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Politica e Sanità

15 Novembre 2011

Vero una nuova ONAOSI


Il Consiglio d''amministrazione dell'' Opera nazionale per l''assistenza agli orfani dei sanitari italiani ha approvato il nuovo statuto dell''ente  


Il CDA, riunitosi sabato, ha infatti approvato all''unanimità il testo di riforma della Fondazione che prevede, tra l’altro, l''allargamento delle funzioni, l''istituzione di un Comitato d''indirizzo, la riduzione dei componenti del Consiglio di amministrazione. Secondo Riccardo Cassi, componente del CDA e uno dei primi relatori del testo, lo statuto entrerà in vigore dopo l''approvazione del ministero del Lavoro che, come spiega Cassi, "dovrà verificare la corrispondenza con la normativa vigente". Il nuovo testo prevede, dunque, l''allargamento delle funzioni dell''ente. "Oltre all''assistenza agli orfani - spiega Cassi - ci si occuperà finalmente anche dei camici bianchi anziani, malati e bisognosi d''aiuto". E non solo. Il nuovo statuto prevede infatti la facoltà di erogare prestazioni anche "ai contribuenti in condizioni di comprovato disagio economico, sociale e professionale, finalizzate al recupero professionale". E ancora, previste prestazioni assistenziali per i figli del contribuente vivente, che si trovi in situazione di "grave e documentata difficoltà economica", così come per quei figli colpiti "dal decesso del genitore non contribuente". Rientrano nei programmi d''assistenza della Fondazione, anche "i contribuenti ed ex contribuenti disabili, se indigenti". Verrà anche istituito un Comitato di indirizzo, chiamato a eleggere il Consiglio d''amministrazione, approvare i bilanci ed elaborare linee programmatiche. "Il Comitato - spiega Cassi - sarà composto per due terzi direttamente dai contribuenti, mentre un terzo da rappresentanti delle Federazioni nazionali degli Ordini professionali". Nello specifico, dei 34 componenti del Comitato, 24 (17 medici dipendenti, 3 volontari, 2 farmacisti, 2 veterinari) saranno eletti direttamente. Degli altri 10, quattro saranno designati dai ministeri interessati (Interno, Difesa, Lavoro, Salute), e 6 dalle Federazioni degli Ordini dei medici (3), odontoiatri (1), veterinari (1) e farmacisti (1). Una novità, questa, che ha provocato nelle scorse settimane una ''spaccatura'' tra i sindacati medici, ad eccezione di ANAAO Assomed e CIMO-Asmd, e le Federazioni degli Ordini professionali. Le sigle dei camici bianchi si erano infatti dichiarate "contrarie alle designazioni dirette". Chiedevano che a eleggere l''intero Comitato fossero "i contribuenti dell''ente". Una diatriba che Cassi definisce “strumentale".
Secondo il consigliere, infatti,"i sindacati dovrebbero riconoscere che tra i 24 componenti eletti, vale a dire circa il 75% dell''intero Comitato, l''80% è nominato dai medici. Ci è sembrato quindi logico - aggiunge - cercare di garantire altre categorie in minoranza, come i veterinari e i farmacisti". Tra le riforme previste dal nuovo statuto c''è anche il taglio dei componenti del Consiglio d''amministrazione, che passano dagli attuali 23 a 9. "La riduzione - spiega Cassi - si deve principalmente a due motivi: maggior risparmio economico e migliore gestibilità della Fondazione. Un CDA formato da 23 componenti era esagerato. Oltre all''inevitabile risparmio, anche solo limitato ai rimborsi spese, c''è infatti da considerare che prendere decisioni in 9 è sicuramente più agevole che prenderle in 23. Soprattutto ora che, dopo l''allargamento delle funzioni, l''ente è chiamato a un duro e faticoso lavoro", conclude.

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