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Politica e Sanità

31 Luglio 2015

Farmaci contraffatti e vendita on line, fenomeno sempre più diffuso. Aifa: ci stiamo muovendo per sicurezza


Il 96,2% dei siti di vendita di farmaci online sui 10.965 analizzati è stato trovato irregolare rispetto alle norme vigenti negli Stati Uniti e classificato come "non consigliato". In particolare, il 62% di questi non forniva un indirizzo fisico valido e quasi il 50% offriva farmaci provenienti dall'estero o non approvati dall'Fda. Mentre l'88,4% vendeva farmaci soggetti a prescrizione senza richiederne una validazione e il 91% era riconducibile a grandi network affiliati di venditori illegali di farmaci su Internet. Sono questi alcuni dei risultati emersi dal recente rapporto della National Association of Boards of Pharmacy® (Nabp®), «organizzazione professionale imparziale che sostiene le commissioni statali per la farmacia nella protezione della salute pubblica» - secondo quanto riporta sul suo sito l'Aifa - «che conferma come il fenomeno della vendita on line di medicinali falsi o contraffatti è sempre più diffuso su scala mondiale e necessita ora più che mai di una forte campagna di sensibilizzazione e di educazione destinata al pubblico dei consumatori». Il problema, ricorda l'Aifa, è che «tra gli ingredienti riscontrati nei casi oggetto di analisi di laboratorio recenti di farmaci contraffatti si ritrovano sostanze pericolose come cera per pavimenti, veleno per topi, cemento, gesso, acido borico, catrame, vernici stradali e altri materiali potenzialmente tossici». In generale, «i produttori dei farmaci contraffatti venduti tramite canali on line spesso operano all'estero, in Paesi come Russia, Cina, India, Mauritius e Turchia e non rispettano le norme di buona fabbricazione e distribuzione (Gmp|Gdp) stabilite a livello mondiale». E, «secondo l'Alliance for Safe Online Pharmacies (Asop), organizzazione internazionale no-profit con sede in Washington, DC, partner di Aifa nel progetto Fakeshare 2, il 50% dei farmaci venduti online è falso o contraffatto, mentre secondo l'agenzia statunitense di controllo dei siti internet Legitscript (partner dal 2011 di Aifa e parte del progetto Fakeshare) solo lo 0,6% delle oltre 40.000 farmacie on line censite rispetta le norme correnti». A questo proposito, sul fronte nazionale, l'Aifa ricorda che «il recente recepimento della Direttiva 2011/62/EC (D. Lgs. 17/2014) prevede l'evoluzione della task-force Impact Italia, istituita dall'Agenzia nel 2007 allo scopo di contrastare in modo efficace il fenomeno della contraffazione farmaceutica, in una più ampia task-force nazionale anticontraffazione, e disegna anche ulteriori strumenti mirati proprio al contrasto della vendita on line illegale di farmaci. In particolare, il Tavolo di collaborazione intersettoriale sulle e-pharmacies avviato da Aifa, Comando dei Carabinieri per la tutela della salute (Nas) e Ministero della Salute, insieme all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, al Registro IT e al Ministero dello Sviluppo Economico, che aveva già affrontato con successo problematiche complesse come il "dossier 121doc", è stato formalizzato dal Decreto in una Conferenza dei Servizi sulle e-pharmacies, che permetterà di integrare con un adeguato sistema di gestione delle segnalazioni quella sorveglianza sulla vendita illegale di farmaci on line che viene portata avanti correntemente con attività di formazione, informazione, indagine e attraverso la partecipazione a operazioni internazionali di polizia e doganali come la recente Pangea VIII». Inoltre, «secondo ricerche pubblicate nell'ambito del progetto Fakeshare, è ancora molto limitata purtroppo la consapevolezza da parte dei cittadini del serio pericolo che si corre affidandosi a siti illegali. Su questo, l'Agenzia insieme ai partner del progetto Fakeshare lancerà a breve una campagna di informazione a livello internazionale, che sottolinea i rischi collegati all'acquisto non controllato di farmaci via web, evidenziando anche gli aspetti positivi dei nuovi sistemi di sicurezza».

Francesca Giani

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