Ccnl. Sindacati dipendenti: trattativa a rilento e distanze su flessibilità e orari. Urge tutela a chi vaccina
Sono passati circa tre mesi da quando è stata istituita la figura del farmacista vaccinatore ma mancano ancora accordi nazionali con i collaboratori
Sono passati poco meno di tre mesi da quando è stata istituita la figura del farmacista vaccinatore e da quando, con l'Accordo quadro nazionale tra Istituzioni, Federfarma e Assofarm, è stato dato il via al percorso che porta le farmacie a essere punti di vaccinazioni sul territorio. Le somministrazioni in tante farmacie sono già partite e, dall'altro lato, questo è successo in assenza di accordi nazionali con i collaboratori e senza che fossero garantiti preventivamente né tutele né alcun riconoscimento economico. A lanciare la preoccupazione una comunicazione pubblicata su Farmacie.blog, il blog di confronto di Cgil dedicato al settore, che fa il punto della situazione relativa ai collaboratori e segnala come il contratto nazionale di lavoro sia scaduto da troppo tempo ma, al contempo, manchi una significativa ripresa delle trattative.
Sigle confederali: vaccini in farmacia partiti senza confronto con collaboratori
Fin dalla pubblicazione delle misure che hanno introdotto la novità della vaccinazione in farmacia e del farmacista vaccinatore «le organizzazioni sindacali Filcams, Fisascat e Uiltucs hanno chiesto ad Assofarm e a Federfarma un confronto» proprio per affrontare tutte le questioni relative alle «nuove mansioni», in parallelo «alla ripresa delle trattative sui rinnovi contrattuali. Sono passati due mesi dai primi incontri: le vaccinazioni in tante farmacie sono partite e in altre stanno cominciando» ma «con i collaboratori non c'è stato nessun accordo preventivo», per regolamentare «le condizioni» anche sulla sicurezza «di chi si fa carico di questa nuova attività». Da Farmacie.blog arriva un punto sugli incontri avuti finora: «Con Assofarm c'è stato un confronto il 13 aprile e la nuova richiesta da parte delle Organizzazioni Sindacali inviata il 4 giugno a oggi è senza risposta, mentre va segnalato che in qualche Azienda speciale più virtuosa» si è presa la via degli accordi locali «sperimentali, almeno riguardo ai vaccini, pur in attesa dei necessari passaggi nazionali sul contratto». Con Federfarma «ci sono stati sei incontri, i primi tre tematici», gli ultimi tre di sintesi: in generale, «si sono registrati avanzamenti su alcuni temi, accanto al permanere di rigidità su altri». Ma complessivamente restano «distanze tra le posizioni».
Sicurezza, orari, permessi, flessibilità: ecco i principali nodi sul tavolo
Dal punto di vista del contenuto, riferisce l'articolo, rispetto al capitolo «salute e sicurezza», c'è stata la «disponibilità a sottoscrivere un testo che prevede la costituzione dei Comitati Covid a livello regionale e di un Osservatorio nazionale sulla gestione dei protocolli di sicurezza vaccinali. La posizione delle sigle confederali resta tuttavia critica rispetto a protocolli vaccinali sottoscritti senza il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali dei lavoratori. Anche sulla presenza degli Rls nelle farmacie, si rileva che quelli designati spesso non siano nelle condizioni di eseguire al meglio il proprio ruolo». Durante il confronto, poi, «è stata discussa la figura del "farmacista professional". Il "farmacista professional" potrebbe essere una figura intermedia tra il farmacista e il direttore di farmacia, con caratteristiche tecniche e di gestione connesse anche ai nuovi servizi affidati alla farmacia. L'apertura rappresenta una novità significativa nella discussione contrattuale, anche se permangono ancora criticità, in particolare in merito alla sua definizione, ai tempi e alle modalità di raggiungimento della qualifica». Nel complesso, le «criticità maggiori» restano sui punti dell'«orario e organizzazione del lavoro» e della «flessibilità». La richiesta arrivata alle sigle confederali è stata quella di «eliminare i permessi Rol per i nuovi assunti - per l'intera vigenza contrattuale e senza un meccanismo automatico di ripristino - e della monetizzazione dei permessi per i lavoratori già in forza ad oggi». Oltre a questo «c'è stata la richiesta di estensione a 12 mesi della variabilità dell'orario di lavoro connessa ai flussi di utenza». Questi due punti sono «gli ostacoli maggiori al possibile avanzamento della trattativa, anche perché le mediazioni proposte dai sindacati sono state considerate insufficienti».
