Europa
08 Maggio 2025Al convegno promosso da Gemmato alla Camera, Schillaci chiede una riforma europea che non rallenti l’innovazione. Tra le priorità: un Testo unico normativo, più risorse per la spesa farmaceutica e produzione dei principi attivi in Italia
Rendere omogena la normativa italiana con un Testo unico, rilocalizzare la produzione dei principi attivi, aumentare le risorse per la spesa farmaceutica, sostenere una riforma europea più snella ed efficace. Sono i messaggi chiave emersi dal convegno “La nuova legislazione farmaceutica UE e la governance italiana: impatti e prospettive”, svoltosi alla Camera dei deputati promossa dal sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, a cui hanno partecipato il ministro della Salute Orazio Schillaci, e diversi rappresentanti istituzionali del settore.
Schillaci ha sottolineato che “i cambiamenti devono produrre benefici concreti”, chiarendo che l’Italia non è contraria alla riforma della legislazione farmaceutica europea, ma ha criticato alcune proposte che rischiano di rallentare l’arrivo dei farmaci innovativi e di penalizzare la competitività del sistema europeo: “Serve un sistema che snellisca i passaggi in fase di approvazione, promuova la ricerca e garantisca un accesso equo e rapido alle terapie”.
Il ministro ha ricordato che l’Italia “ha presentato alla Commissione europea un Position Paper in cui si evidenziavano alcune criticità: penalizzazione della competitività del settore farmaceutico, riduzione dell’attrattività dell’Europa in ricerca e Sviluppo e quindi la possibilità per i cittadini europei di accedere a terapie innovative”.
Nel messaggio inviato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha indicato il comparto farmaceutico “fondamentale e di valore” per la salute dei cittadini e per l’economia nazionale: oltre 56 miliardi di euro di produzione e 54 miliardi di export nel 2024, numeri che pongono l’Italia ai vertici europei. “In Italia abbiamo già riorganizzato le autorità competenti per semplificare le procedure regolatorie e migliorare l’accesso alle cure”, ha sottolineato.
Il sottosegretario Gemmato ha indicato due priorità: un testo unico per omogeneizzare le norme farmaceutiche italiane e un piano per riportare nel Paese la produzione dei principi attivi oggi dipendenti da Cina e India.
“Dopo due anni e mezzo di provvedimenti per mettere in sicurezza la filiera, abbiamo bisogno di un testo unico che superi l’affastellamento di norme che ha creato confusione”, ha detto. La proposta prevede una delega al governo per riordinare l’intera legislazione farmaceutica, “dando certezza a cittadini, filiera distributiva e industrie che investono in Italia”.
Per Gemmato esiste un tema di dipendenza europea da Paesi terzi: “Oggi l’80% delle molecole dei principi attivi arriva da India e Cina. Se smettessero di esportare, avremmo pochi mesi di autonomia per produrre farmaci salvavita”. Da qui l’impegno, annunciato dal sottosegretario, a lavorare con il ministero dell’Economia per riportare in Italia la produzione dei principi attivi, considerandola anche una priorità geopolitica.
Gemmato ha parlato anche di spesa farmaceutica segnalando che l’attuale tetto agli stanziamenti è probabilmente insufficiente, visto l’invecchiamento della popolazione e l’arrivo di nuove terapie: “Non c’è solo un tema di razionalizzazione della spesa, ma anche di necessità di maggiori risorse per migliorare la distribuzione e l’accesso ai farmaci”.
Tra gli interventi, anche il presidente di Farmindustria Marcello Cattani, che ha espresso un forte sostegno all’azione del Governo nel contesto della riforma farmaceutica europea. Cattani ha riconosciuto all’esecutivo “un attestato di stima” riconoscendo “i meriti di questo governo di fronte a un tema complesso e articolato che ha interdipendenze in tutti gli angoli del pianeta”.
Ha ricordato che già nel 2022 l’Italia aveva lanciato un allarme sulle proposte della Commissione europea, presentando un “position paper brutale” per segnalare che si stava andando nella direzione sbagliata, con una logica “ideologica” che non teneva conto delle esigenze dell’industria.
Cattani ha poi fatto un confronto con i principali competitor: “Gli Stati Uniti hanno dato un messaggio chiaro all’Europa e la Cina ha aperto le braccia dicendo a chi deve investire, venite da noi.” A suo giudizio, il rischio è perdere attrattività e competitività nel settore, se non si agisce rapidamente.
Ha infine rivolto “un plauso ai ministri che stanno ragionando per una strategia ancora più ampia per darci condizioni certe anche di finanziamento della spesa, anche con lo spostamento di alcuni cluster di farmaci al territorio, mossa di cui beneficiano in primis i cittadini. Queste sono riforme, poi si lavora, si migliora, ma c’è una direzione tracciata. L'azione deve essere veloce e in Europa ora bisogna prendere quella proposta è ribaltarla, ora è il momento o sarà una partita persa”.
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