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Politica e Sanità

16 Novembre 2011

Pochi equivalenti? Colpa dei brevetti


"In Italia il mercato non è ancora preparato ad accogliere i farmaci generici così come è avvenuto in altri Paesi europei. C''è diffidenza da parte degli operatori sanitari e dei pazienti e, fra l''altro, i brevetti in alcuni casi durano più che altrove". Lo ha dichiarato Pietro Folino-Gallo, direttore dell''Ufficio coordinamento Osmed dell''Agenzia italiana del farmaco (Aifa), che ne ha parlato oggi a Roma a margine della presentazione del rapporto 2008 dell''Osservatorio nazionale sull''impiego dei medicinali, in corso all''Istituto superiore di sanità (Iss).   Il rapporto evidenzia che la prescrizione e il consumo dei medicinali equivalenti sono comunque in aumento. Si è passati dal 13% delle dosi giornaliere assunte ogni 1.000 abitanti nel 2002, quando i generici hanno iniziato a fare il loro ingresso nel Paese, al 43% delle dosi nel 2008. Un incremento dovuto anche alla scadenza brevettuale di alcuni principi attivi molto prescritti, tra cui gli antipertensivi ramipril e amlodipina e l''antibiotico claritromicina. E secondo Roberto Raschetti del centro di Epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute dell''Iss, responsabile dell''indagine, "il fenomeno del ricorso agli equivalenti, nel nostro Paese, sta aumentando. Non è un comparto particolarmente soggetto a promozione, ma il suo peso è in crescita, in maniera non così differente rispetto agli altri Stati europei".  Per Folino-Gallo, invece, "alcuni prodotti che da noi hanno perso la protezione commerciale nel 2006, in altri Paesi avevano visto scadere il loro brevetto anche tre anni prima. Colpa di una normativa introdotta all''inizio degli anni ''90, prima di quella europea, e che andrà adeguata. Sta di fatto che oggi, in molti Stati dell''Unione europea, il generico si è accaparrato il 70-80% delle dosi assunte, mentre in Italia supera di poco il 40%. In ogni caso non è un problema che riguarda solo noi - ha concluso l''esperto - tanto che la Commissione europea ha aperto un''indagine per verificare la presenza di eventuali abusi di posizione dominante da parte delle aziende che producono gli originator cioè i prodotti ''griffati'' coperti da brevetto.

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