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19 Luglio 2023

Diabete tipo 1. In studio anticorpi monoclonali per ritardare insorgenza

Cambiare il corso di una patologia complessa e ancora oggi senza una cura grazie all’immunologia: questo è l’obiettivo della nuova area di Sanofi interamente dedicata al trattamento del diabete di tipo 1

di Redazione Farmacista33


Diabete tipo 1. In studio anticorpi monoclonali per ritardare insorgenza

Una nuova area, interamente dedicata all’immuno-diabetologia, che si pone l’obiettivo di cambiare il corso di una patologia grave, complessa e tuttora senza cure come il diabete di tipo 1 è nata in Sanofi grazie all’acquisizione, in aprile, di Provention Bio, azienda biofarmaceutica americana altamente innovativa e focalizzata sul ritardo dell'insorgenza e dell'impatto delle malattie immuno-mediate, in particolare del diabete di tipo 1. Lo fa sapere una nota dell’azienda.  

Ritardare l’insorgenza del diabete tipo 1 con l’approccio innovativo di Sanofi

 Sanofi sfrutterà la propria expertise in immunologia, attraverso un approccio “first in class” in grado di intervenire sull’evoluzione della malattia. Grazie a un anticorpo monoclonale che intercetta una parte dei globuli bianchi coinvolti nella risposta immunitaria (i cosiddetti linfociti T totali - CD3), sarà infatti possibile cambiare in maniera radicale il modo di affrontare il diabete di tipo 1, ritardandone l'insorgenza in bambini e adulti, ancora prima che se ne manifesti la sintomatologia.  

Alessandro Crevani
General Manager BU General Medicines Sanofi Italia afferma: “La storia di Sanofi è significativamente legata a quella di milioni di pazienti che convivono ogni giorno con il diabete. Oggi abbiamo la grande opportunità di scrivere una nuova pagina nell’approccio al diabete di tipo 1, vale a dire la forma auto immune di questa patologia. Un’opportunità che va di pari passo con la nostra ambizione di essere leader nel settore dell’immunologia, con l’obiettivo di mettere a disposizione dei pazienti e della classe medica terapie innovative e prime nel loro ambito, le cosiddette first-in-class, in grado di rispondere a una grande aspettativa del mondo clinico, ma anche a un forte bisogno a oggi senza risposta per i pazienti e le loro famiglie. Si tratta di un traguardo che richiede approcci nuovi e coraggiosi in ogni ambito scientifico, di accesso alle terapie e di vicinanza ad istituzioni e associazioni pazienti, al fine di aprire prospettive innovative per il diabete di tipo 1 e cambiare profondamente il corso di questa patologia”.  

Cos’è il diabete autoimmune di tipo 1
  Il diabete di tipo 1, spiega l’azienda, si sviluppa tipicamente nei bambini, negli adolescenti e nei giovani adulti, ma può manifestarsi anche in età avanzata. Si ritiene che sia causato da una reazione autoimmune in cui il nostro organismo attacca sé stesso per errore, distruggendo le cellule del pancreas deputate alla produzione dell’insulina e portando quindi a una ridotta o mancata produzione della stessa. Senza insulina, necessaria per trasformare lo zucchero nel sangue in energia per le cellule, lo zucchero si accumula, danneggiando l'organismo e portando a gravi complicazioni. L’esordio della malattia può risultare particolarmente traumatico, in particolare in età pediatrica, manifestandosi con un episodio di iperglicemia acuto (chetoacidosi diabetica) che generalmente richiede l’ospedalizzazione in emergenza e che può portare in alcuni casi anche a esiti letali. Le persone che vivono con diabete di tipo 1 sono attualmente dipendenti dall’utilizzo quotidiano di insulina e devono inoltre sottoporsi a controlli regolari e frequenti.


TAG: FARMACI, DIABETE, RICERCA, MEDICINA

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