nefrologia
18 Ottobre 2024A Riccione il 65° congresso nazionale della Società italiana di nefrologia. Terapie sostitutive, trapianti, piani terapeutici e carenza di “vocazioni” al centro della discussione
«Un italiano su dieci soffre di Malattia renale cronica, ma nove non lo sanno». La premessa è di Stefano Bianchi, presidente uscente della Società italiana di nefrologia (Sin), durante la presentazione del 65° congresso nazionale, in corso a Riccione. In effetti la prevalenza della Mrc è aumentata notevolmente negli ultimi decenni: si calcola che sia del 15% nella popolazione adulta negli Usa, del 13,4% a livello globale e del 10% in Italia.
La perdita progressiva della funzionalità renale è legata all’aumentata prevalenza di condizioni patologiche caratterizzate da un elevato rischio di manifestare danno renale, tra le quali diabete mellito di tipo II, sindrome metabolica, ipertensione arteriosa, obesità, scompenso cardiaco, e di patologie che richiedono uso di mezzi di contrasto nefrotossici.
«Si tratta di una patologia asintomatica nella fase iniziale», spiega Luca De Nicola, presidente eletto della Sin. «Per ridurne il rischio buone abitudini di vita sono la rinuncia al fumo, una dieta alimentare corretta, attività fisica, controllo della glicemia e della pressione. In ogni caso basta fare gli esami della creatinina e delle urine per valutare la funzionalità renale di un paziente».
Maria Cristina Gregorini, segretario della Sin , si sofferma sugli esiti dello studio Altems “Emodialisi vs dialisi peritoneale”. Quest’ultima rappresenta oggi solo il 10% dei trattamenti sostitutivi e tuttavia, essendo una metodica domiciliare, può rappresentare un vantaggio in termini di qualità di vita del paziente, poiché ha un minore impatto sull’attività lavorativa e familiare, consentendo maggiore flessibilità nell’organizzazione quotidiana.
Il trapianto è l’opzione principale per il paziente che si trova nella fase finale della Mrc, ricorda Domenico Santoro, responsabile scientifico del congresso, anche se la disponibilità di organi in Italia è insufficiente: «Il trapianto da vivente rappresenta una grande opportunità ma è ancora poco praticato ma l’Italia è sotto gli standard europei e molti pazienti non conoscono nemmeno questa possibilità».
«La malattia renale cronica è una questione di sanità pubblica molto rilevante», sintetizza Bianchi, anche perché in atto un progressivo allontanamento dei laureati in Medicina dalla specializzazione in Nefrologia: nel 2023 solo il 50% dei posti disponibili nelle Scuole di specialità è stato riempito.
Esiste anche un tema di “nefrologia di genere”. Dopo la menopausa cresce il rischio di Mrc e, su un piano più ampio, si stima che il 3% delle donne in età fertile sia affetto da Mrc, condizione che può influenzare una possibile gravidanza, aumentando i rischi per la madre e per il feto. In particolare, patologie come eclampsia e preeclampsia, che si manifestano soprattutto nel terzo trimestre di gravidanza, possono portare a complicazioni severe, come parti prematuri o, nei casi più gravi, alla morte neonatale.
Un documento di indirizzo
Sin e ministero della Salute hanno collaborato all’elaborazione di un Ppdta (Percorso preventivo diagnostico terapeutico assistenziale) della Mrc, patologia che rappresenta una priorità per la salute pubblica per rilevanza epidemiologica, gravità, peso assistenziale ed economico.
Il Ppdta si concretizza nella definizione di un percorso volto a ottimizzare presa in carico, assistenza e accesso alle cure dei pazienti nefropatici, ponendo particolare attenzione alla prevenzione primaria e secondaria, per ridurre il rischio di diagnosi tardive e l’incidenza delle complicanze della Mrc, così come il ricorso al trattamento sostitutivo. Tra gli obiettivi primari, inoltre, quello di educare le persone a corretti stili di vita e i pazienti all’aderenza terapeutica, per rallentare l’ingresso in dialisi.
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