spesa farmaceutica
11 Dicembre 2025La segnalazione della Regione Sicilia sui maggiori costi legati al trasferimento di alcuni farmaci dalla distribuzione diretta alla convenzionata accende il confronto con il Governo. Gemmato “inesatta e difficilmente comprensibile”. La Regione replica: analisi tecnica e richiesta di revisione normativa

I dati della spesa farmaceutica in Sicilia e le ricadute della norma nazionale che ha trasferito alcuni medicinali dalla distribuzione diretta alla convenzionata stanno alimentato un dibattito tra la Regione e il Governo acceso da una lettera inviata nelle scorse settimane dalla Regione Sicilia al ministero della Salute e all’Aifa per segnalare un incremento nei primi sei mesi del 2025. Lettera che, per il sottosegretario Marcello Gemmato è “difficilmente comprensibile per le inesattezze contenute” e a cui arriverà una “obiezione puntuale” a cui Ministero e Aifa stanno lavorando. Pronta la risposta dell’assessore regionale Daniela Faraoni che ha rivendicato la “leale collaborazione” della Regione precisando che si trattava di una analisi degli effetti di alcune norme introdotte e un “invito a valutare una revisione delle norme oggetto della comunicazione”.
Nella lettera, firmata dal presidente di Regione Renato Schifani, dall’assessora Faraoni, la Regione richiama numeri che mostrano un incremento della spesa non proporzionato ai consumi: +27% per gli antidiabetici a fronte di un aumento delle confezioni del 3,5%, oltre a rialzi per antiacidi, antipertensivi, urologici, antimicotici e farmaci per osteoporosi. Viene evidenziato come il passaggio all’acquisto da parte delle farmacie, previsto dalla legge di Bilancio 2024, abbia comportato costi più elevati rispetto alla precedente fornitura tramite le aziende sanitarie, mettendo a rischio il tetto di spesa territoriale del 6,80% e prospettando ulteriori pressioni con la riclassificazione delle gliflozine. Di qui la richiesta di adottare eventuali misure correttive.
Nella replica affidata alle parole rilasciate all’Adnkronos a margine dell’evento organizzato a Milano dall’Aifa, il sottosegretario Gemmato afferma che la lettera contiene “inesattezze” e “strafalcioni” tali da renderla difficilmente interpretabile sul piano tecnico, al punto che Aifa e Ministero stanno preparando una contro-osservazione dettagliata. Gemmato ha contestato la selezione dei dati operata dalla Regione, ritenuta parziale, e ha ricordato che l’unico ente certificatore della spesa sanitaria è Aifa, che sul trasferimento delle gliptine avrebbe registrato un risparmio di 9,7 milioni di euro. “Sembra più un attacco politico che una annotazione tecnica. La lettera purtroppo non rappresenta appieno la verità. Criticare da parte di una istituzione una legge dello Stato mi sembra quantomeno sgarbato dal punto di vista istituzionale. Parto da una riflessione: l’unico ente certificatore della spesa sanitaria in Italia è l’Aifa. E l’Aifa rispetto al trasferimento delle gliptine ha registrato un risparmio di 9,7 milioni di euro. Siccome la Sicilia è una regione italiana, è strano che in tutta Italia si risparmi tranne che in Sicilia”.
Nella controreplica, l’assessora Faraoni ha chiarito che la Regione non intendeva formulare alcuna critica politica ma “chiedere ai ministeri della Salute, dell’Economia e ad Aifa una revisione delle norme nazionali che stanno incidendo negativamente sulla spesa farmaceutica delle Regioni”. E aggiunge: “Abbiamo inteso operare, come abbiamo sempre fatto, nell’ottica della leale collaborazione tra Stato e Regione, che non è mai reciprocamente mancata nel corso di questa legislatura È per questa ragione che abbiamo appreso con rammarico le dichiarazioni del viceministro nei confronti della nostra iniziativa, che si iscrive nell’ambito della sinergia che da sempre ha caratterizzato i rapporti tra governi nazionale e regionale, per il solo bene dei pazienti e del sistema sanitario”.
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