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Farmaci e dintorni

15 Settembre 2014

Aiipa a Hepatology: in Italia, gli integratori sono prodotti ampiamenti normati


Con riferimento al recente articolo pubblicato dalla rivista Hepatology, Aiipa (Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari) precisa che gli integratori sono alimenti con lo «scopo di contribuire al benessere dell'organismo e la cui sicurezza è un prerequisito imprescindibile». In Italia, «sono prodotti ampiamente normati in materia di sicurezza e fabbricati nel pieno rispetto della normativa vigente nazionale ed europea (Dlg 169 del 21 maggio 2004, recepimento della Direttiva comunitaria 2002/46/CE)». Inoltre, sottolinea che «la definizione di integratore ed il tipo di sostanze/piante ammesse negli Stati Uniti non coincidono con quanto previsto dalle legislazioni europea e italiana: la casistica citata nello studio pubblicato su Hepatology non può quindi essere presa a riferimento per il mercato italiano. Per gli integratori a base di erbe, la normativa nazionale italiana prevede una lista di piante e loro parti ammesse negli integratori sulla base di valutazioni di sicurezza derivanti dalla ben consolidata tradizione d'uso consultabile sul sito del Ministero della Salute. Inoltre nel nostro Paese esiste anche un sistema di fitovigilanza che permette di rilevare eventuali effetti negativi e di adottare tempestivamente le misure necessarie a tutela della salute dei consumatori. A ulteriore garanzia del consumatore, e a differenza di altri Paesi, in Italia gli stabilimenti di produzione sono autorizzati dal Ministero della Salute, le etichette dei prodotti sono notificate allo stesso Ministero che verifica la composizione e la correttezza delle diciture e, solo se l'esame viene superato, inserisce i prodotti in un Registro disponibile sul sito www.salute.gov.it. In conclusione, la normativa vigente ed il sistema di controlli attuato in Italia su alimenti e integratori alimentari, fiore all'occhiello nell'Unione Europea, assicurano ai consumatori reali garanzie a tutela della loro salute».
 
Per leggere l'articolo pubblicato su Hepatology clicca qui

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