Covid-19, con aumento contagi picchi tamponi in farmacie. Le ricadute da nuove misure al vaglio
Le Asl sono in affanno per la gestione dei tamponi, situazioni di difficoltà in alcune farmacie. Tra le ipotesi del governo obbligo per tutti di tampone per eventi, cinema e teatri
A fronte di un progressivo aumento dei contagi, è diventato più acceso il confronto sulle possibili ulteriori misure di contrasto al Covid-19. Il premier Mario Draghi sembra rimandare ogni decisione alla cabina di regia di giovedì, quando si avranno dati più certi sulla diffusione della variante Omicron. Tra le ipotesi trapelate, c'è anche l'idea di rendere obbligatorio per tutti - vaccinati compresi - il tampone per accedere a eventi o a luoghi chiusi particolarmente affollati. Ma la misura desta perplessità anche perché, già ora, alcune Asl sono in affanno e c'è chi segnala, anche sui social, situazioni di difficoltà in alcune farmacie. «La farmacia ha già dato prova di saper rispondere a tutte le necessità imposte dalla pandemia» ha rassicurato Andrea Mandelli, presidente Fofi.
Con aumento contagi picchi di tamponi in farmacia
«La grande contagiosità della nuova variante Omicron» è stato l'intervento di Mandelli ieri al Tgcom24 «richiede ulteriori misure per contenerne la diffusione, anche in base a quanto ci dirà l'instant survey sulla incidenza della variante condotta dall'Istituto superiore di sanità. Certo, non possiamo permetterci, dal punto della qualità della vita e anche dell'economia, una nuova chiusura del paese». Ma a preoccupare è anche la tenuta delle attività di diagnosi e conctact tracing: già oggi l'andamento dei contagi sta determinando un aumento nelle richieste di tamponi, con farmacie che anche sui social lamentano agende piene, ma quale è la situazione? «È troppo presto per lanciare allarmi» riporta l'house organ della Fofi. «Gli ultimi dati mostrano che vengono eseguiti circa 800.000 tamponi al giorno. Ma, d'altra parte, basta pensare che già a poche ore dall'entrata in vigore dell'obbligo del Green Pass sul lavoro il numero dei test eseguiti nella rete delle farmacie è stato più che raddoppiato senza difficoltà di rilievo. Del resto, sono due anni che i farmacisti continuano a rispondere a tutte le necessità imposte dalla pandemia, non interrompendo mai la loro funzione di primo presidio sanitario sul territorio».
Mandelli: troppo presto per allarmismi. Farmacie finora hanno tenuto
Certo è che la misura più efficace nella lotta alla pandemia resta il vaccino: «Nel raffronto tra i dati del 2020 e del 2021 è più che evidente che grazie ai vaccini si sono enormemente ridotti ricoveri e decessi, e a oggi non esiste alternativa. E anche su questo fronte le farmacie stanno dando un importante contributo, molto apprezzato dai cittadini che hanno così la possibilità di vaccinarsi in un ambiente più famigliare, affidandosi a professionisti che conoscono da tempo». Da Mandelli arriva poi una riflessione sulle terapie domiciliari: «Sarà fondamentale portare gli antivirali al paziente nel modo più semplice, cioè attraverso le farmacie, evitando la distribuzione nelle strutture ospedaliere. Una soluzione, quest'ultima, che si è dimostrata controproducente, soprattutto in una fase in cui si devono ridurre gli spostamenti e gli ospedali devono rispondere ad altre necessità».
Governo studia ulteriori misure. Tra le ipotesi allargamento tamponi a vaccinati
Intanto, continua la discussione tra i decisori politici sulla stretta per contenere i contagi e tra le ipotesi sul tavolo, oltre a una sforbiciata della durata del Green Pass, a cinque o sette mesi, c'è l'idea di richiedere il tampone anche ai vaccinati per partecipare a eventi o accedere a luoghi affollati, quali cinema, stadi e discoteche. «Nessuna decisione è stata assunta» ha detto ieri Roberto Speranza, ministro della Salute a Che tempo che fa, «e giovedì faremo la nostra valutazione. C'è un elemento di preoccupazione da parte del Governo, ci stiamo confrontando e valuteremo le soluzioni possibili. Bisogna insistere sulle due leve: dosi di richiamo e utilizzo delle mascherine». Ma per Franco Locatelli, coordinatore del Cts e presidente del Consiglio Superiore di sanità, «se la situazione epidemica dovesse continuare a peggiorare, oltre all'introduzione delle mascherine all'aperto, va valutato il tampone obbligatorio anche per i vaccinati» in situazioni di affollamento. «In ogni caso le ulteriori misure verranno considerate seguendo i principi ispiratori della proporzionalità e della pronta reattività». «Le decisioni verranno prese sulla base dei dati dell'ultimo sequenziamento che ci dirà qualcosa sulla velocità di diffusione della variante Omicron» chiarisce il premier Mario Draghi. «Il succo del discorso resta quello di procedere con la massima velocità sulla terza dose». L'ipotesi di una stretta al tampone fa comunque discutere: per Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive all'ospedale San Martino di Genova, «l'unico provvedimento che bisognerebbe prendere con urgenza sarebbe quello di rendere il vaccino obbligatorio, procedendo per fasce d'età». Da Fabrizio Pregliasco, docente a Milano, viene invece osservato che «il tampone anche per i vaccinati non è la sconfitta del vaccino, ma è come mettere cintura e bretelle. È una misura da prendere nell'ottica della massima cautela, che non sminuisce la funzione protettiva del vaccino».
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A cura di Redazione Farmacista33
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