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10 Marzo 2023

Crisi, aumento costo del denaro, farmaci mancanti e anomalie commerciali: criticità e rischi per la sostenibilità


Oggi i timori sono rivolti anche al continuo aumento del costo del denaro, che rende più oneroso per le imprese finanziarsi, all'inflazione, ai farmaci mancanti


Fino a poco fa a preoccupare erano soprattutto gli effetti della pandemia e della crisi energetica. Oggi i timori sono rivolti anche al continuo aumento del costo del denaro, che rende più oneroso per le imprese finanziarsi, all'inflazione, ai farmaci mancanti. Sono tutte situazioni di criticità avvertite all'interno della filiera, dalle farmacie alla distribuzione intermedia, che si vanno ad aggiungere alle esigenze presenti da tempo, come quella di una riforma strutturale della remunerazione.

Sostenibilità: dalla filiera preoccupazioni per aumento costo del denaro

Non ci sono solo gli effetti della pandemia, il caro energia e carburante: a preoccupare il comparto è anche l'aumento del costo del denaro «in atto da tempo e che, stando alle strategie e alle dichiarazioni della Banca centrale europea, proseguirà anche nei mesi a venire» è l'allarme di Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi, lanciato ieri su F-online. «Tutto il nostro comparto ricorre costantemente al credito finanziario e il continuo incremento del costo del denaro sta mettendo ancora di più in sofferenza le nostre Aziende, così come gli altri attori della filiera, dall'industria alle farmacie». Si sta ponendo con più forza un tema di «sostenibilità».
Il settore, poi, continua Mirone, in un comunicato inviato oggi, «eÌ ulteriormente messo alla prova dall'aumento generalizzato dei prezzi», che incide sulle varie fasi della vita e del percorso del farmaco, così come dalle difficoltà di approvvigionamento «di materie prime».
Situazioni, queste, che, tra le varie ricadute, contribuiscono al fenomeno dei farmaci mancanti, una criticità segnalata a più riprese e che può creare difficoltà alle farmacie a rispondere alle richieste del paziente. «A causa dell'alterazione degli equilibri internazionali» dice Mirone «stanno mancando, in alcuni casi, alcuni antibiotici e molecole attive sul sistema cardiovascolare».

Spesa Ssn, carenze di farmaci, anomalie commerciali le criticità segnalate

A gravare c'è, poi, la pratica delle vendite dirette: «un fenomeno che sta aumentando e che, soprattutto in un momento di carenze di farmaci, rischia di avere ripercussioni sul servizio al cittadino» ha spiegato Marco Mariani, direttore generale di Farmacentro, Associata a Federfarma Servizi, in una recente intervista a F-online. «Il tema è al centro della riflessione dell'Unità di Crisi, istituita all'interno di Federfarma Servizi», anche perché «nel Report 2022 sui flussi della distribuzione primaria realizzato dal Centro Studi del Consorzio Dafne viene rilevato un consolidamento del trend di progressivo aumento dei volumi di farmaci movimentati dai depositari verso le farmacie e, al contempo, una flessione di quelli destinati ai distributori intermedi». La preoccupazione, continua Mariani, «è legata in particolare alla tutela della salute pubblica: in un momento come quello attuale, caratterizzato da difficoltà nell'approvvigionamento dei farmaci, tale prassi mette a rischio l'uniformità e l'accessibilità del servizio farmaceutico, assicurata, capillarmente su tutto il territorio, dalla distribuzione intermedia, in quanto vengono favorite alcune farmacie - spesso le più grandi - e conseguentemente alcune aree, generando squilibri nella disponibilità dei prodotti». Ma ci sono anche ricadute operative: «dalle aziende viene segnalata una minore prevedibilità e costanza nelle consegne, tempi di delivery più lunghi, quantità di prodotto ricevute inferiori rispetto a quanto ordinato». Tutte situazioni che si ripercuotono a catena lungo la filiera, «sulle farmacie».

Lo scenario, non va dimenticato, resta quello di una spesa farmaceutica convenzionata che, come era stato sottolineato in più occasioni anche da Federfarma, nell'ultimo decennio ha subito una diminuzione di media pari al 2,1% annuo, a seguito anche delle genericazioni e delle politiche relative alla distribuzione diretta in alcune Regioni. Tra il 2012 e il 2021 la spesa farmaceutica convenzionata del SSN eÌ scesa da 8,9 a 7,4 miliardi di euro, con le contrazioni più importanti nel 2017 (-5,9%) e nel 2020 (-3,8%).

Invocato tavolo con istituzioni: si rischia rimodulazione del servizio

Alla luce di queste criticità, a essere invocata con urgenza «pena l'insostenibilità e la rimodulazione del servizio» è la riforma della remunerazione, che «attendiamo dal 2010» chiarisce Mirone. «Siamo già in estremo ritardo: se non si affronta questa emergenza sul piano dell'azione politico- istituzionale, per le nostre farmacie a rischio è il servizio come lo conosciamo oggi. Il bisogno di un farmaco o un dispositivo va chiarito, eÌ immediato e come tale la richiesta avanzata dal paziente deve essere soddisfatta in poche ore. Una farmacia di medie dimensioni non può avere tutte le referenze disponibili. Quando non è disponibile nel presidio, oggi il farmacista è nelle condizioni di poter dire al paziente di tornare nel pomeriggio a ritirare il medicinale». Ma questa «peculiarità, se la situazione non cambia, è sempre più a rischio».

Francesca Giani

TAG: FARMACI, CRISI ECONOMICA, SOSTENIBILITà

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