antibioticoresistenza
31 Ottobre 2025Un protocollo di coordinamento farmacologico tra farmacia centrale e strutture sanitarie territoriali sperimentato in 37 strutture di cure primarie in Cina ha permesso di diminuire in modo significativo le prescrizioni inappropriate di antibiotici, nonostante un generale aumento dei consumi

Un programma di coordinamento farmacologico tra farmacia centrale e strutture sanitarie territoriali ha dimostrato di poter ridurre l’uso inappropriato di antibiotici e migliorare la qualità delle prescrizioni nella medicina di primo livello. È quanto emerge da uno studio multicentrico quasi-sperimentale condotto in 37 istituzioni di assistenza primaria nella provincia di Shandong, in Cina, pubblicato di recente e focalizzato sul modello County Medical Community Central Pharmacy (CMCP).
Il problema dell’antimicrobico-resistenza, spiegano i ricercatori cinesi, risulta strettamente legata a pratiche prescrittive non corrette, in particolare nelle strutture di base che operano in contesti con risorse limitate. Gli interventi di stewardship antibiotica, spiegano, sono stati più efficaci negli ospedali ma “rimangono insufficienti nei servizi territoriali”.
Lo studio ha coinvolto 25 strutture che hanno aderito volontariamente al programma CMCP e 12 che hanno continuato le procedure abituali. Il modello prevede un controllo centralizzato delle forniture, attività di formazione, revisione delle prescrizioni e collaborazione continuativa tra farmacisti della farmacia centrale e operatori delle strutture primarie.
Nel periodo considerato, tra luglio e dicembre 2023, l’uso complessivo di antibiotici è aumentato in entrambi i gruppi, ma in modo più contenuto nelle strutture che avevano adottato il protocollo (dal 15,7% al 18,7%) rispetto al gruppo di controllo (dal 17,6% al 26,5%). L’analisi difference-in-differences ha evidenziato un effetto mitigante dell’intervento. La differenza più marcata riguarda però l’appropriatezza: l’uso irrazionale di antibiotici nelle strutture aderenti è sceso dal 50,6% al 27,6%, mentre nel gruppo di controllo è rimasto sostanzialmente stabile.
Secondo gli autori, questi risultati indicano che l’intervento “è stato efficace nel ridurre le prescrizioni non necessarie e nel migliorare la qualità prescrittiva”, suggerendo la possibilità di estenderne l’adozione in altri contesti territoriali analoghi. La centralizzazione della supervisione e la collaborazione professionale, affermano, costituiscono elementi chiave per rafforzare le pratiche di stewardship nella medicina di base.
Lo studio si inserisce nel dibattito internazionale sull’uso degli antimicrobici nella sanità territoriale, ambito in cui si concentra una quota significativa delle prescrizioni e dove l’appropriatezza può risentire della scarsità di risorse e della pressione assistenziale. La conclusione degli autori è che un modello strutturato di supporto e controllo può rappresentare una strategia efficace per contenere l’antibiotico-resistenza e migliorare la qualità dell’assistenza, soprattutto nei territori più fragili
Fonte
Int J Clin Pharm. 2025 Oct 11. doi: 10.1007/s11096-025-02014-x. Online ahead of print.https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/41075025/
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