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20 Giugno 2024

Polveri sahariane e caldo: rischi per la salute e raccomandazioni

Cieli offuscati e superfici impolverate in Europa Sudorientale e nel Mediterraneo. La Società italiana di medicina ambientale (Sima) avverte sui rischi per la salute e fornisce raccomandazioni 

di Giulia Vismara


Polveri sahariane e caldo: rischi per la salute e raccomandazioni

L’arrivo dell’anticiclone africano porta con sé un aumento delle polveri sahariane nell’atmosfera, causando cieli offuscati e superfici impolverate. Inizialmente, la quasi totale assenza di precipitazioni impedirà al pulviscolo di cadere al suolo, rendendo il cielo biancastro o addirittura giallastro in alcune aree. Questo aumento delle polveri è già visibile dalle immagini satellitari e si intensificherà nelle prossime ore, raggiungendo il picco tra giovedì e venerdì.

Questa ondata è l’ennesima di una serie di eventi recenti, come quelli dell’8-9 giugno e del 13 giugno 2024, che hanno colpito Grecia, Cipro, Turchia occidentale, i Balcani e alcune regioni del Sud Italia. Gli esperti ritengono che questi eventi possano essere legati a cambiamenti nella circolazione atmosferica dovuti al riscaldamento globale.

I modelli previsionali indicano che le concentrazioni di polveri al Centro-Nord potrebbero raggiungere i 2000 mg per metro quadrato, un livello sufficientemente alto da tingere di rosso tutte le superfici esposte, in particolare le automobili. Tuttavia, tra domenica e l’inizio della prossima settimana, correnti più occidentali dovrebbero portare a un miglioramento della qualità dell’aria, con cieli più tersi e puliti.

Nel weekend, le polveri inizieranno a dissiparsi gradualmente, partendo dalle regioni settentrionali e occidentali. Per quanto riguarda la cosiddetta “pioggia rossa”, i temporali previsti potrebbero provocare la caduta di abbondante pulviscolo, soprattutto sulle auto. Nelle aree dove non sono previste piogge, la quantità di polvere che si depositerà sarà significativamente inferiore.

Gli effetti del passaggio dell’anticiclone africano e delle polveri sahariane saranno quindi più evidenti tra giovedì e venerdì, con un miglioramento previsto per la fine del weekend. Le previsioni arrivano dal Centro Europeo Copernicus atmosphere monitoring service (Cams) grazie ai dati provenienti dai satelliti di monitoraggio terrestre Copernicus.

Rischi per la salute 

La Società italiana di medicina ambientale (Sima) avverte che l’ondata di polvere potrebbe peggiorare la qualità dell’aria, con potenziali rischi per la salute di milioni di persone.

Il presidente Alessandro Miani, presidente di Sima, ha spiegato che queste polveri non sono principalmente sabbia, ma particelle fini con un diametro medio di 20 micron. Queste particelle possono raggiungere altezze fino a 10.000 metri e viaggiare per migliaia di chilometri prima di arrivare in Italia.

Si stima che ogni anno vengano sollevati circa 180 milioni di tonnellate di queste polveri, che si aggiungono ai livelli già esistenti di PM2.5 e PM10 nell’atmosfera, con possibili conseguenze significative per la salute pubblica. Le persone più vulnerabili sono bambini, anziani, cardiopatici e individui con malattie respiratorie come l’asma. Miani ha sottolineato che le polveri possono contenere metalli pesanti e unirsi agli inquinanti atmosferici, aumentando il rischio di problemi respiratori e aggravando le condizioni di salute esistenti.

Le polveri sahariane rappresentano un pericolo particolare per i bambini, che hanno sistemi respiratori e immunitari ancora in via di sviluppo e tendono a passare più tempo all’aperto. Uno studio del 2015 ha evidenziato che i bambini esposti alle polveri sahariane hanno un rischio maggiore del 20% di sviluppare infezioni respiratorie rispetto a quelli non esposti. Gli adulti con malattie respiratorie preesistenti sono anch’essi a rischio, in quanto le polveri possono aggravare le loro condizioni di salute.

Uno studio pubblicato su Occupational and Environmental Medicine ha evidenziato un aumento dei ricoveri ospedalieri per cause respiratorie nelle aree con presenza di polveri sahariane nell’aria: Sima raccomanda di ridurre al minimo l’esposizione a queste polveri, specialmente per i soggetti con patologie respiratorie preesistenti.

L’aumento dell’intensità e della frequenza delle ondate di sabbia sahariana negli ultimi anni solleva preoccupazioni tra gli esperti. Mark Parrington, scienziato del Cams, sottolinea l’importanza di un monitoraggio continuo dell’atmosfera per comprendere l’evoluzione della qualità dell’aria in relazione a questi episodi. 

Raccomandazioni

«Al fenomeno delle polveri si aggiunge poi il caldo record che da oggi a venerdì colpirà varie zone della penisola, con temperature superiori anche di 12 gradi rispetto alla media che possono provocare disturbi lievi come crampi, svenimenti, edemi, ma anche problemi gravi, dalla congestione alla disidratazione, aggravando le condizioni di salute di persone con patologie croniche preesistenti», spiega Miani.

Sima ha quindi diffuso una guida con i seguenti consigli pratici per affrontare il caldo:

  • limitare l’esposizione al caldo e al sole, uscendo di casa solo nelle ore più fresche della giornata;
  • assicurare una buona ventilazione naturale in casa, schermare le finestre esposte al sole con tapparelle, persiane o tende per mantenere le stanze fresche;
  • chiudere le finestre durante il giorno e aprirle di sera e di notte per ridurre il surriscaldamento;
  • fare bagni e docce frequenti con acqua tiepida per rinfrescarsi;
  • bere almeno 1,5/3 litri di acqua al giorno, evitando alcolici e preferendo cibi ricchi di acqua come frutta e verdura;
  • quando si esce, proteggere gli occhi con occhiali da sole e la pelle con creme solari ad alto fattore protettivo;
  • indossare abiti leggeri, traspiranti e di colore chiaro in fibre naturali come lino o cotone;
  • evitare l’attività fisica all’aperto nelle ore più calde per ridurre il rischio di colpi di calore.

Caratteristiche della polvere sahariana

La polvere del Sahara è di colore rossastro a causa della presenza di minerali contenenti ferro, come ematite, magnetite e maghemite. Questi ossidi di ferro rendono la polvere magnetica, capace di essere attratta dalle calamite, e danno alla polvere il suo caratteristico colore rosso. «La polvere trasportata dal vento contiene un mix di particelle sollevate dalla superficie del suolo, che si mescolano con l’inquinamento atmosferico di origine antropica mentre si spostano verso nord-ovest», ha spiegato Barbara Maher, direttrice del Centro per il magnetismo e paleomagnetismo ambientale dell’Università di Lancaster.

TAG: CAMBIAMENTO CLIMATICO, PREVENZIONE, CLIMA

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