antibiotici
04 Marzo 2025Secondo il Rapporto sull'uso degli antibiotici in Italia in alcune Regioni se ne consumano di più e si registrano picchi anche del 40% nei mesi invernali che fanno presumere un loro uso sbagliato contro virus influenzali e parainfluenzali
Il consumo complessivo di antibiotici nell’anno 2023 ha registrato un aumento, con picchi fino al +40% nei mesi invernali, quasi la metà degli anziani li ha utilizzati almeno una volta l’anno, forte l’incremento di prescrizioni in età pediatrica, e in generale quasi 4 cittadini su 10 hanno ricevuto almeno una prescrizione dal Mmg o dal pediatra. Circa il 90% del consumo di antibiotici a carico del SSN viene erogato in regime di assistenza convenzionata, si conferma la forte variabilità regionale, caratterizzata da consumi più elevati al Sud di antibiotici acquistati in farmacia in regime di assistenza pubblica. Negli ospedali il consumo di antibiotici ad ampio spettro è il più alto in Europa. L’indice di resistenza ai farmaci (Drug Resistence Index, Dri) aumenta nella maggior parte delle Regioni per alcuni importanti microorganismi come Escherichia coli, Streptococcus pneumoniae ed Enterococcus faecium. Questi i numeri del “Rapporto AIFA sul consumo degli antibiotici nel 2023” che indicano che c’è ancora molto da fare per combattere la pandemia silente dei batteri sempre più resistenti alle terapie farmacologiche.
Nel 2023 il consumo complessivo di antibiotici per uso sistemico, pubblico e privato, è aumentato del 5,4% rispetto al 2022 e una variazione ancor più elevata se si considerano solo gli antibiotici dispensati a livello territoriale (+6,3%). Un andamento in controtendenza rispetto al calo dei consumi in assistenza convenzionata di -14,4% osservato nel periodo 2013-19, al -23,6% nel biennio 2019-20 e al calo del - 4% nel 2021. Anche il consumo di antibiotici per uso non sistemico, ossia locale (28 dosi medie giornaliere ogni mille abitanti) ha registrato un aumento del 4,3% rispetto al 2022.
Secondo il report circa il 90% del consumo di antibiotici a carico del SSN è erogato in regime di assistenza convenzionata con quasi 4 cittadini su 10 che ricevono almeno una prescrizione di antibiotico nel corso del 2023 confermando che gran parte dei consumi è legato alla prescrizione del medico o del pediatra di base. Le penicilline in associazione agli inibitori delle beta-lattamasi si confermano la classe a maggior consumo (40% del totale), seguita dai macrolidi, dalle cefalosporine di terza generazione e dai fluorochinoloni. Rispetto al 2022, si osserva un ulteriore aumento dei consumi (+6,3%); le categorie che hanno maggiormente contribuito a questo trend sono state le associazioni di penicilline (compresi inibitori delle beta-lattamasi) e le cefalosporine di terza generazione, mentre si riducono i consumi dei macrolidi e dei fluorochinoloni.
Sono stati monitorati anche i consumi in regime ospedaliero, dove le dosi somministrate ogni 100 giornate di degenza sono in aumento dell’1,3% rispetto all’anno precedente. Un incremento che si inserisce in un trend: nel periodo 2019-23 c’è stato un aumento dell’8,8% dei consumi a livello nazionale.
Contemporaneamente all’incremento dei consumi c’è stato anche un aumento delle prescrizioni delle molecole ad ampio spettro rispetto a quelle a spettro più ristretto, nonostante siano a più alto rischio di generare resistenze microbiche. Il 54,4% delle prescrizioni riguarda gli antibiotici appartenenti al gruppo “Access”, quelli che dovrebbero essere utilizzati come trattamento di prima o seconda scelta per le infezioni più frequenti per un minor rischio di generare resistenze. L’Italia è al di sotto dell’obiettivo del 65% fissato dalla raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea (UE) del 26 aprile 2023.
Anche nel 2023 si conferma una forte variabilità regionale, caratterizzata da consumi più elevati al Sud, con 18,9 dosi medie giornaliere ogni mille abitanti acquistate in farmacia in regime di assistenza pubblica, contro le 12,4 del Nord e le 16,4 del Centro. Un andamento disomogeneo dei consumi a livello territoriale, che può essere letto anche come un indice di inappropriatezza prescrittiva, che va però contestualizzato rispetto ai diversi sistemi sanitari regionali, perché la prescrizione a scopo cautelativo degli antibiotici da parte dei medici può trovare una spiegazione anche nelle difficoltà, soprattutto a Sud, di accedere in tempi rapidi alle prestazioni di diagnostica senza le quali è difficile escludere complicanze che richiedano l’uso di questi farmaci.
