Coronavirus Sars Cov-2 e alimenti: facciamo chiarezza sui rischi di trasmissione col cibo
La situazione in merito all'epidemia influenzale Covid-19 partita dalla Cina è in rapida evoluzione, ma cosa possiamo dire di certo in merito alla relazione fra il virus 2019-nCoV e gli alimenti?
Come dice l'Istituto superiore di sanità la situazione in merito all'epidemia influenzale Covid-19 oggi in atto è in rapida evoluzione e quindi "le informazioni che vengono date dalle fonti ufficiali potrebbero non risultare sempre allineate con i dati più recenti disponibili". Vogliamo però fare il punto su quanto si sa in merito alla relazione coronavirusSars Cov-2 e alimenti. Il 9 gennaio 2020 l'Oms ha reso noto che le autorità sanitarie cinesi avevano identificato un nuovo ceppo di coronavirus mai accertato prima nell'uomo, oggi denominato definitivamente Sars Cov-2- mentre la malattia associata è stata chiamata Covid-19 (Corona Virus Disease). Si tratta di un nuovo ceppo di coronavirus per l'uomo, che però fa parte di una famiglia più ampia di virus respiratori che possono causare dal comune raffreddore a sindromi respiratorie come la Mers (sindrome respiratoria mediorientale) e la Sars (sindrome respiratoria acuta grave).
Passaggio da animale a uomo
I coronavirus sono comuni in molte specie animali (come i cammelli e i pipistrelli) ma in alcuni casi, anche se raramente, possono evolversi e infettare l'uomo per poi diffondersi a quest'ultimo, compiendo quello che viene definito un salto di specie (spill over), fenomeno che si pensa sia all'origine anche del nuovo Sars Cov-2. Quello che si può dire ora è che il nuovo coronavirus "dalle analisi genetiche e dai confronti con le sequenze di altri coronavirus da diverse specie animali, sembra essere originato da pipistrelli". Ma come per Sars-CoV e Mers-CoV, si ipotizza che la trasmissione non sia avvenuta direttamente da pipistrelli all'uomo, ma che vi sia stato un altro animale ancora da identificare che ha agito da trampolino di lancio verso l'uomo. Si pensa ad alcune specie di serpenti, frequentemente venduti nei mercati di animali vivi, ma lo studio scientifico che ha proposto quest'ipotesi è stato criticato da alcuni studiosi perché non è chiaro - dicono questi ultimi - se i coronavirus possano infettare i serpenti.
Ipotesi sulle abitudini alimentari
Ad oggi di fatto la fonte dell'infezione è ancora da definire in modo certo. Sono abbastanza realistiche tuttavia le ipotesi avanzate sin dall'inizio dell'epidemia, che legano la trasmissione del virus ad abitudini alimentari che non osservano condizioni igieniche di base. Il riferimento è ai mercati di animali vivi diffusi in Asia ma anche in Africa, i cosiddetti wet market - cioè mercati bagnati - che devono appunto il loro nome all'abbondante quantità di acqua usata per ripulire i pavimenti. Qui si vendono animali vivi di ogni tipo (anche selvatici) destinati all'alimentazione umana, ma le condizioni igieniche dovute alla promiscuità fra animali, alimenti derivati da questi animali e l'uomo sono scarse. Il coronavirus (Sars-CoV) identificato come l'agente eziologico della Sars, per esempio, è arrivato all'uomo passando da diverse specie animali, tra cui pipistrelli, zibetto dell'Himalaya (Paguma larvata) e procione (Nyctereutes procyonoides), e la trasmissione tra le varie specie animali e l'uomo si suppone sia avvenuta nei mercati di animali vivi nella provincia cinese del Guangdong. Per la maggior parte dei casi di Covid-19 è stata evidenziata un'associazione epidemiologica (esposizione) con il mercato di Wuhan, dove venivano venduti frutti di mare, ma anche pollame, serpenti, pipistrelli e altri animali da allevamento (fonte SIMeVep).
Iss: la trasmissione non è alimentare
La malattia è dunque una zoonosi. Tuttavia, conferma l'Iss, le conoscenze di cui si dispone dicono che la trasmissione di questo virus non avviene per via alimentare poiché le malattie respiratorie normalmente non passano con il cibo. Vale però, a maggior ragione nella situazione attuale di allarme globale, la regola di osservare con gli alimenti una scrupolosa igiene: i cibi devono essere manipolati rispettando le buone pratiche igieniche (lavaggio delle mani in primis) ed evitando il contatto tra alimenti crudi e cotti. E in merito ai prodotti alimentari provenienti dalla Cina? Come per le importazioni di animali e prodotti di origine animale, a causa della situazione sanitaria degli animali in Cina, solo pochi prodotti alimentari di origine animale sono oggi autorizzati per l'importazione nell'Ue, a condizione che soddisfino rigorosi requisiti sanitari e siano stati sottoposti a controlli. Solo pochi animali vivi e prodotti animali non trasformati sono poi autorizzati per l'importazione. Al contrario i viaggiatori che entrano nel territorio doganale dell'Ue e provenienti dalla Cina non possono trasportare nel bagaglio carne, prodotti a base di carne, latte o prodotti lattiero-caseari.
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