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Politica e Sanità

23 Dicembre 2011

Le Regioni al Governo: rivedere i piani di rientro


Si sviluppano attorno a quattro nodi le proposte che le Regioni intendono sostenere nell’incontro di oggi con il Governo per il rinnovo del patto della salute: finanziamento del Fondo sanitario nazionale, edilizia sanitaria, ticket e piani di rientro - che a cinque anni dalla loro introduzione vanno rivisti. Un programma che, innanzitutto, rivendica la proposta non recepita della Conferenza delle Regioni di reintegro integrale dei tagli previsti - tra il 2012 e il 2014 di 17 miliardi di euro. Anche se Vasco Errani, presidente della Conferenza delle Regioni, nel suo intervento di fine anno in aula a Bologna, ha riconosciuto all''esecutivo guidato da Mario Monti di aver «cambiato le cose per le Regioni» ricordando che «il taglio di due miliardi non c''è più». Per quanto riguarda l''edilizia sanitaria, i tagli lineari hanno reso impossibile definire tutti gli Accordi di Programma presentati dalle Regioni. Sui piani di rientro le regioni lamentano come «l''intero procedimento sia incentrato sugli aspetti economico-finanziari, senza valorizzare un reale percorso di riorganizzazione sul territorio dell''intero sistema». Quanto ai ticket era stata ribadita la richiesta di reintegro del finanziamento di 381,5 milioni di euro da reperire applicando una maggiore accisa sui tabacchi. Ammonta invece a 2 miliardi annui il risparmio stimato dai nuovi ticket sui farmaci e le altre prestazioni sanitarie previsti dal 2014. Altro punto critico è la spesa farmaceutica: per le regioni è mancata «la ridefinizione del tetto della ospedaliera (confermato al 2,4%), sistematicamente sottostimato», mentre il tetto della spesa farmaceutica territoriale dal 2013 è stato ridotto al 12,5% del fabbisogno. «Gli interventi sulla farmaceutica non agiscono sui costi dell''assistenza ospedaliera che registra una crescita sostenuta mentre si limitano a operare in ambito territoriale senza portare un reale beneficio sulla spesa farmaceutica complessiva». In ogni caso, conclude Errani, «con il nuovo patto vogliamo fare la verifica rispetto ai Livelli essenziali di assistenza (Lea). Se il nuovo Governo ritenesse che non sono adeguati o vanno ridotti, lo dica, ma non si racconti che si possono estendere i Lea riducendo il Fondo sanitario perché non è vero. Lo abbiamo detto al Governo precedente e lo diciamo a questo Governo».

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