Stesso discorso per la variazione stagionale dei consumi, nel periodo ottobre-marzo rispetto al periodo aprile-settembre, che è tornata a livelli alti nel biennio 2022-23, con un consumo più alto del 40% nei mesi freddi, mentre nel biennio 2023-2024 ha registrato una nuova riduzione passando a un più 25%. Picchi che fanno presupporre un uso improprio contro sindromi influenzali e parainfluenzali. Ciò è anche confermato dall’analisi contestuale dell’andamento dei consumi di antibiotici e dell’incidenza di sindromi influenzali.
Dal 2022 al 2023 la quota di bambini e ragazzi fino a 13 anni che hanno ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici per uso sistemico passa dal 33,7 al 40,9%, percentuale che è del 48% tra gli over 65, con un aumento dell’1,5% rispetto al 2022. In ambito pediatrico i dati mostrano una preferenza per molecole ad ampio spettro nelle Regioni del Centro e del Sud rispetto a quelle del Nord, indice di un problema di inappropriatezza prescrittiva che richiede interventi mirati.
"L'antibiotico-resistenza causa 12mila morti l'anno in Italia e un impatto economico sul SSN di 2,4 miliardi di euro annui, con 2,7 milioni di posti letto occupati a causa di queste infezioni – ha commentato Robert Nisticò, Presidente AIFA. - Serve un approccio globale, che promuova un uso consapevole degli antibiotici, anche in ambito veterinario, e rafforzi la prevenzione ospedaliera, dove i batteri resistenti sono più diffusi. Inoltre, dobbiamo incentivare la ricerca di nuovi antimicrobici capaci di aggirare le resistenze attuali."
"Un fattore che contribuisce all'antibiotico-resistenza è l'uso eccessivo degli inibitori della pompa protonica, farmaci utilizzati per il reflusso gastroesofageo - sottolinea Pierluigi Russo, Direttore tecnico-scientifico AIFA:. L'Italia è il primo Paese in Europa per consumo di questi medicinali, che possono alterare la flora microbica intestinale e favorire la selezione di germi multiresistenti, come il Clostridium difficile. Serve maggiore attenzione per evitare un uso inappropriato di questi farmaci."
Massimo Andreoni della Simit ricorda che "i vaccini rappresentano una strategia chiave contro l'antibiotico-resistenza. Vaccinandoci possiamo prevenire infezioni respiratorie, riducendo la necessità di antibiotici, spesso prescritti erroneamente per infezioni virali. Uno studio pubblicato su Lancet ha stimato che la copertura universale con il vaccino antipneumococcico coniugato potrebbe ridurre del 47% l'uso di antibiotici per polmoniti da Streptococcus pneumoniae nei bambini sotto i 5 anni. Stesso discorso per le vaccinazioni contro rotavirus e virus respiratorio sinciziale. Proteggerci con i vaccini significa ridurre l'insorgenza di batteri resistenti."
“L’Italia per prima volta – sottolinea Maria Rosaria Campitiello Capo Dipartimento della Prevenzione, delle emergenze sanitarie e della ricerca del Ministero della Salute – ha destinato 21 milioni di euro a una partnership internazionale per lo sviluppo di nuovi antibiotici. Per contrastare questa minaccia, il ministero della Salute, sotto la guida del ministro Schillaci, ha potenziato il Piano Nazionale di Contrasto dell’Antibiotico-Resistenza (PNCAR) 2022-2025, adottando un approccio One Health per monitorare e prevenire la diffusione di microrganismi resistenti. Con uno stanziamento annuale di 40 milioni di euro, il piano dispone ora di risorse strutturali che ne garantiscono la continuità. Inoltre, la Legge di Bilancio 2025 ha previsto un fondo di 100 milioni di euro per incentivare lo sviluppo e l’accesso a nuovi antibiotici innovativi. Parallelamente, in collaborazione con AIFA, promuoviamo campagne di sensibilizzazione per un uso più responsabile di questi farmaci e rafforziamo le strategie di prevenzione delle infezioni ospedaliere. Solo con un’azione coordinata e interventi mirati possiamo preservare l’efficacia degli antibiotici e proteggere la salute pubblica”.
Fonte:
https://www.aifa.gov.it/-/rapporto-aifa-2025-sugli-antibiotici
https://www.aifa.gov.it/documents/20142/2766777/Rapporto_Antibiotici_2023.pdf
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