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Politica e Sanità

08 Novembre 2016

Garattini: dopo referendum pensare a Lea per terapie evidence-based


«Il nuovo testo costituzionale permette di superare il Titolo V con i battibecchi Stato-Regioni? Questa è la speranza. Se il referendum passerà è probabile che lo Stato abbia più possibilità di diminuire le differenze di comportamento fra le Regioni che purtroppo tendono ad accentuarsi inducendo un declino del Servizio Sanitario Nazionale, un bene essenziale per tutti i cittadini. In particolare è auspicabile che la sostenibilità del Ssn sia mantenuta attraverso un adeguato programma di prevenzione e una maggiore severità nel mettere a disposizione solo terapie basate sull'evidenza scientifica».

Il farmacologo Silvio Garattini Presidente dell'Istituto Mario Negri lancia una riflessione importante in vista del referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre. Lo Stato potrebbe bene utilizzare i suoi poteri cercando di migliorare i "fondamentali" della salute degli italiani. Ricordiamo che il nuovo articolo 117 punto m) della Carta, su cui si è chiamati a votare (oltre che su altri aspetti istituzionali, il più centrale dei quali è la riforma del Senato) elimina la "legislazione concorrente" tra Stato e Regioni. Spettano in futuro allo Stato non solo la "determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale", ma anche le "disposizioni generali e comuni per la tutela della salute, per le politiche sociali e per la sicurezza alimentare". Alle Regioni resta "la potestà legislativa in materia di programmazione e organizzazione dei servizi sanitari e sociali". La Riforma prevede anche la cosiddetta "clausola di supremazia", per la quale "su proposta del Governo, la legge dello Stato può intervenire in materie non riservate alla legislazione esclusiva quando lo richieda la tutela dell'unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell'interesse nazionale".

Il cambiamento costituzionale riuscirà a rendere disponibili i farmaci innovativi e le prestazioni complesse nelle regioni che tendono a non erogarne (o ritardarne l'ingresso in commercio nel caso dei medicinali)? Per Garattini, «il problema è la tempestività nel mettere a disposizione farmaci innovativi. Abbiamo fallito questa operazione con i farmaci anti-epatite C. Molte morti avrebbero potuto essere evitate e più pazienti avrebbero evitato di aggravarsi se si avesse avuto il coraggio di prendere posizioni più decise. Differente è il caso dei farmaci antitumorali che sono spesso innovativi come meccanismo d'azione ma non lo sono affatto nel prolungare la durata di vita. Non tutti i farmaci approvati dall'Ema devono essere necessariamente rimborsati dal Ssn. Occorre fare valutazioni molto attente e soprattutto predisporre ricerche indipendenti per confermare l'efficacia, le dosi, la durata dei trattamenti».

È giusto finanziare la ripartizione del Fondo farmaci innovativi come fa la Manovra sulla base dei consumi storici delle regioni o qui lo Stato può fare di più? «Credo che prima di tutto sarebbe necessaria un'importante revisione del Prontuario Terapeutico Nazionale al fine di togliere i farmaci superati e fare un'importante valutazione sul costo delle terapie nell'ambito della stessa classe terapeutica. Bisogna potenziare la prescrizione dei farmaci dal nome generico e sostenere i farmaci biosimilari. I consumi storici non sono appropriati perché esiste un eccesso di spesa per il farmaco nelle Regioni del Sud rispetto a quelle del Nord senza che vi siano particolari ragioni. La spending review dovrebbe passare attraverso queste valutazioni».

Sul referendum costituzionale leggi anche:

Jommi (Cergas): riforma costituzionale non risolve disomogeneità distributiva

Referendum, Mandelli (Fi): se vince il sì più contenziosi Stato-Regioni in sanità

Referendum, Cicchetti (Altems): se vince il sì niente farmaci introvabili? Nelle parole del Governo c'è fondo di verità

Referendum, Spandonaro (Tor Vergata): con sì meno contenziosi Stato-Regioni ma pochi riflessi sui Lea

Referendum costituzionale, Lorenzin: con il sì passo avanti per la sanità

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