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20 Gennaio 2025Conasfa, Associazione professionale dei farmacisti non titolari, ribadisce il proprio No alla proposta di introdurre la figura dell'assistente farmacista: riflette una farmacia orientata verso un servizio di bassa qualità
La qualità del servizio sanitario garantita dal farmacista non può essere compromessa da figure meno qualificate così come l’attuale “fuga dei professionisti dalla farmacia non si risolve introducendo figure meno qualificate, ma rendendo nuovamente attrattiva la professione del farmacista”. Risponde così il Conasfa al rilancio della figura dell'assistente farmacista, difendendo il ruolo centrale del farmacista nel sistema sanitario ed evidenziando la necessità di professionisti formati per garantire un'assistenza personalizzata, sicura ed efficace.
Il consiglio direttivo dell’Associazione professionale dei farmacisti non titolari ricorda di aver già preso una “posizione chiara in merito, esprimendo una netta opposizione all'idea di una Farmacia orientata verso un servizio di bassa qualità, chiedendo di riflettere su come sia possibile alzare l'asticella del servizio abbassandone la professionalità”. E provocatoriamente rilancia la domanda: “Come si può migliorare il servizio riducendone la qualità? La risposta di Conasfa è semplice e diretta: non si può”.
La qualità del servizio al cittadino, specie in un settore cruciale come quello della salute, “non può essere sacrificata sull'altare della convenienza o di una malintesa semplificazione” sottolinea l’associazione. “La professionalità dei farmacisti è un baluardo imprescindibile per garantire un’assistenza farmaceutica personalizzata, sicura ed efficace. Il rischio di un servizio impoverito, standardizzato e distaccato dalle reali esigenze del paziente è tangibile”. Conasfa mette in guardia contro “modelli di business che promuovono l’idea del Farmacista distributore di medicinali, volendo ridurre l’interazione con l’utente a pochi minuti dedicati alla vendita”.
L’immagine del farmacista come dispensatore di medicinali “rende facilmente sostituibile da figure meno qualificate” avverte Conasfa: “Questa visione mina la funzione educativa, consultiva, di monitoraggio e aderenza terapeutica che il farmacista svolge a tutela del cittadino e della salute pubblica. Conasfa, invece, propone un rilancio del ruolo sanitario del Farmacista verso il monitoraggio dell’aderenza alle terapie farmacologiche, il counselling personalizzato, l’attività di Farmacovigilanza, la ricognizione terapeutica e le attività di prevenzione per tutelare e migliorare la salute della popolazione”. E richiama il contributo dato dai farmacisti nella campagna vaccinale anti-Covid grazie al quale è stato possibile “raggiungere una copertura oltre i livelli sperati”
Il farmacista deve “continuare a essere un professionista centrale del sistema sanitario, non una figura marginale e sacrificabile. La farmacia dei servizi potrà decollare solo se si garantirà un servizio di alta qualità. Questo significa formare i farmacisti, non introdurre figure meno qualificate”. Ne corso del dibattito su questa ipotesi di un nuovo profilo professionale, il Conasfa aveva sottolineato come la proposta dell'assistente farmacista andrebbe in “direzione opposta a quella seguita dalla Fofi in questi anni" che mira a valorizzare l’attività svolta ogni giorno nelle farmacie italiane "per aumentare l’aderenza dei pazienti alle terapie; l’attività di farmacovigilanza, la ricognizione terapeutica. L’introduzione di nuovi servizi deve portare a un ampliamento delle competenze del farmacista, non può essere causa dell’abbandono dell’importante attività svolta sul farmaco a tutela della salute dei cittadini”.
Per Conasfa la risposta alla fuga dei professionisti dalla farmacia e alla carenza di personale non può arrivare dall’introduzione di “figure meno qualificate, ma rendendo nuovamente attrattiva la professione del Farmacista in Farmacia. Per fare ciò va innanzitutto riconosciuto il ruolo sanitario del farmacista, un adeguato stipendio congruo a tutta la professionalità messa in campo verso il paziente, adeguate tutele e un’adeguata conciliazione tra lavoro e vita privata. Va poi prevista la possibilità di una crescita professionale con percorsi di carriera e riconoscimento del merito”.
L’auspicio del consiglio direttivo è che “prevalga il desiderio di garantire un servizio adeguato al cittadino, che solo un professionista qualificato come il farmacista può offrire, anziché il mero l'interesse economico”.
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