Fitoterapia
26 Settembre 2014Nonostante in Italia ci sia una legge, la 38 del 2010, che ci pone all'avanguardia in fatto di cura del dolore, siamo ancora lontani da un utilizzo corretto dei farmaci antidolorifici. Infatti il nostro paese è tra i primi al mondo per il consumo di Fans con circa 500 milioni di euro all'anno ed è ormai risaputo che tali farmaci, soprattutto se utilizzati cronicamente, possono presentare effetti avversi anche mortali, uno fra tutti il danno cardiovascolare. Purtroppo in questo contesto spesso la fitoterapia viene sottovalutata anche se rappresenta un efficace mezzo complementare per diminuire le dosi delle terapie convenzionali, gli effetti avversi associati e i fenomeni di tolleranza. Tra le molecole naturali ad azione antiinfiammatoria ed analgesica ci sono gli acidi boswellici (BAs). Essi sono dei triterpeni pentaciclici presenti nell'oleoresina della Boswellia serrata, una pianta proveniente dalla Medicina Ayurvedica e tradizionalmente usata per la produzione dell'incenso.
I BAs esibiscono una potente attività antiinfiammatoria grazie all'inibizione espressa in vitro sulla 5-lipossigenasi, sull'elastasi leucocitaria e sul nuclear factor-kb, senza per altro presentare gli effetti collaterali tipici dei FANS. In virtù di queste proprietà farmacodinamiche e grazie alla capacità dei BAs di penetrare efficacemente attraverso la barriera ematoencefalica, nel 2002 la Boswellia è stata classificata come un farmaco orfano per il trattamento dell'edema peritumorale al cervello.
Purtroppo a causa di problemi di biodisponibilità dovuti sostanzialmente all'elevata lipofilicità dei BAs ed ad un esteso metabolismo epatico, la loro conc. plasmatica non supera lo 0.1microM anche dopo assunzioni orali giornaliere ripetute. E proprio in virtù di questa affinità per i lipidi che si è valutato in uno studio randomizzato l'effetto della co-assunzione di cibo grasso sulla biodisponibilità dei BAs e si è riscontrato un aumento sostanziale (da 3 a 5 volte) di tutti i livelli plasmatici. Inoltre recentemente è stato testato su modello animale un complesso fitosomico 1:1 formato da un estratto di Boswellia e la lecitina di soia. Si è rilevato un incremento dei livelli plasmatici dei BAs (7 volte per il KBA e 3 volte per betaBA) e un elevato bioaccumulo tissutale (35 volte nel cervello e 17 volte negli occhi).
Infine è stata dimostrata che la tradizionale associazione tra la Boswellia e la Mirra (Commiphora myrrha) tanto cara agli egiziani del periodo faraonico, risulta in effetti sinergica nel mitigare il dolore associato ad infiammazione.
Angelo Siviero
farmacista specializzato in galenica e fitoterapia
info@fitovallee.com
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