Prevenzione
10 Gennaio 2025In Cina il Cdc cinese ha segnalato un forte aumento delle infezioni virali respiratorie da Hmpv. L’ECDC, il monitora la diffusione e conferma che non esiste attualmente alcuna preoccupazione specifica legata alla diffusione di questo virus in Europa
L'Hmpv, o Human metapneumovirus, il virus che in queste settimane sta sollevando la soglia di attenzione delle autorità sanitarie nel mondo, è un virus che provoca infezioni respiratorie acute con sintomi simili a quelli di influenza e raffreddore, come febbre, tosse, difficoltà respiratorie e respiro sibilante. La trasmissione avviene tramite goccioline respiratorie e contatto con superfici contaminate, e la sua circolazione stagionale si concentra soprattutto durante i mesi invernali e primaverili. Non è un virus nuovo, essendo presente da tempo nella popolazione umana ed è stato identificato per la prima volta nel 2001. Recentemente, in Italia, è stato rilevato in circa l'1,2% dei campioni analizzati, una proporzione inferiore rispetto ad altri virus respiratori come l'influenza (16,2%), il virus respiratorio sinciziale (10%) e il SARS-CoV-2 (2%). In Cina, un aumento dei casi è stato osservato, specialmente tra i bambini sotto i 14 anni, ma l'intensità delle infezioni risulta minore rispetto al passato. Le istituzioni sanitarie stanno monitorando attentamente l'Hmpv, raccogliendo dati epidemiologici e genetici per comprendere meglio il virus e prevenire eventuali impatti significativi sulle infezioni respiratorie stagionali e l'OMS e l'ECDC, considerano il virus sotto controllo, senza particolari segnali di allarme globale.
L’Hmpv causa una malattia respiratoria con sintomi simili all'influenza e al raffreddore, ma che in alcuni casi porta complicazioni come bronchiti e polmoniti. Secondo la portavoce dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Margaret Harris, non si tratta di “un nuovo virus”, è stato identificato “per la prima volta nel 2001, è presente nella popolazione umana da molto tempo. È un virus comune che circola in inverno e in primavera. Di solito provoca sintomi respiratori simili al comune raffreddore".
In Italia, l’ultimo bollettino del sistema RespiVirNet dell’Istituto Superiore di Sanità riporta che, nella settimana conclusiva del 2024, l’1,2% dei campioni analizzati da persone con sintomi simil-influenzali è risultato positivo al metapneumovirus. Questo dato è significativamente inferiore rispetto alla prevalenza di altri virus respiratori nello stesso periodo, come l’influenza (16,2%), il virus respiratorio sinciziale (10%) e il SARS-CoV-2 (2%).
In Cina, il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) ha segnalato un aumento delle infezioni respiratorie attribuibili al metapneumovirus, in particolare tra gli under 14 nelle regioni settentrionali. Tuttavia, le autorità sanitarie cinesi hanno precisato che la portata complessiva delle malattie respiratorie quest’anno è inferiore rispetto al 2023. Il Washington Post ha evidenziato come l’allarme generato in alcuni media internazionali sia stato amplificato dalle cicatrici psicologiche lasciate dalla pandemia di Covid-19. Il New York Times, da parte sua, ha sottolineato che l’aumento delle infezioni in Cina non presenta elementi di particolare preoccupazione rispetto alle stagioni precedenti.
L’ECDC, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, ha confermato che non esiste attualmente alcuna preoccupazione specifica legata alla diffusione di questo virus in Europa. L’agenzia ha chiarito che l’Hmpv circola regolarmente nell’Unione Europea e nello Spazio Economico Europeo (SEE) durante i mesi invernali e primaverili, spesso in concomitanza con altri virus respiratori come l’influenza e il virus respiratorio sinciziale.
Secondo l’ECDC, "attualmente, la sorveglianza delle infezioni respiratorie acute nell’area europea mostra un’attività aumentata dei virus respiratori, in particolare dell’influenza, senza un modello insolito o inaspettato per questo periodo dell’anno". Nonostante l’aumento stagionale delle infezioni respiratorie, "non rappresenta alcuna preoccupazione specifica per l’Ue/See".
L’agenzia ha inoltre ribadito che l’Hmpv, pur potendo causare malattie respiratorie gravi in alcune fasce della popolazione, come bambini piccoli, anziani e persone immunocompromesse, nella maggior parte dei casi provoca sintomi da lievi a moderati. L’invito è di mantenere alta la vigilanza per il picco invernale imminente e ha invitato gli Stati membri a "prepararsi all’aumento dei casi di virus respiratori durante le prossime settimane invernali, considerando misure di prevenzione e controllo delle infezioni per ridurre la trasmissione, soprattutto nelle strutture sanitarie e di assistenza a lungo termine". Sul fronte delle misure specifiche contro l’Hmpv, l’agenzia ha ricordato che attualmente "non esiste un vaccino o un trattamento antivirale specifico", ma le pratiche di prevenzione e controllo restano strumenti fondamentali per mitigare il rischio di diffusione.
Infine, per quanto riguarda il contesto cinese, l’ECDC ha dichiarato che, sulla base delle informazioni disponibili, "la situazione epidemiologica in Cina riflette un aumento stagionale delle infezioni respiratorie causate da comuni agenti patogeni respiratori", rassicurando che questo incremento non presenta alcun rischio immediato per l’Unione Europea.
Il metapneumovirus umano (Hmpv) è stato scoperto per la prima volta nei Paesi Bassi nel 2001, ma le analisi genetiche hanno rivelato che circola tra gli esseri umani da almeno cinquant'anni. È un virus appartenente alla famiglia Paramyxoviridae, strettamente correlato al virus respiratorio sinciziale (RSV), e può infettare persone di tutte le età, ma colpisce più severamente bambini piccoli, anziani e individui con sistemi immunitari compromessi. A fare il punto sono tra eserti italiani che hanno sottoposto un articolo a The Lancet Infectious diseases firmato da Francesco Branda dell'università Campus Bio-Medico di Roma, insieme all'epidemiologo Massimo Ciccozzi e a Fabio Scarpa. Gli esperti italiani sottolineano che il metapneumovirus si manifesta con sintomi respiratori che possono variare in intensità. Nella maggior parte dei casi, l'infezione causa sintomi lievi simili a quelli di un raffreddore, come tosse, congestione nasale e febbre moderata. Tuttavia, nelle fasce di popolazione più vulnerabili, come i neonati e gli anziani, può provocare condizioni più gravi, tra cui bronchite e polmonite. Alcuni casi di infezione grave sono stati osservati anche in pazienti con malattie croniche o immunodeficienze.
“Riflettendo sulle lezioni apprese dalla pandemia di Covid – affermano i ricercatori - dobbiamo riconoscere il ruolo fondamentale della condivisione dei dati nell’attenuare l'impatto di tali crisi. Mentre la rapida condivisione di dati epidemiologici ha aiutato a guidare le decisioni sulle misure di contenimento, sui test e sullo sviluppo di vaccini, ha anche sottolineato la necessità di quadri chiari e standardizzati per la raccolta e la diffusione dei dati. Ci auguriamo che le lezioni apprese da questa esperienza guidino gli sforzi futuri per promuovere la cooperazione internazionale, migliorare la trasparenza dei dati e garantire che la comunità scientifica globale sia meglio attrezzata per rispondere alle future minacce per la salute".
Fonte:
https://www.ecdc.europa.eu/en/news-events/increase-respiratory-infections-china
https://www.who.int/emergencies/disease-outbreak-news/item/2025-DON550
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