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Sanità

22 Settembre 2023

Covid-19, gestione positivi asintomatici: attese raccomandazioni per la scuola. Medici lontani da pazienti

Il Ministero sta lavorando per un documento che contenga raccomandazioni per la gestione di bambini e ragazzi in età scolare positivi al Covid asintomatici in presenza di fragili

di Simona Zazzetta


Covid-19, gestione positivi asintomatici: attese raccomandazioni per la scuola. Medici lontani da pazienti

I bambini e i ragazzi in età scolare positivi al Covid con sintomi non devono andare in classe finché non si negativizzano, mentre per gli asintomatici si sta valutando il comportamento da adottare in presenza di altri bambini o insegnanti fragili. Lo ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci, in un'intervista al Corriere della Sera parlando delle valutazioni in corso sul Covid: “Stiamo lavorando per arrivare a un documento congiunto che contenga queste raccomandazioni".

Scuola: personale chiede al più presto chiarimenti
I sindacati e personale scolastico sollecitano al più presto chiarimenti da parte del ministero della Salute sul come gestire i contagi tra insegnanti e alunni. "Bisogna avere un atteggiamento di tranquillità - sostiene il ministro - perché i numeri del contagio sono aumentati, in numero assoluto", ma rispetto ai ricoveri e alle terapie intensive "questo, oggi, è assolutamente sotto controllo. La nostra attenzione, sia in questa fase che in quella successiva che inizierà a partire dalla prossima settimana con la vaccinazione - spiega - è diretta alle persone più anziane e fragili. E quindi anche per la scuola ci guideranno questi principi. Però senza imposizioni di misure che ci sembrano assolutamente da non prendere in considerazione. Stiamo studiando delle raccomandazioni che permettano di andare a scuola tranquillamente, senza ritornare alle misure restrittive di una volta, non più necessarie. Stiamo lavorando per arrivare a un documento congiunto che contenga queste raccomandazioni".

Le decisioni ha spiegato sono supportate da due concetti cardine. “Il primo è che la patologia non presenta più le caratteristiche di virulenza del passato, pur avendo chiaro che i soggetti fragili, gli anziani, i pazienti oncologici e tutti i pazienti a rischio vanno protetti comunque. Il secondo è che dopo aver ricondotto il Covid nell’alveo delle patologie respiratorie trasmissibili, dopo aver tolto l’obbligo di isolamento per i pazienti positivi, stiamo valutando le necessità all’interno delle classi e delle scuole di proteggere i bambini, gli insegnanti, e il personale scolastico che presentano elementi di fragilità”.

In ogni caso "i pazienti e bambini sintomatici devono stare a casa, come per qualsiasi malattia respiratoria contagiosa, il tempo necessario perché la positività venga meno; sono contagiosi soprattutto nei primi cinque giorni. Quello che stiamo ancora valutando è il comportamento di fronte a positivi asintomatici. Stiamo valutando se adottare raccomandazioni in base al contesto, cioè in base alla presenza di soggetti fragili o in assoluto".   

Medici positivi asintomatici lontani dai pazienti e dai reparti
Più stringente l’approccio degli ospedali: i medici positivi anche se asintomatici, devono restare lontani dai pazienti e dai reparti, svolgendo altre mansioni.

"Faremo una campagna vaccinale molto stringente – ha detto il ministro nei giorni scorsi - perché dobbiamo far sì che in maniera volontaria, ma con grande responsabilità, alcune categorie vengano vaccinate, come gli anziani, le persone fragili, gli operatori sanitari, le donne in gravidanza. Ed oltre il Covid - ha spiegato - è importante anche la campagna vaccinale per l'influenza, che in passato in Italia ha portato tante vittime".

Intanto, negli ospedali italiani si attua una stretta, come spiega il presidente della Federazione Italiana delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere (Fiaso), Giovanni Migliore: "Le direzioni Salute delle Regioni stanno dando delle indicazioni. L'orientamento è quello di non tenere a contatto i pazienti tutti, e ovviamente in particolare i più fragili, con coloro che sono positivi e devono far trascorrere il periodo nel quale possono trasmettere il virus. Perciò, tali sanitari devono essere collocati in delle aree che non sono considerate a rischio, e dunque non possono stare all'interno dei reparti ma devono essere adibiti ad altre mansioni".

Il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato ricorda che è già stata emanata una circolare in cui si specifica che è richiesta la mascherina all'interno degli ospedali laddove c'è la presenza di soggetti fragili. Tra le Regioni, però, la Campania ha scelto una linea di maggiore rigore e ha reintrodotto l'obbligo di mascherina in ospedale in tutti i reparti per personale, pazienti e visitatori.

Intanto prosegue il monitoraggio dei contagi che salgono facendo registrare 36.081 casi nel periodo 14-20 settembre con una crescita del 17,3% sulla settimana precedente quando si era registrato un balzo a 30.777 casi con un aumento del 44% sul periodo precedente. Lo mostrano i dati della cabina di regia dell’Istituto superiore di sanità e del ministero della Salute.

L'impatto sugli ospedali resta limitato e la situazione in linea con il quadro europee. L'occupazione dei posti letto in area medica al 20 settembre risulta al 4,1% contro il 3,8% del 13 settembre per un totale di 2.533 ricoverati. L’Emilia-Romagna è in testa con 466 posti letto occupati in area medica.

In Terapia Intensiva l'occupazione al 20 settembre è dell'1% dallo 0,9% del 13 settembre, con 91 ricoverati su un totale di 8.861 posti letto. In testa la Calabria con 12 ricoveri seguita con 11 da Emilia-Romagna e Lazio.

TAG: MEDICI, COVID-19, MASCHERINE, SEGNI E SINTOMI, PAZIENTI FRAGILI, SCUOLA

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