Farmacisti prescrittori, attività autonoma nelle strutture di cura ha vantaggi specifici. Ecco quali
L'inserimento di farmacisti che prescrivono in autonomia rispetto al medico, all'interno di strutture residenziali di assistenza ha portato vantaggi specifici
L'inserimento di farmacisti che prescrivono in autonomia rispetto al medico, all'interno di strutture residenziali di assistenza dove erano già presenti ma senza questa mansione ha portato vantaggi specifici con riduzione del carico di lavoro su tutti gli operatori, delle prescrizioni inappropriate e degli eventi avversi. I dati sono stati raccolti nell'ambito di un progetto sviluppato in Inghilterra, il Care Homes Independent Pharmacist Prescriber Study (Chipps) che ha richiesto 10 anni per essere completato fino alla pubblicazione sul BMJ.
Prescrizione in autonomia dal medico
Lo studio controllato randomizzato ha coinvolto 25 farmacisti prescrittori indipendenti formati per migliorare la gestione e la sicurezza dei farmaci in struttura sanitarie di assistenza in Inghilterra, Scozia e Irlanda del Nord. Lo studio, scrivono gli autori, "ha confermato ciò che già sapevamo: l'assunzione di farmacisti per supportare le care homes migliora la qualità delle prescrizioni che a sua volta potrebbero dare futuri benefici per la salute". In Inghilterra il governo aveva già aderito a questa idea quando ha assunto i farmacisti per lavorare nelle cure primarie alcuni anni fa in particolare a supporto della care homes. "Il punto importante da cogliere da questo studio - sottolineano gli autori - è che l'inserimento di farmacisti che sono prescrittori indipendenti in questo ruolo porta vantaggi specifici. Tutti gli studi precedenti prevedevano che le decisioni del farmacista sui farmaci dovevano essere validati da un medico. Nel Chipps, l'uso di farmacisti indipendenti prescrittori (PIP) significava che non solo erano in grado di apportare modifiche ai farmaci autonomamente, ma erano anche in grado di autorizzare prescrizioni mensili ripetute, rispondere direttamente alle domande nella casa di cura e aiutare con la carenza di scorte o richieste urgenti". Questo cambiamento di responsabilità probabilmente spiega perché sia le strutture che i medici nella sperimentazione abbiano accolto con favore l'intervento e hanno riportato riduzioni del carico di lavoro. Preoccupazioni per i possibili rischi per la sicurezza ha comportato un intenso monitoraggio che non ha rivelato problemi su questo punto. Anche la valutazione indipendente da parte di consulenti geriatri non ha rilevato interventi inappropriati. Infine, una revisione indipendente di tutti gli eventi avversi gravi, come decessi e ricoveri, dal medico di base dei residenti delle case di cura interessati ha riferito che nessuno poteva essere attribuito alle attività dei Pip".
Riduzione delle prescrizioni di farmaci e delle reazioni avverse
I ricercatori non sono riusciti a valutare nell'arco temporale di osservazione vantaggi clinici sui pazienti, ma hanno valutato che la riduzione delle prescrizioni di farmaci anticolinergici e sedativi da parte dei PIP potrebbe portare a una riduzione delle reazioni o eventi avversi al farmaco. CHIPPS, tuttavia, fornisce prove a sostegno dell'implementazione di questo modello di assistenza: l'integrazione dei PIP nelle case di cura può dare un notevole contributo al miglioramento dell'organizzazione e al contempo dell'assistenza ai residenti. Va notato, tuttavia, che i PIP visitavano i pazienti settimanalmente per mezza giornata. Ciò rappresenterebbe un notevole spostamento dei costi relativi alla fornitura di assistenza, e consente al farmacista di diventare effettivamente responsabile di tutti gli aspetti della gestione dei medicinali nelle case di cura. (SZ)
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A cura di Redazione Farmacista33
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