Ancora distanze su incremento economico: chiesto riconoscimento delle nuove attività
Un altro capitolo è quello dell'incremento economico: «su questo punto, viene negato ai collaboratori un riconoscimento per il periodo trascorso dalla scadenza del vecchio contratto, e nemmeno viene chiarita del tutto l'entità dell'aumento effettivo a valere per il prossimo triennio. Il valore di 80 euro proposto dalla parte datoriale sarebbe infatti eventualmente da valutare in relazione alla sua decorrenza. A parte, comunque, i sindacati hanno chiesto anche un riconoscimento economico legato all'attività dei farmacisti vaccinatori. C'è disponibilità al ragionamento, anche se gli spazi ancora non sono stati chiariti. Sul welfare, invece, si è registrata una apertura da parte di Federfarma a farsi carico dell'iscrizione dei dipendenti a un fondo di sanità integrativa. La trattativa prosegue, con un altro appuntamento concordato al 2 luglio».
Continua la mobilitazione dei collaboratori. In piazza il 23 giugno
Intanto, «le tre organizzazioni sindacali hanno scelto fin dall'inizio di sostenere queste trattative con un percorso di coinvolgimento e mobilitazione diffusa dei lavoratori, cominciato con un primo giro di assemblee regionali svoltesi nel mese di maggio e nel complesso ampiamente partecipate da chi lavora in farmacia, a cui hanno partecipato attivamente anche rappresentanti di diverse associazioni professionali di farmacisti non titolari o collaboratori di farmacie che hanno voluto esprimere le loro opinioni». Ora «i nodi contrattuali ancora aperti dimostrano la necessità di un forte coinvolgimento dei collaboratori delle farmacie nella discussione sui temi contrattuali» e pertanto «l'impegno al percorso di mobilitazione dei lavoratori a sostegno delle posizioni sindacali» non cessa e anzi continua in primo luogo «attraverso le assemblee, in modo che si dia ai collaboratori l'occasione di manifestare pubblicamente la richiesta di riconoscimento del valore del proprio lavoro e l'urgenza di arrivare a un rinnovo contrattuale di prospettiva, anche a fronte del tanto lavoro fatto da tutti nelle farmacie durante l'emergenza pandemica». Anche perché come è emerso finora da chi ha partecipato alle assemblee, «la fatica degli ultimi mesi è tanta, così come il bisogno di riconoscimento del lavoro fatto negli anni trascorsi dall'ultimo rinnovo». Inoltre, fa sapere Farmacie.Blog, «i sindacati Filcams Fisascat e Uiltucs, unitariamente, a livello di strutture regionali, stanno organizzando una giornata di mobilitazione pubblica dei lavoratori delle farmacie pubbliche e private. Ci saranno presidi di lavoratori col camice davanti alle Prefetture di vari capoluoghi di Regione, alcuni già fissati per il 23 giugno (tra cui Roma in piazza Montecitorio alle 14) e altri in corso di organizzazione in date vicine che verranno comunicate dalle strutture regionali. I presidi saranno organizzati nel rispetto delle normative anti Covid vigenti» e si pongono anche l'obiettivo di «sensibilizzare le Istituzioni - che erogheranno risorse aggiuntive alle farmacie per nuove prestazioni - sul fatto che ancora manchino rinnovi dei contratti di lavoro nazionali. In questa settimana, a sostegno delle trattative e per organizzare i presidi, verranno organizzate assemblee regionali online su Zoom, come sono state fatte nel mese di maggio. Il Lazio ha cominciato giovedì 10 alle 21, la Toscana è in programma per il 17 alle 21, altre ne condivideremo coi link sulla nostra pagina Fb quando verranno programmate».
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A cura di Simona Zazzetta
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