Milleproroghe, ok da Senato. Da ricetta elettronica a obbligo Ecm, ecco le novità approvate
Approvato in prima lettura al Senato il decreto di conversione del cosiddetto Milleproroghe. Dalla formazione alla ricetta elettronica, ecco le novità per i farmacisti
Approvato in prima lettura al Senato - con 88 sì, 63 no e 3 astenuti -, il decreto di conversione del cosiddetto Milleproroghe. Il provvedimento passa ora all'esame della Camera dove il Governo porrà la questione di fiducia, con voto finale previsto per il 23 - il testo scade il 27 febbraio. Dalla formazione alla ricetta elettronica, ecco le novità per i farmacisti.
Milleproroghe verso la fiducia alla Camera. Conversione entro febbraio
Sono molte le modifiche apportate durante i lavori di conversione del cosiddetto Decreto Milleproroghe, soprattutto in ambito sanitario, ma ci sono anche interventi che non hanno trovato posto: nell'ultima versione è stato respinto l'emendamento che mirava a rendere strutturale la misura della ricetta elettronica, anche se resta confermata comunque la proroga fino a fine 2024. L'intervento ha visto favorevoli tutte le professioni sanitarie: "La ricetta elettronica ha impresso una notevole accelerazione al processo di digitalizzazione della dispensazione del farmaco" aveva detto qualche giorno fa il presidente della FOFI, Andrea Mandelli. "La possibilità di ricevere la prescrizione medica via e-mail o su uno smartphone ha notevolmente semplificato l'accesso alle cure per i pazienti". "Si tratta ora" aveva dichiarato alle Agenzie, Silvestro Scotti, segretario generale della Fimmg, principale sindacato nazionale dei medici di medicina generale, "di sfruttare l'anno di proroga per definire una soluzione strutturale: al cittadino dovrebbe bastare la tessera sanitaria per ritirare i medicinali prescritti dal medico o per fare un esame, come succede, per esempio, in Piemonte". Tale semplificazione, non a caso, dovrebbe andare di pari passo con "il fascicolo sanitario. Una volta attivato, infatti, tutte le attività sanitarie relative al singolo assistito sono accessibili e l'obiettivo che dobbiamo raggiungere, utilizzando al meglio il tempo che la proroga offre, è proprio quello di rendere i servizi utilizzabili presentando la propria tessera al farmacista o al centro diagnostico, senza far circolare più stampe".
Proroga scadenze e recupero crediti: le novità in tema di Ecm
Importante, poi, anche la misura relativa all'obbligo formativo Ecm, che è andata a sanare una criticità che si era creata con la formulazione di fine anno. I farmacisti, così come gli altri professionisti della sanità, hanno tempo fino al 31 dicembre 2023 per mettersi in regola con l'obbligo formativo relativo al periodo 2020-2022. Ma a rendere possibile l'allungamento è una proroga: il nuovo triennio formativo, infatti, scatterà in maniera ordinaria dal primo gennaio 2023, fino al 31 dicembre 2025. In questo modo, tutti i professionisti sanitari che hanno già raggiunto il fabbisogno relativo al triennio passato possono accumulare regolarmente crediti in vista della nuova scadenza. Nel provvedimento è contenuto, poi, un intervento per offrire un ulteriore possibilità di regolarizzare le posizioni rispetto ai periodi passati. L'emendamento prevede di fatto una proroga anche al meccanismo del recupero dei crediti formativi per i trienni precedenti (2014-2016 e 2017-2019). "La certificazione dell'assolvimento dell'obbligo ECM" si legge "per questi periodi potrà essere conseguita attraverso crediti compensativi definiti secondo provvedimento che dovrà emanare la Commissione nazionale della formazione continua".
Payback dispositivi, medici in pensione e intramoenia infermieristica: le altre misure
Per quanto riguarda il Payback relativo ai dispositivi medici, il pagamento dei 2,2 miliardi del payback 2015-2018 da parte delle aziende di dispositivi medici continuerà ad essere prorogato al prossimo 30 aprile 2023, così come era stabilito dal decreto legge 4/2023. Tra gli altri punti toccati c'è anche l'emendamento che permette alle aziende del Ssn di trattenere in servizio mmg e pediatri di libera scelta fino ai 72 anni invece che ai 70 - su base volontaria. Si tratta di una misura che "può essere d'aiuto contro l'emergenza legata alla carenza di medici" è il commento di Scotti. "Da qui al 2026 sono ottomila i mmg che andranno in pensione". Considerato che "ognuno assiste mediamente 1.500 persone, se il 10% accettasse di posticipare il ritiro oltre un milione di italiani eviterebbe di perdere l'assistenza primaria". Infine per quanto riguarda gli infermieri viene prevista, come sottolineato dalla Fnopi in una nota, "l'introduzione della possibilità di svolgere attività libero professionale intramoenia anche presso strutture diverse da quella di appartenenza, sulla base di accordi decentrati, o presso la medesima struttura in regime di esclusività, elevando da 4 a 8 il monte ore settimanale in cui l'attività è consentita".
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A cura di Redazione Farmacista33
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