salute
16 Aprile 2024Presentati oggi a Roma i dati dell'indagine di Cittadinanzattiva sull'obesità: coimvolte scuole e farmacie in Piemonte, Lazio e Sicilia. Le 9 priorità per Governo e istituzioni sanitarie
La stragrande maggioranza degli studenti delle scuole superiori ritiene sia utile parlare di obesità e sovrappeso patologico, riconoscono che è una condizione che crea difficoltà di inserimento sociale e vulnerabilità ad atti di bullismo, ma anche nella popolazione adulta una quota significativa di persone (29%) ammette di avere poca o nessuna conoscenza riguardo al tema del sovrappeso, dell’obesità e dei rischi correlati. Sono alcuni dati raccolti nelle scuole e nelle farmacie in Piemonte, Lazio e Sicilia attraverso un’indagine nell’ambito della campagna nata “Feel Good” promosso da Cittadinanzattiva che tra le proposte chiede l’inserimento della gestione dell’obesità nei LEA e un rafforzamento di informazione e di servizi anche attraverso la rete delle farmacie di comunità nella sensibilizzazione della popolazione, nell’offerta di servizi e nella presa in carico dei bisogni di salute delle persone con obesità. I dai sono stati presentati oggi a Roma.
All’indagine hanno partecipato 325 studenti di cinque scuole secondarie di secondo grado e 105 farmacie collocate nelle province di riferimento delle scuole. Dall’indagine nelle scuole è emerso che il 93,1% delle ragazze e dei ragazzi intervistati nelle scuole ritiene sia utile parlare di obesità e sovrappeso patologico e al 59,4% di loro piacerebbe partecipare ad un progetto dedicato a questi temi. Il 67,8% riconosce che i ragazzi e le ragazze affette da obesità hanno più difficoltà ad inserirsi in un gruppo, e ancora il 91,3% dichiara che sono anche più soggetti ad atti di bullismo. Sette studenti su dieci asseriscono che l’obesità può influenzare la qualità della vita, circa la metà la considera “una patologia in grado di determinare una situazione di malattia”, mentre quasi due su cinque (38,9%) affermano che sia un disturbo alimentare. Il 54,5% sostiene che nel nostro Paese l’obesità è un fenomeno preoccupante soprattutto tra i bambini e al sud, mentre per il 68,4% di loro non esiste un’unica causa che determina l’obesità, ma più cause legate tra loro (predisposizione genetica, cause ambientali, patologie, farmaci, ecc.).
Le 105 farmacie aderenti, collocate nelle province di riferimento delle scuole, hanno raccolto 1.043 questionari di cittadini, con un campione a forte prevalenza femminile, principalmente nel pieno della propria vita lavorativa e mediamente molto istruito. Ciò malgrado, a fronte del 63,6% che dichiara di saperne abbastanza, e di un ulteriore 7,4% che riferisce di saperne molto, ben il 29% ammette di saperne poco o nulla quando sente parlare di sovrappeso, obesità e rischi correlati. Tra le cause che ne determinano l’insorgenza, 4 su 5 le identificano in errati comportamenti personali o in stili di vita non congrui, 3 su 4 nella compresenza di patologie o alterazioni metaboliche, circa 3 su 5 nella presenza di fattori genetici o predisposizione familiare. Seguono i fattori psicologici (52,9%) e le condizioni socio-economiche e ambientali (42,1%). Che l’obesità non dipenda solo dalla buona volontà del singolo è anch’essa una consapevolezza ampiamente diffusa (80,2%). Allo stesso tempo il 67,8% dei cittadini intervistati in farmacia la considera una vera e propria malattia e l’84,3% la ritiene impattante al pari di altre patologie croniche.
Oltre ai risultati dello studio, oggi sono state presentate le altre attività della campagna, tra cui: un percorso informativo-formativo interattivo on line, realizzato nelle scuole partecipanti da esperti su tre tematiche specifiche (benessere fisico e psichico, promuovere la body positivity, riconoscere e affrontare fenomeni di body shaming nella vita quotidiana e online); la realizzazione di appositi corner informativi, con i ragazzi nel ruolo di “informatori di salute” sui temi della campagna; la formazione su fattori di rischio e stili di vita, con il coinvolgimento di genitori e docenti per il ruolo di prevenzione e sostegno alla cura; la somministrazione, nelle farmacie aderenti, di un questionario per rilevare il grado di consapevolezza e percezione dei fattori di rischio ed interventi personalizzati di educazione sanitaria.
