Farmacisti
26 Ottobre 2023 L’andamento nel numero degli iscritti all’Enpaf viene confermato in crescita anche nel 2022, ma tale valore si assesta a un livello lontano dal tasso di incremento che c’era prima del 2020
L’andamento nel numero degli iscritti all’Enpaf viene confermato in crescita anche nel 2022, ma tale valore si assesta a un livello lontano dal tasso di incremento che c’era prima del 2020. In continuo aumento, invece, la quota di farmaciste: 71.621 iscritte, sul totale di 100.678 unità, pari al 71%. Intanto, non cessano le cancellazioni all’Ente, ma emerge anche una tendenza di farmacisti che si riscrivono, che va, in parte, a sostenere i nuovi ingressi. I dati emergono dal Convegno “Sostenibilità̀ dei sistemi di welfare a fronte della transizione demografica” a FarmacistaPiù.
Prestazioni pensionistiche: pesano fenomeni demografici e salari bassi
«La comprensione dei fenomeni di transizione demografica» è stato l’intervento di Emilio Croce, presidente dell’Enpaf, «ci permette di prepararci al futuro. Ci troviamo oggi - in tutte le economie europee - ad avere a che fare con un progressivo aumento della speranza di vita, l’invecchiamento della popolazione, il rallentamento nascite, con andamenti destinati ad accentuarsi in futuro».
Nello specifico del nostro Paese, proprio di recente, spiega Paolo Giuliani, Dirigente servizio contributi e prestazioni Enpaf, «l’Istat ha certificato il fenomeno che ci accompagna da diversi anni del calo demografico: nel 2022 la natalità è arrivata al minimo storico, facendo registrare meno di 7 nascite per 1000 abitanti, contro gli oltre 12 decessi. Inevitabilmente, tale andamento ha un effetto immediato sul sistema pensionistico, in quanto il numero dei lavoratori attivi, destinato a ridursi progressivamente, è fondamentale per sostenere la spesa pensionistica di chi è in quiescenza». E, non a caso, «nell’ultimo Report dell’Inps, viene messo in evidenza il costante disallineamento tra l’ammontare dei contributi, tra il ’20 e il ‘22, e l’uscita per pensioni». Sulle entrate pensionistiche, per altro, gravano «anche i livelli salariali, in Italia bassi, i tassi di disoccupazione, i livelli di inflazione, che quest’anno hanno raggiunto livelli preoccupanti».
Un dato, in particolare, deve far riflettere: «Il rapporto tra la spesa per pensioni e il Pil cresce costantemente, fino a toccare il punto di massimo nel periodo tra il 2040 e il 2050, dove raggiungerà quota 17,2%. Per fare un confronto, nello stesso periodo, la spesa sanitaria toccherà il 7%». Tale «fase di picco si esaurirà dopo il 2045, quando l’onda della esplosione demografica avuta negli anni ‘60, quella della generazione del baby boom, si esaurirà».
Fenomeni, questi, che riguardano tutte le casse pensionistiche e «anche i Dati e le proiezioni Enpaf confermano questo andamento generale».
Nuove iscrizioni, cancellazioni e ripensamenti: lo spaccato della professione
In particolare, dai dati dell’Ente, emerge un interessante spaccato sul comparto: «Anche in questi anni, l’andamento crescente nel numero degli iscritti all’Enpaf viene confermato, ma tale valore si assesta a un livello lontano dal tasso di incremento che c’era prima del 2020. Confermata, invece, la crescita nella quota di farmaciste, con, al 2022, 71.621, iscritte sul totale di 100.678 unità, pari al 71%». In merito alla distribuzione per classi di età degli iscritti, «va rilevato che il maggior numero degli iscritti è concentrato nella fascia tra i 31 e i 60 anni. Ma, se si analizzano i trienni precedenti, in particolare l’ultimo, c’è un elemento importante che emerge: il numero di iscritti fino ai 30 anni non cresce in maniera particolare. L’aumento numerico presente nelle fasce di età successive, tra cui la fascia dai 30 ai 40, può essere attribuito man mano al naturale spostamento degli iscritti al compiere degli anni, mentre non viene rilevato nessun fenomeno significativo in merito ai nuovi ingressi. È un dato, questo, che, come detto, riflette la tendenza di carattere generale che vede esaurita, in generale, a livello di società, la spinta demografica».
Nel complesso, «il numero dei nuovi iscritti rimane intorno alle 4000 unità. Pesa, certamente, il dato dei cancellati: se nel ‘20 il saldo netto tra nuovi iscritti e cancellati era di 1237 unità, progressivamente tale dato decresce, arrivando, nel ‘21, a 822 unità e nel ‘22 a 584 unità. Ma va osservato che il mantenimento della quota relativa agli ingressi trova un supporto importante nel numero dei soggetti che, dopo la cancellazione, si iscrivono nuovamente. È, nei fatti, la presenza significativa, intorno alle 500 unità, delle re-iscrizioni, che consente al numero di nuovi iscritti all’Enpaf di mantenersi intorno alle 4000 unità».
Croce: servono più politiche per la famiglia e di conciliazione vita-lavoro
A fronte di questo quadro, è la conclusione di Croce, «è evidente anche per Enpaf un andamento di cui bisognerà tenere conto, legato all’entità sempre più limitata di nuove iscrizioni e, al contempo, alla crescita progressiva di nuove pensioni. A fronte di questi fenomeni, i vari Paesi, per garantire sostenibilità, stanno attuando riforme dei sistemi previdenziali, rivedendo al ribasso le prestazioni o innalzando l’età pensionabile, ma ritengo che non sia possibile affrontare la sfida demografica, pensando di gestire solo gli squilibri. Occorre intervenire sulle cause, a partire dalle politiche della natalità e della famiglia, unitamente a quelle indispensabili misure di conciliazione vita-lavoro. Se non si produrrà un cambio di tendenza, gli scenari demografici determineranno, per il nostro Paese, effetti negativi sull’intero sistema produttivo, sugli equilibri previdenziali e sui comparti del welfare e della sanità».
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