Fitoterapia
29 Maggio 2015Molti anni fa camminavo nelle campagne calabresi assieme a mia zia Vittoria, grande conoscitrice di piante selvatiche e officinali. Ci imbattemmo ad un certo punto in un alberello dai bei fiori bianchi e le chiesi da inesperto qual'ero, se fosse in grado di riconoscerli. Mi rispose senza esitazione che si trattava dei fiori di biancospino (Crataegus oxyacantha) e mi confidò di averne una cospicua scorta in dispensa. Lei li utilizzava per placare l'ansia e la tachicardia di cui soffriva sovente. In realtà studi recenti hanno evidenziato che il biancospino è una pianta positiva sia per il cuore che per tutto l'apparato cardiovascolare. Grazie all'azione esercitata dagli oligomeri procianidici (Opc) presenti in tutte le parti aeree, il biancospino riduce lo stress ossidativo nel miocardio, aumenta il flusso coronarico migliorando l'apporto di ossigeno al muscolo cardiaco. Gli estratti di biancospino hanno anche un effetto inotropo positivo, sia sull'ampiezza che sulla contrazione dei miociti, ed un effetto antiaritmico generale. A questo si aggiunge un'attività antipertensiva ottenuta dalle azioni vasodilatatoria, antiaggregante e antilipemica. L'unica indicazione scientificamente riconosciuta è comunque quella contro l'insufficienza cardiaca congestizia (I e II classe Nhya) e per questo scopo si utilizzano estratti secchi titolati in Opc (almeno 900 mg al giorno). Tuttavia secondo la mia personale esperienza vissuta con la cara zia Vittoria, posso confermare che un paio di tazze di infuso fiori di biancospino al giorno possono sedare efficacemente la tachicardia associata all'ansia ed aiutare il sonno. Di questo la scienza non ha dato ancora una spiegazione plausibile.
Un'altra pianta della nostra tradizione erboristica con un azione molto simile al biancospino, è anche la Leonorus cardiaca, volgarmente chiamata cardiaca. Molto famosa nel Medioevo quando si usava l'infuso delle foglie per curare tachiaritmie, disordini cardiaci, distonie neurovegetative e ipertensione. Recentemente è stata bandita dalla farmacopea europea a causa di effetti tossici provocati da alcuni componenti (diterpeni e dagli ioni K+). Privata dei composti indesiderati la cardiaca esibisce un'interessante attività antiaritmica mista tra le classi farmacologiche IV e III, senza per altro presentare l'effetto indesiderato della torsione delle punte. A questo si aggiungono un'azione antianginosa e il blando effetto sedativo esibito dagli iridoidi.
Angelo Siviero
Farmacista esperto in fitoterapia e galenica, Padova
sivieroangelo1@gmail.com
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