“L’obesità – dichiara Anna Lisa Mandorino, Segretaria generale di Cittadinanzattiva - è una patologia dalle forti implicazioni sociali, oltre che impattante per i costi sanitari, individuali e collettivi. Secondo i dati 2022 dell’Istituto Superiore di Sanità, il 18% dei ragazzi fra gli 11 e i 17 anni è in sovrappeso, ed il 4% risulta obeso; come evidenziato dai risultati della campagna Feel Good c’è molto da investire, soprattutto nella popolazione giovanile, anche in termini di educazione sanitaria, per rimuovere barriere di carattere soggettivo che frenano ancora troppe persone nel considerare la gravità delle conseguenze cui si può andare incontro. Per farlo, la scuola ed anche i social media possono essere il contesto privilegiato per i ragazzi e le ragazze. Accanto a questo elemento, è imprescindibile che le istituzioni sanitarie del nostro Paese investano per favorire i percorsi di diagnosi e cura per chi ne è affetto. Come? Innanzitutto riconoscendo l’obesità nei Lea e rafforzando centri ed equipe specializzate ed integrate che ad oggi sono insufficienti e presenti in maniera non uniforme sul territorio nazionale”.
“Federfarma supporta con convinzione il progetto Feel Good, perché in sintonia con la quotidiana attività svolta dalle farmacie di comunità, dove il farmacista accoglie, informa e orienta il cittadino su salute e corretti stili di vita” afferma il presidente di Federfarma nazionale Marco Cossolo. “La farmacia è il primo luogo di contatto del cittadino con il SSN. È quell’anello di congiunzione che permette a tutti i cittadini di accedere, ovunque sul territorio, agli stessi servizi e prestazioni sanitarie. L’obesità è una patologia da non sottovalutare e le farmacie vogliono dare il loro contributo”.
Le proposte
Per un approccio efficace e inclusivo alla lotta contro l'obesità, Cittadinanzattiva individua 9 priorità che prevedono un impegno congiunto da parte del governo, delle autorità sanitarie, delle società scientifiche e delle associazioni civiche e di pazienti:
● Implementare una campagna istituzionale di sensibilizzazione e informazione sull'obesità, che preveda di raggiungere bambini, adolescenti e genitori.
● Riconoscere l'obesità come malattia cronica, garantendo l’inserimento nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).
● Rafforzare la rete di servizi e professionisti a livello territoriale - con particolare riguardo al medico di famiglia e al pediatra - in grado di rispondere in modo multidimensionale e multiprofessionale ai bisogni delle persone con obesità.
● Riconoscere e valorizzare il contributo della farmacia di comunità nella sensibilizzazione della popolazione, nell’offerta di servizi e nella presa in carico dei bisogni di salute delle persone con obesità.
● Contrastare l’aumento del sovrappeso e dell’obesità in Italia nel bambino e nell’adolescente incentivando nei curricula scolastici programmi di educazione civica volti alla promozione della salute e del benessere così come indicato dalla Legge 92/2019, art. 3 comma 2.
● Vigilare attraverso le Commissioni mensa da un lato e le Asl dall'altro, affinché siano rispettati i menù previsti dai contratti in essere, per garantire pasti sani ed equilibrati per le diverse fasce di età.
● Mitigare l'impatto delle disuguaglianze socio-economiche sull'obesità, sviluppando interventi mirati e inclusivi con l'obiettivo di rendere l'accesso ad un'alimentazione sana e all'attività fisica più equo e universale.
● Contrastare lo stigma sociale associato all'obesità promuovendo nei media e nelle politiche pubbliche una rappresentazione più equilibrata ed inclusiva rispetto a questa condizione, coinvolgendo e valorizzando il ruolo delle organizzazioni civiche e delle associazioni dei pazienti.
● Garantire un approccio intersettoriale e interministeriale nella pianificazione e realizzazione di interventi integrati di contrasto all’obesità quale problema di salute pubblica.
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