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20 Febbraio 2023

Terza Giornata nazionale del personale sanitario: per ricordare l’impegno e il sacrificio


Si celebra la terza Giornata nazionale del personale sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato, per ricordare l'impegno e il sacrificio durante il Covid


Si celebra oggi la terza Giornata nazionale del personale sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato, per ricordare l'impegno e il sacrificio profuso dai professionisti della sanità - sono stati circa 500 i decessi - durante la pandemia da Covid-19. La giornata nazionale è stata istituita con la Legge 13 novembre 2020 e oggi ha visto a Roma un evento - "Insieme per garantire la salute di tutti" - organizzato dalle 11 Federazioni e Consigli nazionali degli Ordini delle Professioni sociosanitarie, con la partecipazione del Ministro della Salute, Orazio Schillaci.

Professionisti della sanità leva principale della salute

"Proprio il 20 febbraio di tre anni fa" è stato l'intervento del Ministro "è stato scoperto il primo caso di Covid-19 in Italia all'ospedale Civico di Codogno, segnando l'inizio della pandemia, che vide in prima linea i professionisti sanitari e sociosanitari, il personale socio-assistenziale insieme al mondo del volontariato. A tutti loro, e ai loro familiari, ancora oggi, va la nostra gratitudine, per quello che hanno fatto nelle fasi più acute e per ciò che continuano a fare, ogni giorno". Per il Ministro "il capitale umano è la leva principale dei servizi sanitari". Per questo vanno affrontate tutte le criticità: in primo luogo "la carenza di personale, che rappresenta, da anni, un'emergenza nazionale". In questa direzione, "ho assunto l'impegno, di procedere a una rivalutazione del trattamento economico di chi ogni giorno è impegnato nel servizio sanitario pubblico". Un primo passo "è stato l'inserimento, nella legge di bilancio 2023, della norma che incrementa l'indennità al personale operante presso il pronto soccorso". È anche "necessario agire sui vincoli di spesa per permettere alle Regioni di potenziare gli organici e rafforzare i servizi sanitari regionali". Tra le altre leve c'è poi "la formazione e sviluppo delle competenze", su cui occorre "investire", aumentando anche "il numero degli iscritti nelle università e colmando la carenza di figure specialistiche". Ma da affrontare al più presto ci sono poi gli episodi di aggressione "fisica e verbale" contro gli operatori sanitari "che si ripetono con frequenza, in particolare contro le donne. L'Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie è stato potenziato e a breve partirà anche il tavolo dedicato ai pronto soccorso, dove si verificano in misura maggiore i casi di aggressione". Allo stesso tempo "occorre riorganizzare la sanità pubblica, mettendo la persona al centro: è prioritario valorizzare il ruolo di tutte le professionalità impegnate sul territorio, sviluppare team multidisciplinari, realizzare un'assistenza capillare attraverso le reti di prossimità e cogliere le opportunità offerte dalle risorse del Pnrr".

Carenza personale e aggressioni le criticità da affrontare

Anche da parte di Andrea Mandelli, presidente Fofi, viene sottolineata la necessità di rilanciare la sanità pubblica, "potenziando gli ospedali, riformando l'assistenza territoriale nella quale i farmacisti sono stati protagonisti, come lo sono stati in ospedale. Si tratta di fare una sintesi di questi tre anni con una proposta che tenga conto delle difficoltà economiche che in questo momento impediscono a tanti italiani di curarsi". Ma "il sentimento di oggi è soprattutto l'emozione per i momenti difficili e bui che abbiamo vissuto, senza sapere cosa dovevamo e potevamo fare. Voglio condividere con tutti un ringraziamento" a tutti coloro che hanno contribuito all'assistenza, "a tutte le farmaciste e i farmacisti e gli operatori sanitari che in questi tre anni hanno dimenticato loro stessi e le loro famiglie per essere da parte di chi ha bisogno e degli ammalati e ai 33 farmacisti che oggi, purtroppo, non sono con noi e con le loro famiglie".

Mettere un freno alla fuga dal ssn e all'estero

"È un momento importante questo" ha aggiunto Filippo Anelli, presidente della Fnomceo, "che ci ricorda l'importanza di fare di più, per avvicinarci ai cittadini. Le professioni emergono come leva fondamentale per il diritto alla salute. E il messaggio che ci ha trasmesso questo periodo di pandemia è l'importanza di aver agito insieme per far fronte alle conseguenze della crisi sanitaria. Oggi però bisogna fare un cambio di passo, invertire il paradigma e puntare sulle professioni nel rilancio del Ssn. Sono troppi i colleghi che vanno all'estero o che abbandonano il Ssn. Siamo di fronte a un grido che va raccolto".

"Per noi" ha detto Barbara Mangiacavalli, presidente della Fnopi, che ha condotto l'apertura dei lavori a nome delle 11 Federazioni e Consigli nazionali degli Ordini delle Professioni sociosanitarie "è il giorno del 'grazie' per il lavoro quotidiano delle nostre colleghe e dei nostri colleghi, che non si sono mai fermato, prima, durante e dopo l'ondata pandemica. Le professioni sociosanitarie sono da sempre accanto a chi soffre. Anche nelle fasi più dure della pandemia, quando non c'erano ancora i vaccini e mancavano spesso anche i dispositivi di protezione individuale, l'assistenza non è mai venuta meno. Nella prima e nella seconda fase Covid-19 si contano circa 500 decessi tra i professionisti sociosanitari e i contagi, che ancora proseguono negli ultimi mesi al ritmo di 5-8.000 ogni 30 giorni, hanno raggiunto, tra infezioni e reinfezioni, quota 474.000 al 6 febbraio".

Francesca Giani

TAG: PERSONALE SANITARIO, COVID-19, GIORNATA NAZIONALE DEL PERSONALE SANITARIO, SOCIOSANITARIO, SOCIOASSISTENZIALE E DEL VOLONTARIATO , ORAZIO SCHILLACI

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