carenza di farmacisti
24 Ottobre 2025Un’analisi comparativa tra i vari paesi, inclusi gli Usa, firmato da ricercatori dell’Università di Torino ha messo in evidenza le le strategie adottate in diversi paesi per rendere più attrattiva la professione del farmacista sia come percorso di laurea sia come attività professionale nelle farmacie

Riforma della formazione, valorizzazione del ruolo clinico del farmacista, miglioramento dell’organizzazione del lavoro, introduzione di figure di supporto sono gli elementi che accomunano le strategie adottate all’estero per rendere più attrattiva la professione del farmacista sia come percorso di laurea sia come attività professionale nelle farmacie. A metterle in evidenza è un’analisi comparativa tra i vari paesi, inclusi gli Usa, firmato da ricercatori dell’Università di Torino Sara Tiziano, Paola Brusa e Francesca Baratta che accompagna un’indagine condotta in Piemonte di cui Farmacista33 ha pubblicato i risultati.
Studenti, titolari e collaboratori di farmacia: intervenire su stipendi, formazione e carriera. I risultati dell'indagine
In Belgio, l’Associazione Nazionale dei Farmacisti (APB) ha delegato le funzioni più operative a figure di supporto e promosso l’uso di macchinari automatizzati per gestire compiti ripetitivi, consentendo ai farmacisti di dedicarsi maggiormente a servizi di carattere clinico. Sono state inoltre avviate collaborazioni con le università per rendere il percorso formativo più allineato alle nuove esigenze professionali. Attualmente, l’APB sta introducendo nuovi servizi per valorizzare la professione e attrarre i giovani, con l’obiettivo di incentivare gli studenti delle scuole superiori a intraprendere la laurea in farmacia. “Tra le strategie ritenute più efficaci ci sono l’inserimento precoce degli studenti nei team di farmacia attraverso tirocini e l’offerta di una remunerazione adeguata, elementi chiave per aumentare il numero di professionisti” commentano i ricercatori.
In Portogallo, le strategie per affrontare la carenza di farmacisti si sono concentrate sull’integrazione precoce degli studenti nella comunità professionale e sulla valorizzazione del ruolo della farmacia nel sistema sanitario. Gli studenti del quarto e quinto anno possono iscriversi gratuitamente all’Ordine dei Farmacisti, accedendo a risorse formative e attività professionali, rafforzando così il senso di appartenenza e l’orientamento verso la pratica territoriale. Parallelamente, le farmacie hanno ampliato i servizi offerti — come la somministrazione di vaccini e il rinnovo delle prescrizioni per pazienti cronici — aumentando la loro centralità nell’assistenza primaria. Questi interventi sono stati accompagnati da un nuovo accordo tra l’Associazione Nazionale delle Farmacie (ANF) e i sindacati, che ha migliorato le condizioni contrattuali dei farmacisti, introducendo anche incentivi legati alle performance professionali. L’obiettivo è rendere la professione più attrattiva, sostenibile e integrata nei percorsi di cura.
In Germania, l’attenzione si è concentrata sulle aree a bassa densità abitativa, con l’introduzione di borse di studio e incentivi mirati a favorire l’inserimento di giovani farmacisti nei territori meno serviti. È stata promossa inoltre la cosiddetta “residenzialità professionale”, attraverso misure che favoriscono la permanenza stabile dei professionisti nelle zone rurali. Accanto a queste azioni, il Paese ha investito significativamente nello sviluppo della “telefarmacia”, una soluzione che consente ai cittadini di accedere a consulenze e servizi farmacologici da remoto e che riduce la necessità di personale fisso in loco.
In Francia, invece, si è puntato su una strategia comunicativa innovativa per rilanciare l’immagine pubblica della professione: una campagna social rivolta ai giovani, veicolata tramite piattaforme come Instagram e TikTok, ha contribuito a rendere la figura del farmacista più attrattiva, determinando un’inversione del trend negativo nelle immatricolazioni universitarie.
Nel Regno Unito, la risposta è stata strutturata all’interno del NHS Long Term Workforce Plan (2023), che ha previsto l’aumento dei posti di studio e l’introduzione, dal 2026, della formazione obbligatoria per i nuovi farmacisti come prescrittori indipendenti. Parallelamente, il sistema sanitario ha introdotto misure di retention del personale, tra cui una maggiore flessibilità lavorativa, percorsi di crescita professionale e attenzione al benessere psicologico. A ciò si aggiunge il modello Pharmacy First, attivo dal 2024, che consente al farmacista di comunità di gestire in autonomia alcune patologie minori, rafforzando la centralità della farmacia territoriale e alleggerendo il carico della medicina di base.
Negli Stati Uniti le strategie si sono focalizzate sulla crescita professionale degli assistenti di farmacia, promuovendone l’accesso alla laurea e alla qualifica di farmacista. Il programma PharmStart rappresenta un esempio emblematico: offre un sostegno finanziario completo per il percorso universitario e prevede attività di mentorship dedicate allo sviluppo delle competenze, con l’obiettivo di fidelizzare il personale e ridurre il turn-over. A queste azioni si affiancano iniziative di orientamento precoce nelle scuole e l’ampliamento dei percorsi di specializzazione avanzata, pensati per accrescere l’attrattività della professione tra le nuove generazioni.
I ricercatori sottolineano che un tratto trasversale emerso dall’analisi comparativa riguarda il rafforzamento della figura dell’assistente di farmacia, spesso inserita come elemento strategico per sostenere l’operatività delle farmacie. “In Italia – concludono gli autori dell’analisi - l’eventuale introduzione della figura incontra forti resistenze, soprattutto tra i collaboratori, i quali potrebbero temere una svalutazione del proprio ruolo professionale. Tuttavia, come indicato anche dal Pgeu, un inquadramento chiaro, una formazione qualificata e una definizione precisa delle competenze possono rendere l’assistente di farmacia una risorsa complementare e non competitiva, utile per affrontare la carenza di personale”.
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