Politica e Sanità
16 Novembre 2011«La fascia C non uscirà dalla farmacia». Ha tutti i toni di un impegno la frase che il presidente di Federfarma, Annarosa Racca, ha pronunciato sabato davanti alla platea del convegno sui nuovi servizi in farmacia organizzato il 2 e 3 aprile a Riccione dall’Utifar. Anche se fuori tema, la deregulation degli etici non rimborsati è diventata quasi per forza argomento di discussione nei due giorni di lavori. Non se ne poteva non parlare, dopo il convegno dell’Anpi (Associazione nazionale parafarmacie italiane) di dieci giorni fa e dopo le voci che vorrebbero un nuovo blitz “pro liberalizzazione” nel ddl su sviluppo e competizione che il governo dovrebbe presentare tra un paio di mesi. Di qui il grido di allarme lanciato sabato da Enrico Finzi, sociologo e presidente di Astraricerche: «Seguo da più di vent’anni il mondo della farmacia e niente mi ha mai preoccupato come la fuoriuscita della fascia C dal canale. Non c’è solo il rischio legato alla dispensazione in esercizi commerciali di farmaci con ricetta che vanno utilizzati con attenzione; se la liberalizzazione passa rischia di saltare il sistema perché si troverebbero di fronte al rischio della chiusura tra il 33 e il 45% delle farmacie. Non mi sembra che le associazioni dei titolari facciano abbastanza per scongiurare tale evenienza». Di diverso avviso la presidente Racca: «Federfarma si batte da tempo con vigore contro la liberalizzazione della fascia C. Abbiamo già respinto molti assalti, sappiamo che ce ne saranno degli altri e respingeremo anche quelli. Non ci sarà nessuna uscita dalla farmacia». Anche il presidente della Fofi Andrea Mandelli, ospite della tavola rotonda di domenica, ha ricordato l’impegno della Federazione sul tema: «Ci sono forti pressioni per portare la fascia C fuori della farmacia. Occorre analizzare la situazione e trovare come uscirne risolvendo le situazioni anomale che abbiamo. Soluzioni preconfezionate non le ho, per trovarle serve il confronto. La Fofi si è impegnata a raffreddare dove possibile certe tensioni, come in Sicilia dove finalmente siamo riusciti a ottenere che si facessero i concorsi. Con il riordino abbiamo la possibilità di avviare una riforma generale della farmacia e del servizio farmaceutico». E della necessità di un concorso per soli titoli aveva parlato il giorno prima anche Luigi D’Ambrosio Lettieri, relatore del ddl di riordino in commissione Sanità del Senato e vicepresidente dell’Ordine.
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