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27 Settembre 2023 Presentata interpellanza a Regione Sardegna per istituire il farmacista di reparto. Cuccu (Idea Sardegna): ruolo cruciale nel sistema sanitario locale
Presenta una interpellanza, da parte della consigliera regionale Carla Cuccu (Idea Sardegna), per inserire nelle farmacie ospedaliere della Regione Sardegna la figura del farmacista di reparto, in affiancamento del medico in corsia. Gli obiettivi sono il taglio della spesa farmaceutica, la gestione mirata dei medicinali e la sperimentazione terapie innovative. La notizia è stata riportata dalla stampa locale. Il possibile nuovo ruolo per i farmacisti italiani è già realtà in diversi paesi come Spagna, Regno Unito e Germania, mentre in Italia è stato oggetto di un progetto pilota messo in atto dalla SIFO (Società italiana farmacisti ospedalieri) già nel 2010.
Farmacista di reparto: un contatto chiave per chi opera nella sanità
L’interpellanza con la quale Cuccu ha proposto l’istituzione della figura del Farmacista di Reparto all’interno delle strutture sanitarie dell’isola. Spiega Cuccu: «Già dal mese di settembre 2020, avevo avviato un percorso di sensibilizzazione in tal senso attraverso un’interpellanza presso la Regione Sardegna, riconoscendo il ruolo cruciale che tale professionista potrebbe rivestire nel sistema sanitario locale. Il farmacista di reparto è un professionista specializzato nel settore farmaceutico che opera all’interno di ospedali e strutture sanitarie analoghe. La sua responsabilità primaria consiste nella gestione e fornitura di farmaci e prodotti farmaceutici ai pazienti ricoverati o sottoposti a trattamenti ambulatoriali. Questa figura si configura come un punto di contatto chiave tra medici, infermieri e pazienti, offrendo consulenze mirate e approfondite sulle interazioni e gli impatti dei farmaci prescritti.»
Anche la Uil ha lanciato la proposta di inserire il farmacista di reparto, per gestire meglio anche le eventuali reazioni avverse.
Attilio Carta, segretario Uil: «Il farmacista deve uscire dalla farmacia e operare nei reparti, prescrizione e richiesta di farmaci devono essere rigorosamente informatizzate, tutto il percorso del farmaco va completamente blindato, con abbinamento farmaco-paziente utilizzando sistemi di identificazione tramite barcode. La presenza del farmacista in reparto o in dipartimento permette di risolvere, in tempo reale, e direttamente, sul posto, qualsiasi problema riguardante la prescrizione, la gestione e la somministrazione del farmaco, compreso il controllo di eventuali reazioni avverse ad essa correlate. Non è altresì trascurabile il ruolo del farmacista in reparto anche nella sperimentazione di terapie innovative».
Migliore controllo terapeutico, delle reazioni avverse e della spesa farmaceutica
Carta aggiunge: «Il farmacista in reparto, esercita, di fatto, un apprezzabile controllo sia terapeutico che economico del farmaco. Il farmacista non va inteso, però, come economo di reparto ma quale soggetto, di supporto clinico, indispensabile per incrementare l’appropriatezza della prescrizione: con conseguente riduzione della spesa e del rischio d’errore». Un controllo più fine dell’intera filiera del farmaco ottimizzando la gestione interna su base telematica e digitalizzata, si va nella direzione del sistema “dose unitaria” «valido per garantire la tracciabilità del farmaco» ma in questo caso non è da sottovalutare che «lo sconfezionamento in dosi singole può apparire come una possibile criticità in quanto richiederebbe, addirittura, un impegno supplementare, non trascurabile, di risorse umane. La distribuzione monodose personalizzata è, già di per sé, apprezzabile. Se poi viene inserita in un sistema blindato, e con identificazione farmaco-paziente tramite barcode, diventa certamente una soluzione innovativa che merita indiscutibilmente la giusta attenzione in un Ospedale di eccellenza. La distribuzione tramite un macchinario computerizzato, concepito, infatti, per ridurre il numero dei passaggi tra i vari operatori, nella gestione del farmaco costituisce certamente un mezzo importante, non l’unico, per contribuire al miglioramento della risposta terapeutica in ospedale». Carta conclude: «È peraltro evidente che, anche, il farmacista necessiti di specifici percorsi formativi, all’interno di un programma di aggiornamento continuo, al fine di ottenere appropriata specializzazione nelle varie patologie trattate in ospedale e nei vari recinti dipartimentali».
Farmacista di reparto oggetto del progetto pilota Sifo già nel 2010
Il progetto pilota del farmacista di reparto, avviato nel marzo 2010 dal Ministero della Salute e affidato alla Sifo, era stato adottato in cinque ospedali (Torino, Padova, Ancona, Bari, Taormina) in particolare i reparti di oncologia ed ematologia (Farmacista33 30 Novembre 2011). Secondo i dati emersi dal progetto si era vista una riduzione fino all’88% delle scorte di farmaci nei vari reparti ospedalieri, un abbattimento del 30% delle possibilità di errori nella somministrazione dei farmaci, quali gli scambi di medicine tra un paziente e l’altro, e riduzione degli eventi avversi, con un risparmio sui costi sanitari e una diminuzione della durata delle degenze. Inoltre, era emerso che il farmacista poteva concorrere a prevenire gli errori in terapia, intervenendo in ognuna delle fasi che caratterizzano il percorso del farmaco in ospedale. Nei centri coinvolti erano state effettuate indagini sulla soddisfazione di pazienti e operatori sanitari: il 58% dei pazienti riteneva che il farmacista di reparto svolgesse un ruolo importante nella spiegazione della terapia e tutti i camici bianchi hanno giudicato positivamente la sperimentazione: il 70,6% per la possibilità di confronto e il 20,4% per l’alleggerimento del carico di lavoro.
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