Politica sanitaria
03 Settembre 2025I dati sui Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) 2023 indicano che solo 13 regioni raggiungono gli standard, Veneto in testa, al sud promosse solo Puglia, Campania e Sardegna. Peggiorano 8 regioni rispetto al 2022. Le pagelle del ministero della salute e della Fondazione Gimbe
Nel 2023 solo 13 Regioni hanno rispettato gli standard essenziali di cura, Veneto in testa seguito da Emilia-Romagna e Toscana, e al sud promosse solo Puglia, Campania e Sardegna. Rispetto all’anno precedente 8 regioni hanno peggiorato le performance. I dati sono quelli del Ministero della Salute che ogni anno valuta l’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), cioè le prestazioni sanitarie che tutte le Regioni e Province Autonome devono garantire gratuitamente o previo il pagamento del ticket. Li ha diffusi la Fondazione GIMBE che ha poi elaborato una classifica basata su diversi parametri.
“Si tratta a tutti gli effetti della “pagella” ufficiale per valutare i servizi sanitari regionali – afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – che “promuove” le Regioni adempienti e identifica le criticità in quelle inadempienti”.
Dal 2020 lo strumento utilizzato è il sottoinsieme di indicatori CORE del Nuovo Sistema di Garanzia (NSG), che include 88 indicatori suddivisi in tre macro aree: prevenzione collettiva e sanità pubblica, assistenza distrettuale e assistenza ospedaliera. Tuttavia, la “pagella” ufficiale ne utilizza solo 26, numero aumentato nel 2023 con il primo aggiornamento del sistema. Ogni Regione, per ciascuna delle tre aree, può ottenere da 0 a 100 punti e per essere considerata adempiente deve raggiungere la “sufficienza” di almeno 60 punti in tutte le aree.
Secondo la Relazione 2023 del “Monitoraggio dei LEA attraverso il Nuovo Sistema di Garanzia” del Ministero della Salute, nel 2023 solo 13 Regioni risultano adempienti ai LEA, un numero identico a quello del 2022: Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Provincia Autonoma di Trento, Piemonte, Puglia, Sardegna, Toscana, Umbria e Veneto. In particolare, dal 2022 al 2023 Campania e Sardegna salgono tra le Regioni adempienti, mentre Basilicata e Liguria retrocedono a inadempienti per il mancato raggiungimento della soglia minima in un’area. Rimangono inadempienti per insufficienza in una sola area Calabria, Molise e Provincia Autonoma di Bolzano, mentre Abruzzo, Sicilia e Valle d’Aosta non raggiungono la soglia in due aree (tabella 1). Nel 2023 commenta la Fondazione, “il divario Nord-Sud rimane molto netto: su 13 Regioni “promosse”, solo tre appartengono al Mezzogiorno”.
Dopo la pubblicazione della Relazione, la Fondazione spiega il Presidente “ha condotto un’analisi indipendente e per ciascuna Regione sono state valutate le variazioni tra il 2022 e il 2023 e il posizionamento nelle tre aree della prevenzione, distrettuale e ospedaliera”.
Secondo la Fondazione, l’analisi del Ministero della Salute non restituisce un punteggio unico per la valutazione complessiva degli adempimenti LEA, quindi la Fondazione ha elaborato una classifica sommando i punteggi ottenuti nelle tre aree.
“Rispetto alla semplice distinzione tra Regioni adempienti e inadempienti – commenta Cartabellotta – il punteggio totale evidenzia in maniera più netta il divario Nord-Sud: infatti, tra le prime 10 Regioni 6 sono del Nord, 3 del Centro e solo 1 del Sud. Nelle ultime 7 posizioni, fatta eccezione per la Valle d’Aosta, si trovano esclusivamente Regioni del Mezzogiorno”.
I punteggi ottenuti nelle singole aree restituiscono classifiche differenti, utili a individuare punti di forza e criticità nell’erogazione dei LEA Alcune Regioni (Campania, Emilia-Romagna, Toscana, Piemonte, Veneto, Umbria), indipendentemente dal livello delle loro performance, si collocano in posizioni simili nelle tre aree, documentando uniformità nell’erogazione dell’assistenza. Altre Regioni, invece, mostrano forti squilibri nel posizionamento tra le tre aree: in particolare Calabria, Valle D’Aosta, Liguria, Provincia Autonoma di Bolzano.
“Queste differenze – spiega il Presidente – indicano che, anche dove si raggiunge la soglia di sufficienza, persistono marcati squilibri nella qualità dell’assistenza. Ma una sanità che funziona bene solo in ospedale o solo sul territorio non può considerarsi realmente efficace, né tantomeno in grado di rispondere ai bisogni delle persone”.
Infine, nel confronto tra 2022 e 2023, 8 Regioni peggiorano i punteggi LEA, con cali significativi in Lazio (-10), Sicilia (-11), Lombardia (-14) e soprattutto Basilicata (-19). Anche territori tradizionalmente forti mostrano segnali di cedimento, indicando una crescente fragilità del SSN. Al contrario, emergono due importanti miglioramenti al Sud: Calabria (+41) e Sardegna (+26).
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