Politica e Sanità

24 Gennaio 2015

---

Saranno le «deleghe gestionali dirette» affidate a chi ricopre incarichi amministrativi all'interno di enti pubblici, come gli Ordini professionali, a fare la differenza nella valutazione dell'incompatibilità tra tali incarichi e incarichi parlamentari. Lo precisa l'Anac nella delibera n. 8 del 21 gennaio, che sostituisce integralmente la precedente delibera del 9 gennaio sullo stesso argomento, in cui «fornisce interpretazione a applicazione» della legge Severino (n.39/201) e «risponde al quesito posto all'Autorità dal Presidente dell'ordine dei farmacisti». Anac conferma che «sussiste incompatibilità tra l'incarico di amministratore di ente pubblico, e la carica parlamentare». E aggiunge: «È necessario accertare la specifica posizione ricoperta all'interno degli organi elettivi degli ordini professionali ed, in particolare, se l'incarico di Presidente dell'Ordine dei Farmacisti comporti deleghe gestionali dirette». Tale accertamento può essere fatto «da parte dell'amministrazione che ha conferito l'incarico o da parte della Giunta per le elezioni della camera di appartenenza». Nel primo caso, il procedimento è di competenza dell'amministrazione di appartenenza, e quindi saranno gli ordini stessi a procedere, e «l'Anac ha il compito di esercitare la vigilanza sul rispetto delle norme previste da parte delle pubbliche amministrazioni». Nel secondo caso, invece, l'Anac non ha potere di accertamento e contestazione delle cause di incompatibilità essendo «tali poteri riservati dalla legge alla competenza della Camera di appartenenza del parlamentare interessato». La delibera, inoltre, chiarisce che nel caso in esame «non sussistono situazioni di inconferibilità ai sensi del D.Lgs. 8 aprile 2013 n. 39, in quanto l'art. 6 di tale decreto non contempla la carica di parlamentare tra quelle che danno luogo ad inconferibilità di incarichi amministrativi».

Simona Zazzetta