “sbrigativamente respinta da troppi interlocutori”.
Di recente, infatti, Pieri ha rilanciato, tra le attività da fare nel 2025, la necessità di “un confronto programmatico sul problema della carenza di farmacisti” e, sulle polemiche emerse nel corso dell’anno proprio sulla figura dell’assistente di farmacia, ha detto: “Avremmo preferito ricevere risposte più credibili, basate cioè su controproposte altrettanto fattibili e affidabili della nostra”.
Il passaggio è stato raccolto da alcune associazioni. Il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti ha ritenuto “disdicevole” il “rammarico come quello relativo all’assistente farmacista”. Vincenzo Devito, Presidente Mnlf ha sottolineato che “se in tanti hanno detto di no, forse questo dovrebbe far riflettere che la soluzione proposta è errata”. E ha aggiunto che “nessuno ha fatto proposte alternative per risolvere il problema della carenza di farmacisti, noi – ha scritto in una nota - abbiamo indicato una strada precisa: innalzare in maniera sostanziale le paghe e offrire migliori percorsi di carriera”.
Alla voce di Mnlf si uniscono anche le sigle dei farmacisti di parafarmacia Unaftisp, Federfardis e Culpi: “La proposta di istituire una figura di assistente al farmacista diplomata dopo un solo anno di formazione appare, al momento, una soluzione frettolosa e potenzialmente pericolosa per la salute pubblica. Ci sono problemi più importanti da affrontare per tutelare la salute dei cittadini. Piuttosto che cercare soluzioni rapide e poco strutturate, sarebbe auspicabile concentrare gli sforzi sull'aumento delle retribuzioni e sul miglioramento delle condizioni di lavoro dei farmacisti, per incentivare l'ingresso e la permanenza di professionisti altamente qualificati nel settore. È evidente che qualsiasi cambiamento dovrà mettere al centro la tutela della salute dei cittadini, senza scendere a compromessi sulla formazione e sulla competenza professionale”.
E in una nota congiunta dichiarano: “Vogliamo difendere la figura professionale del farmacista. Potremmo usufruire anche noi di questo tipo di impiegati ma siamo contrari perché, secondo noi, la creazione di una nuova figura professionale con formazione ridotta rischia di svalutare ulteriormente una professione già sottoposta a forti pressioni economiche e contrattuali”. Le sigle auspicano che la Fofi “condivida questa posizione e prenda una chiara posizione pubblica”.
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