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23 Maggio 2024Il Long Covid raddoppia il rischio di ricovero e visite mediche, i decessi stimati sono più di 4.700. Ieri l’Istituto Superiore di Sanità ha presentato i risultati di uno studio condotto su 7 milioni di pazienti in Friuli-Venezia Giulia, Toscana e Puglia
Le persone che hanno contratto l’infezione hanno un rischio raddoppiato di ricovero o di visite mediche, circa la metà presenta almeno un sintomo non risolto dopo 4 mesi, e sono oltre 4.700 i decessi stimati a causa degli effetti a distanza di mesi dall’infezione acuta. L’impatto del Long-Covid sullo stato di salute si sta rivelando significativo per il Servizio Sanitario Nazionale. Sono alcuni dati presentati ieri nel corso del convegno conclusivo del progetto del Ministero della Salute coordinato dall’ISS “Analisi e strategie di risposta agli effetti a lungo termine dell’infezione COVID-19 (Long-COVID)” dove sono stati presentati i risultati di uno studio condotto su 7 milioni di pazienti in Friuli-Venezia Giulia, Toscana e Puglia.
Secondo Graziano Onder, docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e coordinatore del progetto, “è importate incrementare le conoscenze e uniformare l’approccio al trattamento del Long-Covid, assicurare una forte coesione tra tutti gli stakeholder, raccogliere le esperienze territoriali e promuovere l’utilizzo di linguaggi e strumenti comuni nella risposta e nel contrasto alla pandemia, in considerazione del numero importante di persone colpite da Covid-19 che presentano, a distanza di settimane e mesi dal termine dell’infezione acuta, un complesso eterogeneo di manifestazioni cliniche subacute e croniche che precludono un pieno ritorno al precedente stato di salute”.
Gli studi e i dati aggiornati
Secondo studi recenti, fino al 45% delle persone sopravvissute a un’infezione da SARS-CoV-2 presenta almeno un sintomo non risolto dopo 4 mesi. La prevalenza di questi sintomi è più alta tra coloro che sono stati ricoverati. Le dimensioni del fenomeno Long-COVID sono state valutate in pazienti residenti nelle regioni Friuli-Venezia Giulia, Toscana e Puglia, su un totale di oltre 7 milioni di assistiti. I risultati hanno mostrato che, tra coloro che hanno contratto il COVID-19, il numero di nuovi ricoveri ospedalieri e di visite mediche nei sei mesi successivi all’infezione è raddoppiato a causa del Long-COVID, mentre il numero di prestazioni diagnostiche è triplicato. I dati incrociati da ISS e Istat rivelano che sono stati registrati 4.752 decessi associati a questa condizione tra il 2020 e il 2021.
Il progetto del Ministero
Il progetto del Ministero, iniziato nel dicembre 2021, coinvolge ARS Toscana, AReSS Puglia, l’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale, la Rete delle Neuroscienze e Neuroriabilitazione (rete degli IRCCS), la Rete Aging (rete degli IRCCS), l’Associazione Rete Cardiologica (rete degli IRCCS) e l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Durante il convegno stati presentati i risultati del progetto, articolati in diverse attività tra cui la definizione dello spettro clinico e delle dimensioni del problema Long COVID, la produzione di raccomandazioni cliniche per l’assistenza ai pazienti con la sindrome post-virus, la disseminazione di informazioni e la formazione sul tema, e la creazione di una rete nazionale di centri di assistenza clinica.
Il progetto ha previsto lo sviluppo di un questionario per la valutazione di numero, caratteristiche e distribuzione sul territorio nazionale dei centri di diagnosi e assistenza al Long-COVID che ha consentito il censimento di oltre 100 strutture in Italia. Sul sito di ISS sono disponibili i risultati di questo censimento, che ha raccolto informazioni su numero, caratteristiche e distribuzione dei centri, tipologia di assistenza fornita e organizzazione dei servizi. I dati mostrano che la maggior parte dei centri dispone di competenze multidisciplinari, buona integrazione con le cure primarie e utilizza tecnologie e strumenti multidimensionali. L’Iss ha reso disponibili sul suo portale 3 webinar sull’argomento, che sono liberamente fruibili.
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