Covid-19: nel 2021 in calo accesso a farmaci e visite. Report Usa: ruolo centrale dei farmacisti
Nel 2021, negli Usa c'è stato un calo di oltre 15 milioni di prescrizioni di farmaci e una riduzione di circa 500 milioni di visite diagnostiche. Il Report
Nel 2021, negli Usa c'è stato un calo di oltre 15 milioni di prescrizioni di farmaci e una riduzione di circa 500 milioni di visite diagnostiche. A evidenziare gli effetti negativi della pandemia Covid-19 sull'accesso ai farmaci e alle visite è un'indagine condotta da CoverMyMeds un'associazione americana che si occupa di accessibilità alle cure. Il report ha evidenziato che l'82% dei pazienti ha subito ritardi, lo scorso anno, nell'accedere a farmaci, soprattutto a causa delle restrizioni per il Covid-19, oltre che per i costi, per problemi di comunicazione e/o per carenza nei trasporti. Tra questi, l'85% ha dovuto cedere a compromessi per avere le prescrizioni, come pagare o modificare i farmaci prescritti. In particolare, secondo il 2022 Medication Access Report di CoverMyMeds, nell'ultimo anno c'è stato un calo di oltre 15 milioni di prescrizioni di farmaci a causa di circa 500 milioni di visite diagnostiche in meno.
Dai farmacisti supporto su informazioni e consegna a domicilio
Con la pandemia, i farmacisti hanno assunto un ruolo più importante nella cura al paziente. Secondo il report, infatti, oltre a informarli sui costi delle cure ed eseguire test e vaccini contro il coronavirus, i farmacisti si sono occupati dell'invio a casa dei farmaci prescritti e hanno fatto chiamate di follow-up ai pazienti, contribuendo a controllare l'aderenza alle terapie. Così, i pazienti, nel 2021, hanno visto aumentare la loro fiducia verso il farmacista, con il 52% che ha dichiarato che il suo rapporto con il farmacista era cambiato, il 37% ha apprezzato il ruolo di questa figura professionale nell'avere informazioni su malattie e farmaci e il 16% per il supporto ricevuto su servizi non correlati ai farmaci, come vaccinazioni, anche diverse da quelle contro il Covid-19, ed esami. Ma proprio a fronte di tutte queste responsabilità, il 54% dei farmacisti interpellati nel report ha riferito di sentire di non avere abbastanza tempo per affrontare in modo completo il proprio lavoro. In particolare, l'81% ha dato la colpa a uno staff non adeguato, il 73% ai compiti amministrativi e burocratici da soddisfare e il 28% al fatto che non c'erano abbastanza pause durante l'orario di lavoro. A questo proposito, la tecnologia potrebbe andare in aiuto ai farmacisti per recuperare tempo e per dare adeguato supporto ai pazienti, considerando anche che i farmacisti hanno chiesto di avere maggior accesso ai dati dei pazienti, quindi storia medica e risultati di analisi di laboratorio, per migliorare il loro supporto alle cure.
Le difficoltà affrontate dai pazienti
Nel 2021, secondo il report, i pazienti americani hanno incontrato ritardi nell'accesso ai servizi sanitari e cambiamenti a livello di salute mentale. Dall'indagine è emerso che lo scorso anno il 66% dei pazienti intervistati ha rinunciato a visite primarie e il 54% a visite specialistiche e un paziente su tre è stato costretto a rimandare o annullare visite urgenti. I pazienti hanno poi vissuto un peggioramento nel loro stato di salute mentale, con il 66% che ha subito un aumento dei livelli di ansia, depressione e/o insonnia e il 54% che ha cominciato ad assumere farmaci per queste condizioni. Rispetto al 2020, poi, più pazienti hanno dovuto fare sacrifici per avere accesso ai medicinali, con il 51% dei pazienti che non ha preso dei farmaci, contro il 36% del 2020, e il 56% che ha cambiato un trattamento nel 2021, contro il 41% nel 2020.
Telemedicina: opzione efficace riconosciiuta dai pazienti
La telemedicina, invece, si conferma un'opzione importante per i pazienti, nonostante il ritorno alle visite di persona. L'84% dei pazienti, nel report, ha dichiarato di aver partecipato ad almeno una visita virtuale negli ultimi 12 mesi ed è aumentata la consapevolezza nell'uso degli strumenti digitali, con il 75% dei pazienti che ha dichiarato di aver usato questi strumenti per prevenire la diffusione del COVID-19, contro il 70% del 2020, il 66% che li ha usati per convenienza, mentre nel 2020 lo faceva per questo motivo il 56% dei pazienti, e il 60% per i ridotti tempi di attesa, contro il 34% di quelli che la pensavano così nel 2020.
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A cura di Simona Zazzetta
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