Nutrizione
04 Settembre 2014È noto che nelle persone che soffrono di dermatite sistemica da contatto, reazione mediata da cellule T in seguito all'esposizione sistemica ad un allergene, uno dei fattori scatenanti può essere il nichel: costituente delle leghe metalliche di cui sono composti molti oggetti e utensili, gioielli, orologi da polso, contenuto anche in prodotti chimici (detersivi, prodotti di bellezza, fino all'amalgama usata in ortodonzia) il nichel può provocare, nelle persone sensibili, una dermatite che interessa le zone a contatto diretto con gli oggetti. La dermatite tuttavia può persistere anche in assenza di contatto; in questi casi, la causa principale sarebbe rappresentata dal nichel proveniente dalla dieta, ingerito con gli alimenti nei quali è più o meno contenuto. Il nichel è un elemento necessario al nostro organismo, ma in piccolissime quantità, generalmente soddisfatte, tanto che non si conoscono stati di carenza. È un metallo ubiquitario nell'ambiente, presente naturalmente in tracce nei suoli, nelle acque e di conseguenza negli alimenti, ma il suo contenuto può aumentare sensibilmente a seconda delle condizioni ambientali (piogge) o delle attività di coltivazione (uso di fungicidi) o inquinanti (le differenze possono variare sensibilmente da zona a zona), diventando quindi un problema per le persone sensibili. Anche le attrezzature per la preparazione dei cibi, dalle pentole e stoviglie casalinghe in acciaio inox non nichel-free, agli impianti industriali di produzioni alimentare, sono una possibile fonte di contaminazione del cibo, perché il materiale di cui sono composti può rilasciarne piccole tracce. Alcuni studi hanno dimostrato che un'alimentazione a basso contenuto di nichel, nelle persone sensibili può migliorare le condizioni della pelle, anche se va sempre considerata una suscettibilità individuale nell'assimilazione dei nutrienti, che dipende dalle condizioni di salute, dalle abitudini alimentari e, non ultimo, dalle caratteristiche del cibo. La matrice alimentare infatti è la responsabile di una delle maggiori differenze nel tasso di rilascio di nichel dagli alimenti. Uno studio recente ha calcolato nella popolazione un assorbimento medio del 16% rispetto all'assunzione giornaliera di questo metallo. Alimenti fra i più ricchi di nichel come noci (1-10mcg/g) e cioccolato (3-5mcgnickel/g), rilasciano circa il 50% del nichel che contengono. Una dieta completamente priva di nichel è dunque difficilmente realizzabile. Tuttavia possono essere evitati gli alimenti che ne contengono in quantità maggiore, in modo da minimizzare l'accumulo di questo metallo nell'organismo: i cereali integrali (incluso avena e grano saraceno); i legumi (fagioli, lenticchie, piselli, soia e prodotti a base di soia); fra i vegetali broccoli, cavolfiore, cipolle, carote e asparagi; la frutta secca (in particolare noci e nocciole), molluschi, the nero. Il cibo in scatola (soprattutto carne e pesce in scatola e vegetali) e gli oli vegetali raffinati sono una fonte altrettanto nota di nichel nella dieta giornaliera. Nel 2007 sono state redatte delle linee guida dal North american contact dermatitis group per comporre una dieta a basso contenuto di nichel, con un elenco dettagliato degli alimenti e dei relativi contenuti, ma devono essere utilizzate solo come riferimento, proprio per l'ampia variabilità che caratterizza la presenza di questo elemento in natura, nonché per la sensibilità individuale.
Food reaserch Int. 2014 55: 412-417
Dis Mon. 2008 54(1-2):7-156
Clin Aesthet Dermatol. 2014 7(3): 30-36
Francesca De Vecchi - esperta in scienze dell'alimentazione
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